
Sessualità, nevrosi e perversioni secondo Freud
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Sigmund Freud ha studiato approfonditamente la sessualità, la nevrosi e la perversione, considerando questi aspetti come manifestazioni del funzionamento psichico dell’individuo. Cerchiamo di capire il suo approccio a ciascuno di questi concetti.
Perché Freud fu un pioniere degli studi sulla sessualità?
Perché Freud rivoluzionò il modo di intendere la sessualità, sostenendo che essa non fosse limitata alla funzione riproduttiva, ma fosse un elemento fondamentale dello sviluppo psichico umano fin dall’infanzia. I suoi studi portarono alla formulazione della teoria della libido, un’energia psichica che guida il comportamento umano.
In cosa consiste il modello psichico di Freud?
Il modello psichico di Freud, dopo vari aggiustamenti, è il seguente:
- L’Es rappresenta le pulsioni primitive e sessuali.
- Il Super-Io incarna le norme morali e sociali interiorizzate.
- L’Io cerca di mediare tra questi due poli.
Quando l’Io non riesce a gestire i desideri inconsci dell’Es, l’energia repressa trova altre vie d’espressione, generando sintomi nevrotici.
Cosa è per Freud lo sviluppo psicosessuale?
Si tratta di un processo caratterizzato da diverse fasi:
- Fase orale (0-1 anno) – Il piacere è legato alla bocca (suzione, alimentazione).
- Fase anale (1-3 anni) – Il controllo degli sfinteri diventa fonte di piacere.
- Fase fallica (3-6 anni) – Il bambino sviluppa interesse per i genitali e affronta il complesso di Edipo.
- Periodo di latenza (6-12 anni) – La sessualità si “sospende” per favorire lo sviluppo sociale e cognitivo.
- Fase genitale (dalla pubertà in poi) – La sessualità matura, orientandosi verso relazioni adulte.
Secondo Freud difficoltà o traumi vissuti in una di queste fasi possono portare a fissazioni e influenzare la sessualità adulta.
Cosa dice Freud nel libro” I tre Saggi sulla sessualità”?
Nei Tre Saggi sulla Sessualità (1905), che è da considerarsi il manifesto della sessuologia psicoanalitica, Freud fa precedere la sua teoria evolutiva della sessualità da un’elaborata trattazione delle perversioni, che trovano una spiegazione nello sviluppo infantile.
Già alla nascita i bambini sono dotati di una precisa organizzazione sessuale e di una energia sessuata. Non solo dunque i bambini hanno una loro sessualità, ma essa è anche ‘perversa e polimorfa’.
Tuttavia, dice Freud, ciò che viene considerato ‘patologico’ nella sessualità dell’adulto è da considerarsi ‘normale’ nella sessualità del bambino. Queste organizzazioni sessuali immature evolvono spontaneamente in organizzazioni successive, ma in parte vengono rimosse.
Nella vita adulta, dunque, rimane scarsa traccia delle pulsioni sessuali infantili, cioè di quelle pulsioni parziali e anarchiche, tipiche appunto dell’infanzia, perché esse recedono di fronte alle barriere del pudore, del disgusto e della moralità che la società innalza nei loro confronti.
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Questi processi inibitori assorbiranno man mano tutti i residui di sessualità infantile, che verranno organizzati sotto il primato della genitalità (cioè del rapporto sessuale maturo con un soggetto dell’altro sesso) e a questa faranno da supporto (ad es. nei preliminari).
Se questo tipo di organizzazione non accade, la sessualità si organizza in modi devianti, attraverso la perversione.
C’è anche una terza possibilità: i residui di sessualità infantile che non vengono assorbiti e organizzati dalla sessualità adulta e che non si organizzano in modo deviante, possono essere semplicemente ‘rimossi’ e quando questo accade in modo eccessivo si ha la nevrosi.
La nevrosi è dunque il contrario della perversione?
Detto sinteticamente, per Freud, se la sessualità infantile, per sua natura perversa, non si ‘normalizza’ in una sessualità adulta e genitale, con un soggetto dell’altro sesso, ci sono solo due possibilità: o si diventa nevrotici o si diventa perversi.
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Cosa è la nevrosi per Freud?
Freud considerava le nevrosi come il risultato di conflitti inconsci irrisolti, spesso legati alla sessualità. Nella sua teoria le pulsioni sessuali represse, a causa di divieti morali o culturali, possono manifestarsi in sintomi nevrotici come ansia, ossessioni o isteria.
Cosa pensava Freud delle perversioni sessuali?
Freud usava il termine perversione in un senso molto diverso da quello odierno. Egli riteneva che le perversioni fossero modalità di soddisfazione sessuale che deviano dalla riproduzione e che fossero presenti, in forma latente, in ogni individuo.
Le perversioni, secondo Freud, emergono quando lo sviluppo sessuale incontra un’interruzione o una fissazione a una fase precedente. Ad esempio, il feticismo può derivare da un arresto dello sviluppo nella fase fallica.
Freud riteneva che la sessualità avesse un ruolo certo nell’origine della nevrosi?
Si. Nel 1905, con il saggio Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nella etiologia delle nevrosi, Freud ritrattò la sua teoria precedente, secondo la quale all’origine della nevrosi vi sarebbe stato un trauma reale: in questa seconda teoria i ricordi degli avvenimenti sessuali della prima infanzia venivano invece attribuiti all’elemento fantastico, più che a traumi realmente subiti.
Successivamente, secondo Freud, queste fantasie vengono ricordate come effettivamente accadute, come può accadere in un’allucinazione.
A questo modello esplicativo Freud fece corrispondere la nuova teoria generale sulla sessualità, capace di spiegare sia la sessualità infantile, sia la sessualità adulta, “normale” e “deviante”.
Era qualcosa di mai sentito prima: quando infatti si parlava di sessualità, si parlava di facoltà riproduttiva, non certo di una sessualità autonoma, sterile, finalizzata al piacere autoerotico, come quella del bambino.
Fonte principale:
Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Mondadori
Dott.ssa Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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