Esperimenti psicologici che non hanno funzionato
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
Nel corso della storia della psicologia, molti esperimenti sono stati condotti con l’obiettivo di scoprire i meccanismi della mente e del comportamento umano. Tuttavia, non tutti gli studi hanno avuto l’esito sperato. Alcuni esperimenti, sebbene innovativi, hanno fallito nel confermare le ipotesi iniziali o nel produrre risultati significativi. Alcuni si sono rivelati metodologicamente deboli, altri eticamente controversi o addirittura dannosi, suscitando critiche e riflessioni profonde. Questo articolo elenca alcuni dei più noti esperimenti psicologici che non hanno funzionato, analizzando cosa è andato storto e quali lezioni la psicologia abbia tratto dai loro fallimenti.
# 1 Esperimento farmacologico per la schizofrenia dell’UCLA
Nel 1983, i ricercatori dell’UCLA iniziarono a studiare 50 pazienti affetti da schizofrenia. L’obiettivo era capire se i sintomi del disturbo, come mancanza di concentrazione, deliri e allucinazioni, avrebbero potuto migliorare togliendo ai pazienti i farmaci che erano stati loro prescritti. Conseguenze: un paziente del gruppo di studio si suicidò e un altro minacciò di uccidere i suoi genitori. I critici hanno indicato una grave violazione dell’etica in quanto i ricercatori non hanno avvertito i soggetti di quanto potessero peggiorare i loro sintomi. In ogni caso, malgrado i tragici eventi che l’esperimento ha comportato, abbiamo ben compreso che i pazienti in terapia con farmaci antipsicotici non devono assolutamente sospendere il trattamento.
# 2 Esperimento sulla fame (Minnesota)
I ricercatori dell’Università del Minnesota condussero studi sugli obiettori di coscienza durante la seconda guerra mondiale, per comprendere gli effetti della privazione di cibo. I soggetti ricevettero razioni minime di cibo per tre mesi, poi razioni normali per altri mesi. Gli effetti comportarono una perdita del 25% del peso corporeo insieme a irritabilità e depressione, ma soprattutto alcuni soggetti continuarono ad abbuffarsi o a sperimentare una depressione paralizzante dopo la conclusione dello studio; un soggetto si mozzò tre dita. (vedi Journal of Nutrition)
# 3 Terapia dell’avversione
Il capitano dell’esercito britannico “Billy” Clegg-Hill fu arrestato per omosessualità nel 1962 – quando l’omosessualità era ancora considerata una malattia mentale e addirittura un crimine nel Regno Unito – e fu sottoposto a elettroshock come metodo di “cura”; questa terapia di avversione avrebbe dovuto far si che il paziente avesse percepito un senso di avversione, piuttosto che di attrazione, verso soggetti del suo stesso sesso. Invece Billy morì tre giorni dopo l’inizio del trattamento, in parte a causa della mancanza di flusso sanguigno al cervello. Coloro che sono sopravvissuti a queste terapie dell’avversione, condotte nello stesso periodo, hanno riferito di essersi sentiti come “avvelenati” e incapaci di intimità.
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# 4 Lo studio sui mostri
La balbuzie è un disturbo cerebrale o una risposta appresa? Questa domanda ha portato la ricercatrice dell’Università dell’Iowa Mary Tudor a condurre esperimenti sul linguaggio su 22 bambini orfani nel 1938. Ai non balbuzienti veniva detto che in realtà balbettavano. Conseguenze: i bambini si trasformarono in studenti dallo scarso rendimento scolastico, socialmente molto inibiti, specialmente quando dovevano parlare. Uno dei soggetti scappò dall’orfanotrofio. Lo studio si rivelò un totale fallimento, che portò risultati contrari a ciò che i ricercatori si aspettavano di trovare, tanto che fu soprannominato il “Monster Study”. “
# 5 L’esperimento della prigione di Stanford
In un famoso e controverso esperimento del 1971 sulla reclusione, 35 studenti universitari furono arruolati per fare le guardie e altri 35 per partecipare allo studio come prigionieri, in uno scantinato della Stanford University. Entro 24 ore, le “guardie” avevano represso violentemente una rivolta dei “prigionieri” e avevano messo in atto comportamenti palesemente autoritari; 12 ore dopo, i prigionieri cominciarono a mostrare disturbi emotivi e rabbia. Lo studio si concluse bruscamente dopo cinque giorni quando divenne chiaro, come disse lo psicologo Ph. Zimbardo: “avevamo creato una situazione straordinariamente potente”.
# 6 Unabomber e gli studi sull’umiliazione di Harvard
A partire dal 1959 furono condotti esperimenti su soggetti, tra cui Theodore John Kaczinsky, che portarono, almeno indirettamente, a tre morti e 23 feriti (gli attacchi di Unabomber dalla fine degli anni ’70 fino agli anni 90). Gli esperimenti erano talmente “abusivi” sulla psiche dei partecipanti allo studio (erano infatti progettati per abbattere il loro ego) che contribuirono a creare quella che gli avvocati difensori di Kaczinsky sostenevano fosse la sua “mente paranoica”.
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# 7 La fossa della disperazione di Harlow
Negli anni ’50, lo psicologo Harry Harlow mise in isolamento dei cuccioli di scimmia per un anno, solo per dimostrare che i bambini hanno bisogno dell’amore delle loro madri. Le scimmiette rhesus subirono varie torture in isolamento e anche dopo la fine dell’esperimento, continuarono a manifestare sintomi di gravi psicosi e depressione. L’esperimento fu interrotto per violazioni dell’etica.
# 8 Esperimento dell’obbedienza di Milgram
Le atrocità della seconda guerra mondiale portarono a molti studi psicologici, incluso l’esperimento dello psicologo dell’Università di Yale Stanley Milgram, il quale cercava di capire perché i soldati nazisti avessero commesso le atrocità che conosciamo: per ragioni proprie o semplicemente per “seguire gli ordini”? Nell’esperimento, gli “insegnanti”colpivano gli “studenti” quando commettevano degli errori ripetendo una lista di nomi. Apparentemente gli “studenti” in errore venivano colpiti da una scossa elettrica e manifestavano segni evidenti di dolore. I ricercatori chiedevano ai soggetti partecipanti all’esperimento in qualità di “insegnanti” di continuare a colpire gli “studenti” con scosse elettriche (false, ma i soggetti dell’esperimento non ne erano a conoscenza). Non sorprende che questi soggetti provarono un forte stress: sudorazione, tremore e balbuzie; tre subirono convulsioni incontrollabili.
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# 9 Le “sale da te”
Al giorno d’oggi, nessun ricercatore potrebbe condurre uno studio senza “consenso informato”: è obbligatorio avvisare i partecipanti di eventuali rischi che si corrono partecipando allo studio. Ma l’idea è relativamente nuova: nello studio di Laud Humphrey del 1970 sui collegamenti anonimi nelle cosiddette “sale da tè” (eufemismo in uso fra i gay americani per dire “cessi pubblici”) , Humphrey adottò una falsa identità per spiare circa 100 uomini. Raccolse dati sessuali, nonché identità, indirizzi e altre informazioni personali, sui suoi soggetti inconsapevoli in un momento in cui l’omosessualità era ancora illegale in alcuni stati. I dati sensibili che Humphreys raccolse di nascosto avrebbero potuto distruggere la vita e le famiglie dei soggetti partecipanti.
# 10 Elettroshock su bambini “schizofrenici”
Negli anni ’40 e ’50, Loretta Bender fu definita una psichiatra infantile “rivoluzionaria”. La sua reputazione derivava dalla somministrazione di elettroshock a più di 500 bambini presumibilmente schizofrenici, alcuni dei quali di età inferiore ai 3 anni. Alcuni dei suoi soggetti descrissero in dettaglio gli orrori vissuti, che produssero in loro deterioramento dello stato mentale, perdita di memoria e autolesionismo; un soggetto di 9 anni tentò il suicidio due volte.
# 11 Esperimenti di controllo mentale della CIA
La CIA è stata coinvolta in una serie di esperimenti illegali sul controllo della mente. Durante la Guerra Fredda, l’agenzia di spionaggio sperimentò la tortura sotto forma di tattiche di lavaggio del cervello. Gli investigatori della CIA hanno somministrato a soggetti ignari LSD, eroina e mescalina. L’agenzia ha anche utilizzato scosse elettriche sulle persone: tutti gli esperimenti sono stati condotti con lo scopo di scoprire migliori tattiche di interrogatorio e maggiore resistenza alla tortura. Il risultato per i volontari furono allucinazioni, paranoia, coma, follia e morte.
Fonte principale: https://www.rd.com/list/psychology-experiments-gone-wrong/
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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