Buonasera Dottore, le vorrei sottoporre una questione spinosa (e dolorosa) che solo in parte è già stata trattata in precedenza, ma non mi fornisce elementi esaustivi alla miglior comprensione del mio caso. Da qualche anno ho una relazione con un uomo molto più grande di me, del quale sono stata sicuramente innamorata nei primi tempi ma verso cui nutro sentimenti contrastanti da parecchi mesi. Il motivo principale della mia confusione affettiva si può attribuire alla grave superficialità con cui il mio compagno mi ha esortata a lasciare la mia città, lavoro ed amici, per trasferirmi da lui, proponendomi di costrurci una famiglia. Ben presto è emersa la sua totale incapacità di far fronte alle esigenze economiche di una coppia, tantomeno di un’intera famiglia. Le difficoltà sono cresciute a tal punto e così rapidamente da obbligarmi a rinunciare alle mie aspirazioni professionali per far fronte a mia volta al mantenimento di entrambi. Ora lui vive una situazione lavorativa precaria, aggravata da precedenti debiti gravosi di cui ero all’oscuro fino a poco tempo fa, ed io, non sopportando più la situazione, ho lasciato il lavoro frustrante che mi ero trovata per sostenerlo e mi sono presa un periodo sabbatico tornando a far base temporanea dalla mia famiglia, più che mai decisa a rimettere insieme i frammenti della mia vita a partire dal settore professionale, in cui mi sono buttata a capofitto con già qualche primo risultato gratificante.
E’ però accaduta una cosa impensabile che mi ha completamente messa sottosopra: dopo poche settimane, si è rifatto vivo il mio ex “storico”, l’uomo più importante della mia vita, dal punto di vista emotivo e professionale, con cui la storia era finita in seguito al suo comportamento patologicamente anaffettivo, lasciandomi un grosso senso di vuoto e di sconforto. Non ci sentivamo nè vedevamo da anni, impossibile sapesse la mia situazione (non abbiamo mai avuto amici in comune), eppure è arrivato proprio ora… Ci siamo rivisti, è accaduto quanto era prevedibile e non me ne dispiace, credo anzi riaccadrà. E’ stato bello ed emozionante per entrambi. Ora però mi trovo fra due uomini dei quali uno mi ama ed io non so cosa provo, mentre probabilmente amo l’altro che però non sa cosa prova. La soluzione migliore sarebbe proobabilmente allontanarmi da entrambi, ma so già che non lo farò. Quindi, in concreto, cos’è meno peggio: decidere di stare con un uomo che amo ma che non sa cosa prova (e che quindi non fa progetti a lungo termine e poi magari un giorno sparirà com’è già successo, e non per un’altra ma per star solo con se stesso), o vivere accanto ad uno che mi ama e ci sarà sempre, ma mi rende impossibile provare emozioni e -come l’altro anche se per motivi diversi- fare progetti di vita? Mi scuso per la prolissità e ringrazio per l’attenzione
Gentilissima,
A mio avviso non vi è un “meglio” e un “peggio” netto e definito: quello che ad esempio potrebbe essere meglio per la sua vita sentimentale potrebbe essere peggio per la sua carriera o per la sua situazione economica, e così via. Del resto, è difficile e spesso impossibile scegliere di stare insieme a due persone che, come in questo caso, si completano a vicenda. Il suggerimento che appare più opportuno dunque, come lei stessa evidenzia, è quello di allontanarsi da entrambi. Poiché però lei sa già che questo non lo farà, le dico che sicuramente la scelta che appare più rischiosa è quella di mettersi nelle mani di chi “non sa cosa prova”: se fosse lei a non sapere cosa prova, potrebbe comunque prevedere varie opzioni/soluzioni, mentre nell’altro caso non le resterebbe che accettare gli eventi.
Auguri.
Dr. Walter La Gatta
Immagine:Wikimedia
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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