La sessuologa Helen Singer Kaplan: una biografia
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Nelle scuole di sessuologia italiane (e del mondo) uno dei pochi nomi importanti di riferimento, dopo Alfred Kinsey e William Masters e Virginia Johnson, è sicuramente quello di Helen Kaplan. Di lei si conoscono benissimo le opere, le teorie sulla sessualità, le linee guida per la psicoterapia sessuale, ma pochissimo si sa sulla sua vita e sulla sua persona.
Tutti coloro che si interessano di sessuologia si sono prima o poi imbattuti nello studio della fisiologia della risposta sessuale e nella clinica delle disfunzioni sessuali: tutti territori in cui è stata maestra Helen Kaplan (1976) la quale, critica verso le teorie di Masters e Johnson, elaborò il famoso modello trifasico della risposta sessuale (desiderio, eccitazione, orgasmo). Questo modello ha riscosso un vasto consenso tra gli studiosi ed è stato ripreso dal DSM (nell’ultima edizione con qualche leggera modifica) per definire e classificare le disfunzioni sessuali, considerate come alterazioni della risposta psicofisiologica lungo le tre fasi.
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Best sellers sono stati anche tutti i suoi libri. In lingua italiana sono usciti il Manuale illustrato di terapia sessuale (Feltrinelli), Nuove terapie sessuali (Bompiani), I disturbi del desiderio sessuale. Gli sviluppi teorici e pratici della nuova terapia sessuale (Mondadori) e Dare un senso al sesso. Nuovi fatti e nuove idee per i giovani (Feltrinelli): alcuni di essi sono in continua ristampa.
Provate però a cercarla su Google… Dal poco che si trova, non si capisce nemmeno se sia ancora in vita oppure no. Facendo dunque una ricerca certosina sui testi in lingua inglese ho scoperto molte informazioni che la riguardano, che ho deciso di condividere e che qui di seguito provo a raccontare.
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Helen Singer Kaplan, il cui vero nome era semplicemente Helen Singer, nacque il 6 Febbraio 1929, a Vienna. I suoi genitori erano piuttosto benestanti e gestivano una gioielleria. A 11 anni Helen emigrò, con i genitori ed il fratello minore Frank, dapprima a Budapest e poi negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste.
All’età di 18 anni divenne cittadina americana (1947). Il suo interesse principale era sicuramente l’arte, tanto che si laureò con lode, nel 1951, in Belle Arti, presso la Syracuse University. In questo periodo conobbe quello che sarebbe stato il suo primo marito, Harold I. Kaplan (1928-1998), uno psichiatra, di cui molti ricorderanno il suo famoso testo di “psichiatria clinica” (di Harold I. Kaplan e Benjamin J. Sadock). Harold si era laureato presso il New York Medical College nel 1949, all’età di 21 anni (poi sarebbe diventato docente di psichiatria presso la NYU School of Medicine).
Helen cominciò anche lei ad interessarsi alla psicologia: frequentò la Columbia University, dove ricevette un master in psicologia nel 1952, per poi prendere la laurea vera e propria in psicologia nel 1955. Con Harold ebbe tre figli: Philip, Peter e Jennifer.
Nel 1959 Helen Kaplan divenne dottore in medicina presso il New York Medical College e, nel 1970, completò la sua formazione con un corso di psicoanalisi. Svolse il tirocinio presso i Veterans Administration hospitals and clinics a Montrose, N.Y., e presso il Bronx Hospital, per poi passare al Bellevue Hospital e al New York Medical College-Metropolitan Hospital Center.
Dal 1960, nella prima fase della sua carriera professionale, la Kaplan cominciò a lavorare come assistente di psichiatria presso il New York Medical College e come “associate attending psychiatrist ” presso i Metropolitan, Flower and B.S. Coler Hospitals. In questi ospedali ricoprì anche il ruolo di capo dei servizi di consulenza psicosomatica e fu co-direttore dell’unità di terapia comportamentale, nonché Presidente dello Behavioral Science Teaching Program e direttore di un altro programma per donne residenti con i figli.
Elaborò alcuni corsi, come quello di psicofarmacologia e, più famoso, quello sulla sessualità umana, destinato a psichiatri e ginecologi.
Nel 1970 divenne titolare della cattedra di psichiatria presso il New York Hospital-Cornell Medical Center e, nello stesso anno, fu lei a fondare la prima clinica al mondo per la cura dei disturbi sessuali presso una scuola medica: si trattava dello Human Sexuality Program, presso la Payne Whitney Clinic, una delle più prestigiose cliniche americane e parte del New York Hospital-Cornell Medical Center. Ne rimase direttrice fino alla sua morte.
La sua attività le permetteva di guadagnare molto e il denaro per lei, forse per quello che aveva passato in gioventù, sembra avesse molta importanza. Un suo amico, lo scrittore Howard Fast (1914-2003, il cui più famoso romanzo è Spartacus, da cui venne tratto il film) ebbe a dire che la Kaplan gli aveva confidato che non avrebbe mai potuto sposare un uomo povero. Secondo Fast, Helen misurava tutto con il denaro ed aveva lo stesso atteggiamento di Jacqueline Kennedy: “E’ bello amare un uomo, ancor più bello se è un milionario”.
Come confermò anche il fratello di Helen, Frank Singer, che poi ebbe successo in California, lei aveva una forte personalità, ma gli uomini che la attraevano dovevano essere ancora più forti di lei. Dopo la fine del suo matrimonio con il Prof. Kaplan, Helen ebbe una storia con Sidney Harman (1918-2011), che era allora a capo di una compagnia che si occupava di elettronica (e che in seguito ebbe un incarico nell’amministrazione Carter e fu proprietario di Newsweek). Quando gli fu chiesto cosa la sessuologa Kaplan cercasse in un uomo, questa fu la risposta:
“Oh, ragazzi, ovviamente l’inverosimile, quello che non esiste in un uomo. Cercava competenza, successo professionale, charme e, comprensibilmente, affetto. Ci sono pochissimi uomini che sono una combinazione di tutto questo”.
Nel 1980 la Kaplan si sposò di nuovo con un imprenditore ricchissimo e di grande successo: Charles P. Lazarus (classe 1923, di Washington, tornato recentemente ad interessare la cronaca per aver venduto la sua splendida residenza di New York). Charles era un self-made man, che da ragazzo aveva aiutato il padre in un negozio di riparazione di biciclette e che, al ritorno dalla seconda guerra mondiale, aveva aperto in quegli stessi locali un negozio di giocattoli e mobili per bambini, cercando di emulare un suo zio che era commerciante di abbigliamento per bambini. Con molta fortuna e molto talento, nel tempo Lazarus divenne il re incontrastato dei giocattoli, facendo diventare la sua azienda (Toys”R”Us, con la R girata al contrario) il primo rivenditore di giocattoli, con più di 1450 punti vendita in tutto il mondo. La coppia, che aveva figli da precedenti matrimoni, durò 15 anni, fino alla morte di lei, avvenuta per cancro al seno, tre mesi dopo una mastectomia, nel 1995.
Quando Charles Lazarus si sposò con la Kaplan, sembra che i suoi guadagni non fossero poi molto dissimili da quelli, già molto cospicui, della moglie. Secondo la figlia di Lazarus, Ruth, la ex moglie di suo padre, Udyss (dal quale il padre aveva divorziato nel 1979), era stata una paziente della Kaplan. Secondo l’amico Howard Fast invece fu Lazarus stesso ad essere stato paziente della Kaplan (Lazarus ha in seguito confermato che la Kaplan effettivamente curò la moglie, ma non lui. Essendo la Kaplan una terapeuta della coppia è piuttosto verosimile che la Kaplan abbia conosciuto Lazarus in un contesto terapeutico).
Nell’accordo prematrimoniale, la coppia Lazarus-Kaplan aveva previsto che, in caso di divorzio, la sessuologa avrebbe ricevuto 20 milioni di dollari, mentre Lazarus poteva tenere per sé le case coniugali e il loro contenuto. La Kaplan non pensava forse di morire così giovane: sia la nonna che la madre erano arrivate ad età molto avanzate, la prima avendo avuto quattro mariti e la seconda tre mariti e una lunga convivenza.
Sicuramente era una persona che attribuiva molta importanza all’aspetto estetico (sembra che si mettesse ancora il rossetto ogni volta che riceveva visite, anche negli ultimi giorni della malattia) e temeva, forse a ragion veduta, che la malattia che l’aveva colpita avesse potuto farle perdere le attenzioni del marito ed anche il relativo controllo sulla situazione economica. Del resto anche Udyss, la ex moglie di Lazarus, aveva avuto problemi per cancro al seno ed era morta povera, senza nulla da lasciare ai figli, perché tutto quello che era suo se lo era preso il marito. Helen temeva di finire allo stesso modo.
Quando il cancro, dopo un primo periodo di ottimismo, si manifestò di nuovo, Helen chiese al marito di donare 20 milioni di dollari ai suoi figli. La sua era una preoccupazione ossessiva: quasi come se avesse avuto bisogno di riscattarsi verso di loro attraverso il denaro. Lazarus incluse la somma da destinare ai figli della moglie nel suo testamento: questi soldi sarebbero stati versati ai Kaplan dopo la sua morte (ma un testamento può essere sempre modificato… Ed i Kaplan non si fidavano).
A questo punto dunque, un giorno prima della morte, Helen fece pervenire al marito una richiesta di divorzio: probabilmente l’ultimo atto di una guerra fra coniugi che era durata per mesi, se non per anni.
La Kaplan amava molto e ammirava il marito, apprezzandone l’acume e il senso degli affari: lo considerava un genio, come confermò Howard Fast. Lazarus invece era attratto dal fascino e dalla fama della consorte. La coppia era famosa nella New York che contava ed aveva un tenore di vita altissimo, assai più alto di quello di qualsiasi medico newyorkese. Il loro appartamento era pieno di quadri di Picasso, Toulouse Lautrec, Rembrandt ed era ammobiliato con mobili originali Art Nouveau. Ricevevano spesso gli amici: a New York o nella loro casa vittoriana di Quogue, oppure nella villa alle Bahamas.
Dopo la morte della Kaplan iniziò dunque una battaglia legale con i figli maschi della sessuologa, (la figlia Jennifer si dissociò e partecipò, quattro mesi dopo la morte della madre, al nuovo matrimonio del patrigno con una decoratrice di interni, Joan Regenbogen). I figli della Kaplan sostennero che il tycoon dei giocattoli maltrattava la moglie e che addirittura una volta l’aveva anche spinta giù dalle scale, nella elegante casa dell’East End dove vivevano.
La famiglia della Kaplan, a pochi mesi dalla morte della loro congiunta cominciò a rivendicare il diritto all’eredità promessa e, non ricevendola, mise i panni sporchi in piazza. Si sapeva che la coppia, pur amandosi, era litigiosa e spesso per motivi di denaro, ma non si pensava che vi fossero in quella coppia ricca e famosa perfino delle violenze domestiche.
“Charles mi ha spinto giù per le scale”: questo sembra che la Kaplan abbia confidato al figlio Phillip Kaplan, medico patologo. L’altro figlio, Peter Kaplan, medico psichiatra, precisò al riguardo che la madre: “Non c’è dubbio che mostrava ferite compatibili con una caduta”. L’anziana madre della Kaplan, Sofie Kane, dichiarò al riguardo: “So che la gettò contro il muro, e lei è dovuta stare a casa per settimane in un letto ortopedico”. La cuoca, Linda Gordon, disse invece di aver trovato la Kaplan “in posizione fetale, mentre si lamentava e gemeva” dopo una caduta giù per le scale nella casa di famiglia. In seguito la cuoca affermò di ricordare una confidenza della sua titolare, che sosteneva di essere stata gettata giù dalle scale da suo marito.
In una dichiarazione giurata resa in tribunale, Lazarus spiegò che in nessun momento era stata discussa l’idea del divorzio fra lui e la moglie: “Lei era già malata a casa nostra, il giorno che è stata inviata quella comunicazione e, come medico esperto nel suo campo, sapeva che aveva poco tempo da vivere. In tali circostanze, l’idea che lei in realtà intendesse chiedere il divorzio e iniziare a vivere separata da me è inverosimile all’estremo”.
La telenovela familiare è poi continuata quando il figlio della Kaplan ha denunciato il patrigno per aver sottratto dei beni appartenenti alla madre, come alcuni regali di nozze, quadri (fra cui un Picasso), una collezione di pistole, fra cui la pistola a 20 colpi che la mamma gli aveva regalato per il suo tredicesimo compleanno (!), e per aver distrutto i casi clinici della madre e altre foto di famiglia che la sessuologa conservava nella casa delle Bahamas. Quando era andato in questa dimora di famiglia per trascorrervi le vacanze, il Dr. Kaplan figlio aveva scoperto che la casa stessa era stata venduta.
La biografia non particolarmente edificante di Helen Kaplan si interrompe qui: non ho trovato altre notizie che la riguardino.
L’opera della Dottoressa Kaplan è invece ancora vitalissima e, alla luce di quanto si è detto, sembra quasi scritta da un’altra persona. Leggendo i suoi libri si possono infatti ancora riconoscere gli sforzi fatti per combinare le tecniche della psicoanalisi con la terapia comportamentale, unendo ad esse alcune sue importanti intuizioni. La Kaplan riteneva che alcuni problemi della sessualità dipendessero da conflitti inconsci e fossero causa di profondi disagi emotivi, anche se altri avevano origini più superficiali.
Nell’applicare le tecniche mansionali (tipiche della terapia sessuale) ella aveva notato delle “resistenze alla guarigione”, che non potevano essere conseguenza delle mansioni assegnate. Per queste ragioni sentì il bisogno di integrare le tecniche mansionali con un parallelo trattamento psicoanalitico e, a volte, anche con la prescrizione di farmaci. Il suo approccio fu definito “terapia psicosessuale” e non semplicementemente “terapia sessuale”, proprio perché la psicologia le appariva imprescindibile nell’affrontare la maggior parte delle disfunzioni sessuali.
Ciò nonostante nel 1995 (poco prima di morire), non mancò di stupire quando, partecipando al programma televisivo Getting Healthy, la Kaplan criticò esplicitamente il modo troppo psicologico di considerare le disfunzioni sessuali. L’eiaculazione precoce, ad esempio: disse che era un “nonsense” parlare di odio per la madre, odio per le donne… Si trattava semplicemente di una “learned disability“, una disabilità appresa. Era inutile investigare il passato del paziente, le sue relazioni familiari e scoprire come avesse fatto a diventare la persona complicata che era: l’EP poteva spiegarsi più facilmente con le leggi della meccanica: esattamente come accendere un interruttore.
In alcuni momenti della sua carriera sembra che il suo obiettivo, come raccontarono alcuni collaboratori, fosse diventato quello di trovare il modo per ridurre la terapia sessuale ad una sola seduta (Forse aveva poco tempo e troppe richieste da soddisfare?)
Un altro aspetto controverso della sua attività professionale fu quello di ritenere che dare il testosterone alle donne fosse l’unico mezzo per ricreare in loro il desiderio sessuale: lei pensava che fosse giusto così e lo fece, anche se il metodo incontrò molte critiche.
Le “nuove terapie sessuali” della Kaplan appaiono, malgrado tutto, ancora vitalissime: da esse trae origine la “psicoterapia mansionale integrata”, che viene ancora oggi utilizzata per curare i disturbi della risposta sessuale e la relazione nelle coppie disfunzionali, con risultati altamente positivi.
Perché allora la signora Helen Singer può deluderci, mentre la Dottoressa Kaplan no?
Forse è come diceva lo scrittore Venjamin Kaverin:
Un’attenta lettura delle opere di uno scrittore fa capire molto di più la sua personalità che la conoscenza della sua biografia, perché in quest’ultima si riflette quel che egli ha in comune con il resto dell’umanità, nelle sue opere invece quello che ha di diverso
.Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Fonti:
Dr. Helen Kaplan, 66, Dies; Pioneer in Sex Therapy Field, New York Times
Lazarus, Charles, Encyclopedia.com
Charles P. Lazarus – Founder of TOYS”R”US, inc., Toys Rusinc
TOYS ‘R’ US big accused of abuse, Daily News
Toys r his, and the art too? New York Magazine 15 set 1997
The sex doctor and the toy tycoon, New York Magazine, 3 febbraio 1997
Harold Kaplan, Wikipedia
Deaths KAPLAN, HAROLD I., M.D., New York Times
Howard Fast, Wikipedia
Sidney Harman, Wikipedia
Pubblicato anche su Huffington Post
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it