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  1. I videogiochi sono nati per insegnare o per divertire? Per l’opinione pubblica, il loro scopo è principalmente ludico, ma sicuramente non insegnano nulla: spesso sono soggetti alle critiche dei media che li giudicano diseducativi, dannosi, pericolosi. Il fenomeno dei videogiochi è fondamentalmente nuovo, studiato soprattutto negli ultimi tempi dagli esperti, ad esempio dagli psicologi che cercano di capire quali danni potrebbero arrecare se usati in modo improprio. Sono loro che affermano la pericolosità dei nuovi mondi virtuali, non i diretti interessati, come per esempio i videogiocatori professionisti (Monica Monaco, 2010). Esistono casi limite, quali i cosiddetti “hikikomori” (Wikipedia), termine giapponese usato per designare persone che si ritirano dalla vita sociale per dedicarsi ai videogiochi; le cause di questo però non sono del tutto chiare. Numerosi esperimenti già conclusi portano solamente ad alcune ipotesi che confermerebbero la presunta pericolosità dei videogiochi, ma non vi sono mai prove concrete. Inoltre, spesso si tende a generalizzare, affermando che tutti i videogiochi sono diseducativi e potenzialmente pericolosi per gli utenti. Più mirata è stata la ricerca svolta da un’università statunitense, i cui ricercatori hanno osservato che i videogiochi violenti non inducono comportamenti violenti, ma rendono semplicemente più tollerabile la violenza.

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