Sex Business: la prostituzione come scelta
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
La prostituzione è una delle professioni più antiche al mondo, intrecciata nella trama della storia umana sin dagli albori della civiltà. Questo fenomeno ha suscitato dibattiti morali, sociali e politici per secoli, riflettendo le tensioni e le dinamiche della società in cui è apparso. Cerchiamo di saperne di più.
La prostituzione ha origini antiche?
Si. Le radici della prostituzione risalgono all’antichità, con evidenze che risalgono a civiltà come quella sumera, babilonese, egizia e greca. In queste culture, la prostituzione era spesso associata ai rituali religiosi e al culto della fertilità. Le sacerdotesse nei templi antichi spesso offrivano i loro servizi sessuali come parte delle pratiche rituali, considerate un atto di devozione verso le divinità.
Nell’antica Roma, la prostituzione era diffusa e regolamentata dallo Stato. Le donne chiamate “meretrices” operavano in luoghi come le terme, i bordelli e le strade principali delle città. Alcune di esse potevano guadagnare una considerevole ricchezza e influenza sociale. Anche nell’Impero Bizantino, la prostituzione era presente e, in certi casi, tollerata o persino istituzionalizzata.
Durante il Medioevo, la Chiesa cattolica condannava la prostituzione come peccato e crimine morale, ma nonostante ciò, era ancora diffusa in molte città europee. Nel Rinascimento, la prostituzione fiorì nelle corti dei nobili e nelle grandi città, dove le cortigiane erano spesso considerate come figure di status sociale ed economico.
Cosa ne è stato della prostituzione nel mondo moderno e contemporaneo?
Con la rivoluzione industriale, la prostituzione si è diffusa ulteriormente nelle città in rapida espansione, dove le condizioni di vita erano spesso misere e le opportunità di lavoro scarse. Nel XIX e XX secolo, molti paesi hanno introdotto leggi per proibire o regolamentare la prostituzione, spesso in risposta a preoccupazioni morali o sanitarie.
Nel mondo contemporaneo, la prostituzione continua ad esistere in molte forme e contesti diversi. In alcuni stati è legalizzata e regolamentata mentre in altri è criminalizzata e perseguita penalmente.
Il dibattito sulla prostituzione rimane ancora molto acceso e controverso. Alcuni sostenitori dell’abolizionismo chiedono la criminalizzazione dei clienti e la protezione delle persone coinvolte nella prostituzione, considerando la prostituzione una forma di violenza e sfruttamento sessuale. Altri sostengono il modello della legalizzazione e regolamentazione, sostenendo che questo possa fornire maggiore sicurezza e protezione per le persone che scelgono di lavorare come prostitute.
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Come si è diffusa l’abitudine di andare con le prostitute?
Storicamente l’utilizzo della prostituzione è attribuibile (Federici S., Fortunati L, Il grande Calibano. Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale, Franco Angeli, 1984) alla nascita dell’esercito e della marina, e al permanere di un clero maschile reso forzatamente celibe, ma non desessualizzato, al disequilibrio nel mercato del matrimonio, che si registra con il progredire della crescita della popolazione urbana; al maggior accesso al denaro da parte del proletariato maschile, che ha reso possibile un maggior numero di scambi con le prostitute e, da ultimo, alla diversificazione della prestazione sessuale tra moglie da un lato e prostituta dall’altro.
Il/La sex worker sceglie liberamente la sua professione?
Nella storia la prostituzione autenticamente volontaria è sempre risultata marginale: in genere le donne sono ricorse alla vendita del proprio corpo per scopi sessuali quando era loro precluso il mondo del lavoro e qualsiasi altra attività extra-domestica, per arrotondare i redditi familiari.
Nel mondo contemporaneo le persone che si avvicinano alla prostituzione lo fanno per ragioni diverse:
– Economiche: La povertà e la mancanza di alternative lavorative rappresentano motivazioni comuni, soprattutto in contesti di disuguaglianza economica.
– Traumi e vulnerabilità: Studi psicologici evidenziano come molte/i sex workers abbiano un passato segnato da abusi o esperienze traumatiche, che possono influenzare la loro scelta o costrizione verso il sex work.
– Libera scelta: Sebbene meno frequente, esiste una minoranza che sceglie questa professione per motivi personali, come la ricerca di autonomia economica o di libertà sessuale.
Da quanto tempo si parla di prostituzione come sfruttamento?
La denuncia dello sfruttamento sessuale delle donne è iniziata nella seconda metà dell’ottocento, in Inghilterra, quando si è cominciato a parlare della pesante degradazione della persona e dello sfruttamento da parte del protettore, che spesso era lo Stato.
Dopo la seconda guerra mondiale la comunità internazionale ha tentato di contrastare i traffici e lo sfruttamento della prostituzione, lasciando comunque aperta la strada alle donne che sceglievano questo come professione, in piena consapevolezza, e senza che vi fossero situazioni di controllo delle sue azioni e della sua volontà. Nel 1949 fu siglata la Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico delle persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui.
Questo trattato internazionale ha riconosciuto in linea generale la necessità di criminalizzare qualsiasi forma di sfruttamento sessuale, di tratta e organizzazione della prostituzione e il diritto di praticare in modo autonomo tale attività, vietando però espliciti inviti al libertinaggio o il ricorso a molestie.
Come è stata regolata la prostituzione in Italia?
L’Italia ha recepito la logica abolizionista sopprimendo, fin dal 1958, le 560 case chiuse presenti sul territorio nazionale, che ospitavano 2705 prostitute. L’abolizione istituzionale però non ha cancellato la prostituzione, che ha cominciato a riprodursi in forma clandestina, mascherata da facciate di legalità, dove la figura del protettore ha continuato a giocare un ruolo di rilievo. Del resto le prostitute vedono ancora nella figura del ‘magnaccia’ una persona che può tutelarle contro le aggressioni di strada e dei clienti.
Cosa c’è dietro la scelta apparentemente “libera” di dedicarsi alla prostituzione?
Anche le donne che decidono di dedicarsi volontariamente alla prostituzione, sono perlopiù costrette dalla miseria, dall’ignoranza o dalla tossicodipendenza. Oggi in Italia le prostitute sono in maggioranza giovani e straniere. In considerazione del basso status cui le operatrici del sesso appartengono e alla luce di quanto dichiarato da chi è riuscita ad affrancarsi da questa vita, appare evidente che sono il degrado e l’indigenza e dunque la debolezza e il bisogno, a spingere le donne verso questa professione.
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La prostituzione è in mano alla criminalità?
In gran parte si. Oggi numerosi networks criminali si occupano, sul piano internazionale, di reclutare e trasferire le prostitute da un Paese all’altro, perché la vendita di servizi di natura sessuale è molto redditizia, specialmente quando le prestazioni coinvolgono soggetti minorenni e sono particolarmente cruente e pericolose per la donna.
Quanto è diffusa la prostituzione?
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il mercato del sesso rappresenta una significativa fetta dell’economia informale mondiale, generando miliardi di dollari ogni anno.
Quali sono i problemi di chi si dedica al sex work?
Dal punto di vista psicologico, le/i sex workers possono affrontare una serie di problematiche, tra cui:
– Lo stigma sociale legato alla prostituzione, che è una fonte significativa di stress e isolamento, spesso aggravato dalla criminalizzazione e dalla marginalizzazione sociale.
– Esposizione a forme di violenza fisica, psicologica e sessuale, che possono lasciare segni profondi sulla salute, fisica e mentale.
– Le condizioni di lavoro precarie, che aumentano il rischio di disturbi d’ansia, depressione e PTSD.
La legalizzazione della prostituzione potrebbe essere una soluzione?
La legalizzazione della prostituzione è spesso presentata come una soluzione per ridurre lo sfruttamento e migliorare le condizioni di lavoro. Tuttavia, esperienze come quelle in Germania mostrano che la regolamentazione, pur migliorando le condizioni per alcune/i, non elimina del tutto i problemi di tratta e sfruttamento.
Dr. Walter La Gatta
Una intervista sulla Timidezza
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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