Thomas Mann: una biografia
Thomas Mann (1875-1955) è stato uno degli scrittori tedeschi più importanti del XX secolo, premio Nobel per la letteratura nel 1929, noto per la sua prosa raffinata, le sue opere dense di simbolismi e per l’approfondita analisi dell’animo umano e della società borghese.
I suoi grandi romanzi, I Buddenbrook, La montagna incantata, Doctor Faustus e alcuni dei suoi racconti, come Tonio Kröger e La morte a Venezia sono diventati dei riferimenti universali. Conosciamone allora la biografia.
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Anni giovanili
Nato il 6 giugno 1875 a Lubecca, una città della Germania del Nord, Thomas Mann crebbe in una famiglia borghese di commercianti benestanti.
Suo padre, Thomas Johann Heinrich Mann, era un senatore e ricco imprenditore; inoltre, per due volte era stato sindaco della sua città. Sua madre, Júlia da Silva Bruhns, era d’ascendenza tedesca ma di nascita brasiliana: era tornata in Germania all’età di sette anni, mantenendo una particolare predilezione per la musica portoghese.
Il padre di Thomas era protestante, la madre cattolica; Thomas venne educato secondo la confessione luterana del padre e gli furono inculcati i valori allora dominanti della borghesia e dell’ordine sociale. Dalla madre Thomas ereditò invece l’amore per l’arte. In famiglia vi erano in tutto cinque figli, fra cui due sorelle, che si suicidarono, ed Heinrich (1871-1950), che come Thomas sarebbe diventato romanziere.
Nel 1891 gli morì il padre, per cui l’azienda di famiglia venne liquidata e la famiglia Mann si trasferì a Monaco, nel sud della Germania. In questo periodo Thomas Mann si innamorò di un coetaneo, Paul Ehrenberg, violinista. Questo innamoramento omosessuale fu il secondo, dopo quello provato al liceo, per un compagno di scuola che non lo amava, ma al quale Thomas ebbe il coraggio di confessare i suoi sentimenti.
Nonostante fosse destinato a una carriera mercantile come suo padre, Mann abbandonò gli studi commerciali e si dedicò alla scrittura.
Studiò letteratura, storia e scienze presso l’Università Ludwig Maximilian di Monaco e l’Università tecnica di Dresda. Durante questo periodo, frequentò circoli intellettuali e artistici, entrando in contatto con le idee del modernismo e con le teorie di Schopenhauer e Nietzsche, che avrebbero segnato in modo indelebile la sua visione del mondo.
Dopo un breve periodo trascorso in Italia (Roma e Palestrina) insieme al fratello Heinrich, nel 1896, Thomas tornò a Monaco, dove cominciò a scrivere per il giornale satirico Simplicissimus e scrisse anche la sua prima novella, Il piccolo signor Friedmann.
Le letture dei filosofi Nietzsche e Schopenhauer tuttavia, non contribuivano a migliorare il tono dell’umore del giovane scrittore, il quale a causa della depressione arrivò in quel periodo ‘vicino al suicidio’, come ebbe a dire in seguito.
Il servizio militare, iniziato nel 1900, finì dopo soli tre mesi in quanto Mann fu riformato per ‘problemi psicosomatici’: soffriva infatti di ipocondria e non riusciva a tenere sotto controllo la sua forte emotività. Inoltre, sebbene fosse di bell’aspetto, con occhi azzurri e capelli neri, era sempre pallidissimo.
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I Buddendbrook e altre novelle
La sua prima opera importante fu il romanzo I Buddenbrook: Decadenza di una famiglia (1901), un ritratto della sua stessa famiglia e della borghesia tedesca. Il romanzo, che esplora il declino di una famiglia di commercianti nel corso di diverse generazioni, fu accolto con entusiasmo dalla critica e divenne il suo primo grande successo. L’opera rivela già le caratteristiche tipiche della prosa di Mann: uno stile colto e introspettivo, una profonda analisi psicologica e un’attenzione ai dettagli simbolici.
Coi Buddenbrook, Mann metteva in scena i pericoli che minacciano il sistema dei valori borghesi tradizionali, ai quali al tempo credeva fermamente, ma soprattutto si chiedeva se sono compatibili arte e vita: da un lato l’ethos borghese, basato sulla produzione ed il commercio e dall’altro il mondo dell’arte, con le sue incognite, le sue inquietudini spirituali, le imprevedibilità, i rischi e talvolta l’abisso.
Thomas aveva solo 25 anni quando fu pubblicato il romanzo: questo libro gli dette subito fama e successo.
Nel 1903 pubblicò ‘Tonio Kröger’, la storia di un’amicizia, al confine con l’amore, del giovane Tonio per il giovane e biondo Hans e la bella Ingeborg.
Dello stesso periodo è “Tristano” (1903), un’opera che esplora la dicotomia tra amore romantico e malattia. Questi temi rimarranno centrali nella sua successiva produzione letteraria.
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Il matrimonio
Nel 1905 si sposò con Katia Pringsheim, nata il 24 luglio 1883 a Feldafing presso Monaco. Era una ragazza di famiglia molto benestante: studiava matematica e fisica all’Università e suo padre era docente universitario.
Si erano conosciuti nel febbraio del 1904, quando Thomas vide Katia nel tram su cui la ragazza viaggiava per andare all’università. Lo scrittore rimase colpito da una risposta impertinente che la ragazza diede al bigliettaio, quando questi volle impedirle di scendere.
Thomas chiese ad amici comuni di essere presentato ai Pringsheim, per conoscere Katia, la quale in un primo momento non sembrò particolarmente attratta dal giovane pretendente.
L’episodio fu narrato in “Altezza reale” (1909), il suo secondo romanzo, incentrato sulla figura del principe Klaus Heinrich, regnante in un piccolo Stato immaginario, e sulla sua vita di corte fatta di regole e di fastose apparenze. Alla fine della storia il principe sposerà la figlia di un miliardario americano.
Con Katia, Thomas mise al mondo sei figli : Erika (che fu attrice e scrittrice, dichiaratamente bisessuale), Klaus (autore di Mefisto e Il Vulcano, con il quale il padre ebbe rapporti difficili perché non accettava la dichiarata e troppo evidente omosessualità del figlio) Golo (Angelus Gottfried Thomas, scrittore e storico) e inoltre Monika, Elisabeth e Michael.
Katia era al corrente della bisessualità del marito, ma la accettò, senza problemi.
Il pensiero conservatore e l’incontro con la psicoanalisi
Negli anni precedenti la prima guerra mondiale, Mann fu un fervente sostenitore dei valori della borghesia e della tradizione, vedendo con diffidenza il modernismo politico e culturale.
Tuttavia, questa posizione cambiò radicalmente nel corso degli anni successivi.
“Morte a Venezia” e inizio de “La montagna incantata”
Nel 1912 Mann passò tre settimane insieme alla moglie, malata, presso il sanatorio di Davos e cominciò lì a scrivere il romanzo “La Montagna Incantata”, pensando di scrivere una breve novella. In realtà ne venne fuori un romanzo molto corposo, che molti considerano il suo capolavoro.
Nel 1912 pubblicò “La morte a Venezia”, un romanzo breve, destinato a suscitare grande scalpore in quanto incentrato sull’amore omosessuale di un uomo maturo per un giovane. E’ una storia d’amore e di morte, metafora di una società europea che si andava disfacendo, con l’avvicinarsi della prima guerra mondiale.
”La Morte a Venezia”, come scrisse Mann sul suo diario, non è frutto di fantasia, ma del suo reale innamoramento per un giovane polacco. Personaggio principale del romanzo è Gustav Von Aschenbach (il personaggio sembra ispirato a Gustav Mahler), celebre poeta in vacanza a Venezia, che viene attratto dal bellissimo ragazzo Tadzio. Per lui resterà nella città colta da un’epidemia di colera, per lui si avvierà alla morte. Il romanzo riflette la sensibilità psicoanalitica dello scrittore e il tema della repressione.
La prima guerra mondiale
Nel 1914 scoppiò la prima Guerra mondiale: Mann aveva allora delle idee molto conservatrici ed a favore della Germania. Con il saggio “Pensieri di guerra”, sostenne la causa tedesca, in aperto contrasto con il fratello Heinrich, pacifista convinto e uomo ‘di sinistra’.
In quest’ottica, Mann scrisse “Considerazioni di un impolitico” (pubblicato nel 1918), un saggio in cui difendeva l’idea di una Germania tradizionalista e critica nei confronti della modernità democratica.
Le riflessioni raccolte in questo libro lo portarono a una grave lite con il fratello Heinrich.
Durante la prima guerra mondiale, il romanzo La montagna incantata fu momentaneamente accantonato, perché l’autore non riusciva più a dedicarsi alla scrittura, visti i tragici accadimenti che portava con sé la guerra.
Incontro con la psicoanalisi
Le idee di Sigmund Freud e della psicoanalisi giocarono un ruolo fondamentale nell’evoluzione del pensiero di Mann. Freud offrì a Mann una lente attraverso la quale esplorare la complessità della psiche umana, e la dicotomia tra desiderio e repressione divenne uno dei suoi temi centrali. Anche il nichilismo di Nietzsche lasciò un segno indelebile nella sua opera, soprattutto nel modo in cui Mann trattò la decadenza della società e della morale.
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La Montagna Incantata
Dopo la Prima guerra mondiale, Mann era ormai divenuto un fiero oppositore del fascismo e del nazismo. La sua scelta, forse più filosofica ed umanitaria che prettamente politica, era decisamente a favore della ragione, contro la barbarie. Cominciò a fare cicli di conferenze e riprese a lavorare su La montagna incantata (pubblicato nel 1924), considerato uno dei suoi capolavori.
Il libro, ambientato in un sanatorio per malati di tubercolosi sulle Alpi svizzere, è una meditazione sulla vita, la morte, il tempo, l’amore e la malattia.
E’ la storia, quasi del tutto priva di intreccio, del giovane Hans Castorp nel sanatorio di Davos, nei Grigioni, dove doveva rimanere tre settimane, per fare compagnia al cugino Joachim, e dove invece rimase sette anni, in una sorta di microcosmo sospeso tra la vita e la morte, riflettendo sulle grandi questioni esistenziali del suo tempo.
Sulla montagna ‘incantata’ si vive il tempo in modo diverso da quello che accade in ‘pianura’ e diverse sono le esperienze, le abitudini, le aspettative di queste persone che sono ammalate e pertanto più a contatto con la morte.
Nel libro emergono chiaramente i nuovi interessi di Mann, come la psicoanalisi, lo spiritismo, i dibattiti filosofici e le nuove idee politiche. Il romanzo cattura inoltre lo spirito dell’epoca e il senso di crisi che attraversava l’Europa dopo il conflitto mondiale.
Il Nobel
Nel 1929, Thomas Mann vinse il Premio Nobel per la letteratura, principalmente per il suo primo romanzo I Buddenbrook. L’assegnazione del premio confermò la sua statura internazionale come uno dei principali scrittori del suo tempo. In quel tempo aveva da poco iniziato la tetralogia biblica Giuseppe e i suoi fratelli, cui lavorò per 15 anni. Essa comprende: Le storie di Giacobbe, Il giovane Giuseppe, Giuseppe in Egitto e Giuseppe il nutritore. Per molti critici questo è il vero capolavoro di Thomas Mann.
Corrispondenza con Freud
E’ di questo periodo una breve corrispondenza con Sigmund Freud del quale lo scrittore leggeva con attenzione le opere e condivideva, anche per motivi personali, la teoria della bisessualità.
Il nazismo e l’esilio
Con l’ascesa al potere di Adolf Hitler e del regime nazista, Mann, che si era ormai allontanato dalle sue precedenti posizioni conservatrici, si schierò apertamente contro il fascismo. La sua opposizione al regime lo costrinse all’esilio nel 1933, quando lasciò la Germania con la sua famiglia e si trasferì prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti nel 1938.
Nel 1936 scrisse una lettera aperta, pubblicata sul quotidiano svizzero “Neue Zurcher Zeitung” che viene citata come uno dei testi base della Resistenza europea e che gli costò la perdita della cittadinanza tedesca, per lui e per i suoi familiari. Lo stesso anno Klaus, figlio dello scrittore, pubblicò Mephisto, un romanzo basato su arte, politica e i pericoli del compromesso. Questo libro prefigura Doktor Faustus, che poi scriverà Mann-padre: pubblicato nel 1947, è un altro capolavoro, in cui il protagonista, Adrian Leverkühn, è un compositore che vende la propria anima al diavolo. Il romanzo è una potente allegoria della Germania sotto il nazismo.
Negli Stati Uniti, Mann visse principalmente a Pacific Palisades, in California, e insegnò per un periodo all’Università di Princeton. Qui frequentò altri esuli illustri, come Bertolt Brecht, Arnold Schoenberg, Walter Adorno, Bruno Walter, e Igor Stravinski. Nonostante la sua vita da esule, non perse mai il contatto con le questioni europee, partecipando attivamente al dibattito politico e culturale internazionale.
Nel 1949, a Cannes, morì il figlio Klaus, per overdose da droga: fu suicidio.
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Gli ultimi anni e la morte
Nel 1952 Mann tornò in Europa, stabilendosi in Svizzera, a Zurigo. Continuò a scrivere fino agli ultimi anni della sua vita, mantenendo la sua posizione di intellettuale di spicco.
Nel 1953 uscì il racconto “L’inganno”, e l’anno successivo “Le confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull”, l’ultimo suo grande successo.
Il 12 Agosto 1955 morì a Kilchberg, nei pressi di Zurigo, lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo.
Trasposizioni cinematografiche
Diverse opere di Thomas Mann ebbero una trasposizione cinematografica. Tra queste ricordiamo le versioni de I Buddenbrook di Alfred Weidemann (1959) e poi di Franz Peter Wirth (1978), di Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971), di Lotte in Weimar di Egon Günther e de La montagna incantata di Hans W. Geißendörfer (1982).
Dr. Giuliana Proietti
Imm. Wikimedia
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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