L’amata-odiata Vienna: cosa vi rimane di Freud

L’amata-odiata Vienna: cosa vi rimane di Freud

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Cosa resta di Freud e dei suoi insegnamenti nella città di Vienna, in cui visse per circa 80 anni? 

Le lettere di Sigmund Freud forniscono una prima visione del complicato rapporto che lo psicoanalista aveva con la città di Vienna: “Voglio risparmiarti dal menzionare l’impressione che Vienna mi ha fatto. Mi è apparsa disgustosa”, scriveva il sedicenne Freud al suo amico Emil Fluss.

Un’altra volta, appena tornato da una vacanza in Italia: “Sono appena tre giorni che sono qui e già tutta la malinconia della vita viennese si è impadronita di me. È una tristezza vivere qui.” E una settimana dopo: “Questa città fa male all’anima e mette a nudo tutto ciò che ha cominciato a cambiare pelle in due mesi”.

Il crescente antisemitismo, le difficoltà nell’attuazione della psicoanalisi e la lotta per il riconoscimento che lo accompagnarono per tutta la vita alimentarono sicuramente l’antipatia di Freud verso la città. Anche nel 1914, quando Freud, quasi sessantenne, scriveva la “Storia del movimento psicoanalitico”, la città di Vienna, si legge, “fece di tutto per negare il suo ruolo nell’emergere della psicoanalisi”.

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

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Si dice che Freud sognasse che un giorno il suo busto sarebbe stato collocato nel cortile porticato dell’edificio principale dell’Università di Vienna. In realtà andò così, ma il busto fu apposto solamente nel 1955, 16 anni dopo la morte di Freud. Tutto quello che Freud ottenne in vita fu, nel 1924, essere nominato cittadino onorario della città.

Freud in quella occasione ebbe a dire: “L’idea che il mio sessantottesimo compleanno, dopodomani, possa anche essere l’ultimo, deve essere venuta in mente anche ad altri, perché la città di Vienna si è premurata di conferirmi quel giorno la cittadinanza onoraria che di solito non si concede prima del settantesimo compleanno”. [SF-Abraham 4.5.1924]

Del resto lui stesso, che nel 1923 Freud aveva subito la prima operazione chirurgica per il cancro alla mascella, convinto di morire da lì a poco, aveva pubblicato nel 1924 la sua “Autobiografia”. In realtà Freud avrebbe avuto altri quindici anni di vita davanti a sé (morì nel 1939), anche se accompagnati da atroci sofferenze.

Una lezione divulgativa sui Social Media

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C’è solo una prova che suggerisce che per molto tempo Freud non fosse stato consapevole del suo amore per Vienna. Un giorno dopo il suo arrivo in esilio a Londra e un anno prima della sua morte, scrisse all’amico Max Eitingon: “Lo stato emotivo di questi giorni è difficile da afferrare, difficile da descrivere. Il sentimento di trionfo della liberazione si mescola troppo con la tristezza, perché si amava ancora la prigione da cui si era usciti…”

E della psicoanalisi, cosa rimase a Vienna?

In Austria la società psicoanalitica dovette essere completamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. Solo negli anni ’70 si formò di nuovo una comunità psicoanalitica significativa, anche se l’Associazione Psicoanalitica era stata riaperta il 10 aprile 1946.

L’anno 1971 segnò l’alba della rinascita della psicoanalisi a Vienna: l’Università di Medicina istituì una cattedra di psicologia del profondo (oggi: Clinica di Psicoanalisi e Psicoterapia) e il Museo Sigmund Freud aprì le sue porte. L’impulso tuttavia, venne dall’esterno. Durante un viaggio d’affari negli Stati Uniti, all’allora cancelliere federale Josef Klaus fu chiesto perché in Austria si facesse così poco per portare avanti l’eredità di Freud. Klaus avviò quindi la fondazione del museo.

Inizialmente Anna Freud era scettica riguardo all’idea di trasformare il suo ex appartamento in un museo. Alla fine, però, accettò e nel 1971, in occasione dell’apertura del museo e del congresso dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale, la figlia minore di Freud tornò per la prima volta a Vienna dopo la sua espulsione.

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I luoghi di Freud a Vienna

La città di Vienna è un luogo eccellente per seguire le orme di Freud.

  • Il Museo Freud è stato ristrutturato e ampliato dall’architetto viennese Hermann Czech prima di riaprire nel 2020. È un luogo della memoria e mira ad attirare un vasto pubblico con una mostra permanente. Nella biblioteca – questo è stato un espresso desiderio di Anna Freud – il museo offre anche una sala studio. Dalla riapertura c’è anche un caffè: qui, separato solo da una vetrata, attraverso vetrate a tutta altezza si può guardare dall’universo freudiano alla vita pubblica della Berggasse.
  • Uno dei pochi luoghi in cui lavorò, rimasto pressoché immutato fino ai giorni nostri è l’Istituto chimico in Währinger Strasse, dove Freud condusse ricerche al termine dei suoi studi di medicina.
  • L’ex Mazzesinsel, dove Freud frequentò la scuola in Taborstrasse dall’età di nove anni, il Sigmund-Freud-Gymnasium, che prende il nome dal suo diplomato più famoso, si trova ora in Wohlmutstrasse .
  • Bellevue-Höhe. La domenica, come molti viennesi, Freud indossava gli abiti da passeggio e si recava nel bosco viennese ( Wienerwald ). Il suo posto preferito nel bosco era il Bellevue-Höhe, una tranquilla collina da cui poteva vedere tutta la città di Vienna. 

    Un giorno scrisse all’amico Fliess quanto segue: “Pensi che un giorno sulla casa verrà posta una lapide di marmo con su scritte queste parole: “In questa casa il 24 luglio 1895 il segreto dei sogni fu rivelato al dottor Sigmund Freud? In questo momento ne vedo poche prospettive”. La casa a cui si riferiva Freud era lo Schloss Bellevue sul Bellevue-Höhe, un sanatorio dove Freud era stato assistente medico, e che fu poi trasformato in un albergo prima di diventare fatiscente e infine distrutto negli anni ’60.Oggi al Bellevue-Höhe si trova un monumento che reca le parole della lettera a Wilhelm Fliess, ma non è facile arrivarci. Per scoprire il piccolo monumento è necessario scendere dall’autobus a Parkplatz am Cobenzl, quindi girare a destra, scendere sulla Himmelstrasse, poi girare di nuovo a destra e infine salire una scalinata di cemento e costeggiare un vecchio sentiero alberato. Alla fine del percorso si trova il poco conosciuto monumento a Sigmund Freud.

    Anna Freud, nata nell’anno dell’interpretazione dei sogni, era presente quando la targa fu apposta, nel 1977.

Onori tardivi

Freud non è vissuto abbastanza per vedere un edificio comunitario in Gussenbauergasse nel 9° distretto a lui intitolato nel 1947, la banconota da 50 scellini nel 1987 con la sua effige, e una statua eretta in suo onore nel campus MedUni di Vienna.

Dr. Giuliana Proietti

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