Pazzi come noi: come gli statunitensi esportano il proprio modello di malattia
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I timori di molti psichiatri europei potrebbero presto realizzarsi. All’inizio di questa settimana, Psychiatric News ha riportato che l’American Psychiatric Association ha iniziato una petizione fra i vari organismi che sorvegliano le modifiche all’ICD , ovvero la International Classification of Diseases, (Classificazione Internazionale delle Malattie), per chiedere loro di adottare le modifiche più controverse del DSM-5 .
Secondo Psychiatric News, l’APA avrebbe chiesto formalmente all’ICD di includere sette nuovi disturbi elencati nel DSM-5 , anche se non inclusi nell’ICD-9- CM o nell’ICD-10-CM.
Essi riguardano la sindrome da alimentazione incontrollata (binge-eating disorder), il disturbo esplosivo di disregolazione dell’umore (disruptive mood dysregulation disorder), il disturbo di comunicazione sociale (social – pragmatic – communication disorder), il disturbo di accaparramento (hoarder disorder), il disturbo di escoriazione della pelle (skin picking disorder) e il disturbo disforico premestruale (premenstrual dysphoric disorder), la cui storia controversa è relazionata qui . Inoltre, l’ APA ha chiesto che l’ICD – 10- CM includa la disforia di genere negli adolescenti e negli adulti , in luogo del disturbo di identità di genere, recentemente inserito, poiché l’organizzazione ha ” rivisto la concettualizzazione e la terminologia ” del problema definito.
L’obiettivo dell’APA è chiaramente quello di rendere i due sistemi diagnostici convergenti al massimo, al fine di garantire una maggiore coerenza e di evitare di mettere insieme aspetti molto diversi fra loro nella ricerca psichiatrica. Il risultato, se la petizione verrà approvata, sarà probabilmente quello di esportare in Europa e in altre zone una serie di disturbi ancora oggetto di controversie e, in base ai risultati delle prove condotte sul campo dalla stessa APA , ancora molto bisognosi di ricerche approfondite.
Lo scorso novembre, val la pena ricordare, Psychiatric News ha riferito che negli esperimenti condotti sul campo dall’APA per il DSM-5 , nove su 23 diagnosi per adulti o bambini, generate in condizioni di realtà, hanno mostrato un’affidabilità diagnostica da ” discutibile ” a ” inaccettabile”.
I criteri, secondo il rapporto, sono stati testati da ottobre 2010 a febbraio 2012 da 279 medici in 11 centri accademici negli Stati Uniti e in Canada. A questo va aggiunto che sono stati classificati i risultati come ” molto buoni” anche se i criteri delle sperimentazioni sul campo del DSM-IV li avrebbero fatti registrare semplicemente come “corretti” e che, nonostante non sia stato effettuato un fondamentale secondo round di test per determinare il numero di probabili falsi positivi o di diagnosi errate derivanti dalle loro nuovo proposte, il vice presidente , il presidente, e i membri della task force del DSM-5 hanno ammesso a malincuore che: “le evidenze in letteratura indicano che gli attuali criteri diagnostici per un certo numero di disturbi mentali non sono chiari”.
CITTA' DI RICEVIMENTO - COSTI
Nonostante tale preoccupante ambiguità nella ricerca svolta per inquadrare e definire le nuove aggiunte, l’ APA a quanto pare ora si sente pronta a sollecitare l’ ICD e la popolazione enorme che essa rappresenta, per ottenere l’inclusione, per approvazione, degli stessi disturbi.
Con il suggerimento che l’ ICD potrebbe adottare l’impreciso e molto controverso disturbo d’ansia così come il disturbo da sintomi somatici, attribuendo dei codici diagnostici sia per la presenza ( 294,11 [ F02.81 ] ) che per l’assenza ( 294.10 [ F02.80 ] ) di disturbi del comportamento, il direttore della ricerca dell’APA Darrel Regier ha categoricamente contraddetto il precedente annuncio della sua organizzazione circa le prove condotte sul campo nell’annunciare la recente petizione : “Per queste condizioni, non vi è alcun dubbio sul fatto che esse soddisfino i criteri di un disturbo neurocognitivo maggiore e vi sia la necessità di un intervento se sono presenti disturbi comportamentali”.
In questi momenti, può essere utile ricordare che il disturbo di disregolazione dell’umore nacque come “disturbo di disregolazione del temperamento”, un ballon d’essai lanciato “per affrontare le preoccupazioni circa il potenziale eccesso di diagnosi e di trattamento del disturbo bipolare nei bambini “. Il problema, introdotto nel precedente DSM – IV dell’APA, deriva dal fatto che i suoi comitati hanno definito il Disturbo Bipolare II come un disturbo per il quale non è necessario osservare segni di mania; una decisione che ha contribuito a produrre un inedito incremento della diagnosi di quaranta volte.
Fino a quando la proposta di aggiungere il “disturbo di disregolazione del temperamento” ha provocato preoccupazione in tutto il mondo, senso del ridicolo e incredulità, per l’accento posto sui ” gravi scoppi di collera ricorrenti in risposta a fattori di stress comuni “, che avrebbe potuto facilmente patologizzare i capricci e i crolli dei bambini, la Task Force del DSM-5 ( senza offrire alcuna spiegazione o motivazione per la sostituzione) ha deciso un nuovo nome, ma ha ritenuto di mantenere validi gli stessi criteri. Questo è lo stesso disturbo che ora si vorrebbe convincere l’Europa e le altre aree che utilizzano l’ICD ad adottare.
All’inizio di quest’anno, in un articolo dal titolo ““Why DSM-5 Concerns European Psychiatrists” lo psichiatra parigino Patrick Landman ha osservato , ” il DSM ha portato ad una crescente medicalizzazione delle emozioni, per cui le distinzioni tra la normalità, le sue variabilità e le sue patologie sono scomparse”.
Il manuale, ha continuato, ” ha anche causato un’inflazione in diagnosi psichiatriche che sono sia clinicamente che scientificamente discutibili e che includono tutte le categorie o le chimere che sono la fonte delle epidemie artificiali, con il risultato che gli psicofarmaci sono sempre più prescritti per i bambini e che, a loro volta, essi producono degli effetti secondari, quali obesità, malattie cardiache, dipendenze o overdose, incidenti, perdita delle inibizioni, atti violenti , ecc , per non parlare degli effetti psicologici relativi alla famiglia e agli aspetti sociali, come lo stigma o il senso di esclusione causato dall’aver ricevuto erroneamente una diagnosi psichiatrica, in caso di falso positivo”, ha avvertito , “la concezione di diagnosi psichiatrica del DSM come una condizione immutabile anziché come una condizione in evoluzione ha promosso una confusione tra prevenzione giustificata e previsione casuale che può a volte costituire un pericolo per le libertà civili ” .
Il disturbo di disregolazione dell’umore e il disturbo disforico premestruale sono, per questi esperti , esempi classici di quella confusione. Qualora l’ APA non riesca ad ottenere l’approvazione ICD per questi disturbi, la conseguenza naturale è quella di esporsi all’accusa di aver elencato fra i disturbi mentali condizioni mediche imprecise o fenomeni prettamente americani: un effetto dovuto o alla nostra cultura o all’organizzazione che pubblica il suo più influente manuale psichiatrico.
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Chiaramente, l’ APA vuole evitare tale risultato, e far si che le sue definizioni sembrino globali anziché parrocchiali o, in alcuni casi, non-inevitabili. Ma l’ organizzazione utilizza il linguaggio della convergenza, come Landman e altri vorrebbero, o cerca di imporre ad altri i propri sistemi di diagnostica chiedendo di adottare i propri cambiamenti molto controversi, per mascherare il proprio status in quanto tale ?
In Crazy Like Us, un racconto avvincente della ” globalizzazione della psiche americana” Ethan Watters suggerisce questo. Come Landman, egli esprime la preoccupazione che gli psichiatri occidentali, con buone intenzioni ma sbagliando, contribuiscano ad esportare imprecise, a volte false concezioni della malattia mentale. Il risultato, come afferma nel suo meticoloso lavoro, è più vicino alla medicalizzazione – e alla banalizzazione – piuttosto che ad un utile confronto di conoscenza e comprensione. “Stiamo appiattendo il paesaggio della psiche umana “, avverte. ” Siamo impegnati nel grande progetto di americanizzazione della comprensione della mente umana a livello mondiale”.
Prof. Christopher Lane
Immagine:
Photo by Brett Sayles: https://www.pexels.com/photo/man-standing-on-stage-facing-an-american-flag-1340504/
Articolo originale:
Crazy like us: How the U.S. export its models of illness
Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it
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Christopher Lane
Professore di Inglese presso la Northwestern University, autore del libro The Age of Doubt. Si interessa di psichiatria, in particolare della storia del DSM e della trasformazione della timidezza in fobia sociale, oltre che di religioni.
Leggi l’intervista rilasciata a psicolinea.
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