Storia dei Vibratori
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I vibratori, oggi comunemente associati al piacere sessuale, hanno una storia ricca e sorprendente che affonda le sue radici in ambiti medici e terapeutici. Cerchiamo di saperne di più.
L’isteria
La medicina greca individuò nell’hystero (utero) la causa dei sintomi di ansia, malessere, insonnia, nervosismo, perché questi sintomi si presentavano in particolar modo nelle donne nubili, vedove o con mariti inadatti a dare loro soddisfazione sessuale.
A partire dalla medicina di Ippocrate, dunque, e fino a Freud, vi fu l’associazione fra sessualità femminile e disturbi mentali.
L’isteria era una condizione diagnosticata solo alle donne.
Il Parossismo Isterico
A partire dal diciannovesimo secolo, sorsero i primi centri specializzati in massaggi, i quali introdussero dei trattamenti d’acqua sul clitoride, per rendere le donne ‘meno nervose’. Altri consigli: prendere il treno, cavalcare, sedere su sedie a dondolo ecc. Tutte queste stimolazioni dovevano servire a tenere a freno i sintomi dell’isteria.
Il “massaggio pelvico” non veniva in alcun modo associato a una pratica sessuale, perché non c’era penetrazione, benché l’obiettivo fosse quello di portare la paziente al “parossismo isterico”, definizione vittoriana dell’orgasmo.
Nel 1880, il medico britannico Joseph Mortimer Granville inventò il primo vibratore elettromeccanico, chiamato “hammer”, destinato a ridurre il carico di lavoro dei medici.
L’uso di questi dispositivi divenne rapidamente popolare nei consultori medici, ma anche nei saloni di bellezza.
La Diffusione e la Commercializzazione all’Inizio del XX Secolo
Nei primi decenni del XX secolo, i vibratori iniziarono a essere commercializzati come dispositivi per il benessere domestico. Apparivano spesso in cataloghi di vendita per corrispondenza e pubblicità su riviste, insieme ad altri piccoli elettrodomestici come frullatori e aspirapolvere. Le pubblicità di questi dispositivi ne enfatizzavano i benefici per la salute generale, come il sollievo dal mal di testa, dalla nevralgia e dalla stanchezza.
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La Transizione verso il Piacere Sessuale
Nel 1921, la rivista Hearst pubblicò il primo annuncio pubblicitario sui vibratori, rivolto agli uomini: comprare il prodotto poteva servire non solo a curare la propria moglie dall’isteria, ma anche a conservarla “giovane e bella”.
Negli anni Trenta del secolo scorso apparvero i primi filmati porno, in cui i vibratori venivano utilizzati per dare piacere, più che per ‘curare’ le donne: da quel momento in poi fu difficile, anche per i pubblicitari, continuare a vendere lo strumento come un dispositivo medicale, sebbene fosse raccomandato, già allora, da molti sessuologi.
L’uso terapeutico
Sul finire degli anni sessanta l’utilizzo dei vibratori fu studiato scientificamente da Masters e Johnson e riportato nel libro Human Sexual Response.
Ma il lavoro scientifico che più di tutti fu influente sull’argomento è quello della terapeuta Helen Singer Kaplan, che suggerì l’uso del vibratore nelle donne anorgasmiche.
Nel libro The New Sex Therapy : Active Treatment of Sexual Dysfunction (New York, 1974), la Dr.ssa Kaplan mostra diversi metodi in cui un vibratore può essere utilizzato nella disfunzione orgasmica. Ad esempio, attraverso l’introduzione del pene in vagina, in contemporanea combinazione con la stimolazione clitoridea da parte di un vibratore.
Dice la Kaplan :
“Alcune donne altamente resistenti all’orgasmo coitale sono capaci di raggiungere l’orgasmo quando sono stimolate con un vibratore durante il coito”.
La sessuologa suggerisce questi strumenti anche per consentire la risposta orgasmica a donne che non hanno mai avuto orgasmi in precedenza (disfunzione orgasmica primaria), laddove la masturbazione manuale non fosse di sufficiente intensità, di utilizzare un vibratore.
Il vibratore è infatti, dice testualmente la Kaplan ciò che “consente la stimolazione più forte ed intensa che si conosca”.
Nello gennaio 1966, Mary Jane Sherfey, psicoanalista, riportò nel Journal of The American Psychoanalytic Association e poi nel libro The Nature and Evolution of Female Sexuality Random House, 1972) che :
” Nella pratica clinica un certo numero di donne sposate o single che usano il vibratore elettrico sono giunte alla mia attenzione. Dal punto di vista del normale funzionamento fisiologico, queste donne mostrano una sessualità sana, disinibita ed il numero degli orgasmi raggiunti è una misura delle potenzialità orgasmiche della femmina umana”.
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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La rivoluzione sessuale
Negli anni ’60 e ’70, durante la rivoluzione sessuale, i vibratori vennero pienamente riconosciuti e accettati come strumenti per il piacere sessuale.
La pubblicazione di libri come “Noi e il Nostro Corpo” (1973) delle Boston Women’s Health Book Collective giocò un ruolo cruciale nel demistificare l’uso dei vibratori e nell’incoraggiare le donne a esplorare la propria sessualità.
In quel periodo di rivoluzione sessuale, il vibratore non era ancora concepito come un oggetto per l’autoerotismo, ma come strumento di piacere durante il rapporto. Per questo, in quegli anni, il vibratore aveva forma generalmente fallica e somigliava in tutto e per tutto ad un pene, spesso gigantesco.
I sexy shop non erano però ancora molto diffusi ed in ogni caso non erano ritenuti posti per signore: questi strumenti venivano dunque venduti come ‘massaggiatori facciali’ o altre cose del genere.
Con l’avvento di nuove tecnologie e materiali, i vibratori sono diventati sempre più sofisticati e vari. Il silicone medicale, i motori silenziosi e le batterie ricaricabili hanno migliorato significativamente la qualità e la sicurezza di questi dispositivi.
La crescente accettazione della sessualità femminile ha portato a una maggiore visibilità e disponibilità di vibratori, con un’ampia gamma di design e funzioni per soddisfare diverse preferenze.
Impatto Culturale e Sociale
Oggi, i vibratori non sono solo strumenti di piacere personale, ma simboli di emancipazione sessuale e autodeterminazione. La loro presenza nei media, nelle discussioni aperte sulla sessualità e nei movimenti per i diritti sessuali riflette un cambiamento significativo nella percezione della sessualità femminile.
Internet
Con l’avvento di Internet il mercato dei vibratori è letteralmente esploso.
A questo punto ci si è resi conto che la forma fallica non era, tutto sommato la migliore, o la più desiderata dalle donne, per provare ‘buone vibrazioni’ e che anzi, la forma ad orecchio di coniglio era molto più indicata. Da allora il mercato è stato invaso da tutti vibratori in forma di conigli e poi si sono ulteriormente evoluti.
I vibratori spesso permettono alle donne di raggiungere l’orgasmo velocemente e facilmente, ma non per questo realizzano orgasmi più intensi di quelli prodotti in altro modo: l’orgasmo è sempre quello, ma il tipo di stimolazione può sostituire un partner assente, o inesperto, incapace di dare piacere.
L’uso del vibratore può essere anche usato nei preliminari, sotto forma di gioco erotico.
Tipologie di Vibratori
Oggi i vibratori sono di diversi tipi: a batteria, a corrente elettrica, con regolatori di velocità ed altri accessori.
I vibratori si dividono in: vibratori classici, vibratore rabbit, vibratori clitoridei, vibratori G-Spot, vibratori Strap On, vibratori per coppie, vibratori anali, vibratori mini e maxi, vibratori musicali, vibratori hi-tech e ovetti vibranti (in inglese Love Eggs).
Il materiale utilizzato è in genere il silicone, che trasmette una sensazione di flessibilità e maneggevolezza. La lunghezza varia dai 14 ai 21 centimetri ed il diametro massimo raggiunge i 4,5 cm, il peso 0-200 g.
Le stimolazioni possono essere adatte per gli organi genitali esterni (clitoride) o interni (punto G, anche se non è ancora provato che esista).
Il costo va dai 30 fino a oltre i 100 euro.
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it