
Quando i genitori litigano
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
I conflitti tra genitori sono una realtà comune nelle relazioni di coppia. Tuttavia, quando le discussioni diventano frequenti, intense o irrisolte, possono avere un impatto significativo sul benessere psicologico dei figli. L’ambiente familiare rappresenta il primo contesto di sviluppo per i bambini e gli adolescenti, e la qualità delle relazioni tra i genitori influenza direttamente il loro equilibrio emotivo, comportamentale e sociale. Cerchiamo di capire bene le conseguenze di questi comportamenti.
Quali sono le conseguenze sui figli?
Diversi studi hanno dimostrato che i litigi tra genitori possono generare nei figli ansia, stress e insicurezza. Un ambiente familiare caratterizzato da conflitti costanti può portare a:
- Problemi psicologici: i bambini possono sviluppare sintomi ansiosi o depressivi, sentirsi impotenti o provare sensi di colpa, credendo di essere la causa del conflitto.
- Difficoltà relazionali: i modelli di comunicazione appresi in famiglia possono influenzare le loro future relazioni, rendendoli più inclini a comportamenti aggressivi o evitanti nei confronti degli altri.
- Difficoltà scolastiche e comportamentali: l’esposizione a tensioni familiari può ridurre la capacità di concentrazione, incidere sul rendimento scolastico e portare a comportamenti oppositivi o di ritiro sociale.
- Stress cronico: nei casi più gravi, l’attivazione prolungata della risposta allo stress può avere effetti negativi sullo sviluppo neurologico, aumentando il rischio di disturbi psicosomatici e vulnerabilità emotiva.
- Disturbi del sonno o altri problemi di salute, come frequenti mal di testa e mal di stomaco.
Cosa possono fare i genitori per proteggere i figli dall’osservare o essere coinvolti nei litigi?
Sebbene sia impossibile evitare del tutto i disaccordi, esistono strategie per ridurre l’impatto negativo dei litigi sui figli:
- Evitare di litigare davanti a loro, soprattutto con toni accesi o atteggiamenti aggressivi.
- Non coinvolgerli nelle dispute, evitando di chiedere loro di schierarsi o di mediare tra i genitori.
- Mostrare momenti di riconciliazione, affinché comprendano che i conflitti possono essere risolti in modo sano.
- Comunicare con loro, rassicurandoli sul fatto che i problemi tra adulti non dipendono da loro e che la famiglia resta un luogo sicuro.
- Offrire un modello positivo di gestione del conflitto, dimostrando ascolto, rispetto e capacità di trovare compromessi.
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Quanto capiscono i figli delle liti dei genitori?
Ovviamente, l’elaborazione cognitiva di tali eventi dipende anzitutto dalla maturità dei figli, ovvero dallo stadio di sviluppo da essi raggiunto sia a livello cognitivo che affettivo. Il bambino infatti osserva sin da piccolissimo la relazione esistente tra i suoi genitori e la elabora secondo le possibilità che ha di percepire e di comprendere, oltre che dalle esperienze pregresse.
I genitori devono sempre evitare di litigare davanti ai figli?
Assolutamente no: la lite è anche una ricerca di soluzioni a dei problemi e quindi se si riesce ad essere moderati nei termini e nei modi, il figlio può comprendere che, anche quando c’è un conflitto, è possibile comunque mantenere inalterato il sostegno reciproco, si può arrivare a dei compromessi e a delle riappacificazioni positive. Questo non fa che migliorare le abilità sociali e l’autostima dei figli, che così possono godere di maggiore sicurezza emotiva e sviluppare migliori relazioni con i genitori e con i coetanei. Il conflitto costruttivo dà sempre degli ottimi risultati nel tempo.
Cosa accade fra fratelli?
Anche le relazioni tra fratelli possono esserne influenzate negativamente in quanto possono diventare troppo coinvolgenti e reciprocamente iperprotettive, così come indifferenti, lontane, disimpegnate.
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Quali tipi di liti sono maggiormente dannose per i figli?
E’ ovvio che se il conflitto diventa un appuntamento fisso nella giornata del bambino, se si manifesta con un’intensità ogni volta crescente, nella quale sono compresi atti di violenza o espressioni verbali particolarmente forti, lancio di oggetti, minacce con armi o coltelli, questo conflitto fra genitori diventa fonte di grave insicurezza nel bambino, che reagisce con sintomatologie patologiche più o meno accentuate
Meglio non litigare e tenersi tutto dentro?
No, non è una soluzione tenersi tutto dentro. I figli infatti comprendono, anche se non ci sono aperti litigi, che i genitori nutrono un reciproco senso di ostilità. Inoltre, in questo modo non riescono neanche a capire cosa stia succedendo, perché i genitori appaiono strani e sono poco disponibili, fra loro e con i figli. Inoltre, capire che c’è finzione nei modi di fare dei genitori non è affatto rassicurante.
Perché alcuni figli mostrano di non avere problemi, nonostante le frequenti liti?
Se gli eventi, pur vissuti in modo negativo, non generano nei figli preoccupazioni eccessive, ciò accade perché essi tendono a rimuovere la loro attenzione dai conflitti, preferendo non accorgersi di quanto lo circonda. Anche se non subiscono in prima persona delle lesioni fisiche infatti, l’essere esposti ad un clima emotivo terrorizzante li porta o a responsabilizzarsi, sentendosi ad esempio irragionevolmente in colpa per ciò che accade fra i genitori (o per il fatto di non saper trovare una soluzione a questo problema), oppure a mostrarsi del tutto disinteressati. Questo non significa dunque che essi siano indifferenti al problema: essi registrano in realtà con precisione ogni piccola mossa nell’ambiente e cominciano a farsi delle idee personali, attribuendo la responsabilità di quanto avviene all’uno o all’altro genitore.
Da che parte stanno, in genere, i figli?
Essi sono orientati a difendere sempre il genitore che appare più sofferente e a vedere nell’altro il ‘carnefice’, il responsabile degli eventi negativi che accadono in famiglia.
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Perché litigano i genitori?
I primi problemi derivano da una mancanza di comunicazione, che diventa cronica quando i due partners hanno poco tempo per stare insieme, per spiegarsi, per comprendersi ed anche riappacificarsi. Inoltre ci sono i problemi pratici: chi fa cosa, tempi e modalità di azioni comuni come cucinare, dormire, divertirsi, lavorare, pulire la casa, fare la spesa, ecc. Le questioni più spinose riguardano tuttavia la gestione dei soldi, dei suoceri, degli amici, dei valori, dell’educazione dei figli.
Cosa dovrebbero sempre tenere a mente i genitori?
1. Fare sempre uso dell’empatia con il/la partner: “Capisco che sei molto stanco/a in questo periodo…”
2. Dare sempre il beneficio del dubbio: “sono sicuro/a che non era tua intenzione offendermi…”
3. Ricordarsi sempre che, essendo parte della stessa famiglia, si è alleati e non nemici;
4. Affrontare i problemi con sincerità, mettendo tutte le carte sul tavolo, senza segreti;
5. Accettare le critiche, se sono costruttive;
6. Dire tutto quello che si vuole dire, ma farlo sempre con gentilezza.
Dr. Walter La Gatta
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Psicolinea.it
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Foto di Vidal Balielo Jr

Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:
Psicoterapie individuali e di coppia
Terapie Sessuali
Tecniche di Rilassamento e Ipnosi
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