Quando gli antipsicotici li prendevano i malati
Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
L’America è diventata una nazione di psicotici? si chiede James Ridgeway in un articolo pubblicato sul sito di Al Jazeera. Il titolo è troppo interessante per non cercare di saperne di più…
Ed infatti, vi leggiamo che in America si registra un boom di farmaci antipsicotici, tanto che nel 2008 questo mercato ha rappresentato 14 miliardi di dollari di fatturato. Questi farmaci sono risultati in assoluto i più venduti, avendo superato di gran lunga altri medicinali altrettanto diffusi, come quelli contro il colesterolo o il reflusso acido che accompagna il bruciore di stomaco.
C’era una volta un mondo in cui gli antipsicotici erano riservati a un numero relativamente piccolo di pazienti con diagnosi psichiatriche importanti – come la schizofrenia o il disturbo bipolare – per il trattamento di sintomi quali deliri, allucinazioni, o disturbi del pensiero. Oggi, a quanto pare, tutti prendono gli antipsicotici. I genitori dicono che i loro figli indisciplinati sono bipolari, le persone anziane affette da demenza vengono trattate con farmaci riservati un tempo ai pazienti schizofrenici. Agli americani con sintomi che vanno dalla depressione ansiosa all’insonnia vengono ora prescritti antipsicotici, a livelli che sembrano indicare una psicosi di massa nazionale.
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E’ tutt’altro che una coincidenza che l’esplosione nell’uso degli antipsicotici coincida con lo sviluppo dell’industria farmaceutica di una nuova classe di farmaci noti come “antipsicotici atipici”. A partire da Zyprexa, Risperdal, Seroquel (prodotti a partire dagli anni Novanta) ad Abilify (prini anni Duemila), questi farmaci sono stati pubblicizzati come più efficaci rispetto ai vecchi antipsicotici, come Haldol e Thorazine. Ancora più importante, essi non mostravano gli effetti collaterali più fastidiosi dei vecchi farmaci, in particolare, i tremori e altri problemi di controllo motorio.
Gli antipsicotici atipici sono le vere star dell’industria farmaceutica che produce farmaci psicotropi. Le persone sembra si sentano e si comportino meglio, senza agitazione o altri disturbi. Le vendite sono cresciute costantemente, fino a quando nel 2009 Seroquel e Abilify sono arrivati rispettivamente quinto e sesto nelle vendite annuali di medicinali. (Le prescrizioni per i primi tre antipsicotici atipici sono state più di 20 milioni). Improvvisamente dunque, gli antipsicotici non erano più “solo” per i pazienti psicotici…
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Ormai quasi tutti sanno come funziona l’industria farmaceutica: influenza i medici americani attraverso regali, premi personali, finanziamenti per la ricerca, in cambio di sostegno e prescrizioni di farmaci per loro più redditizi. “Gli psichiatri sono particolarmente presi di mira dalla Big Pharma, perché le diagnosi psichiatriche sono molto soggettive” afferma il Dott. Adriane Fugh-Berman, il cui progetto PharmedOut traccia le influenze del settore farmaceutico sulla medicina americana.
L’esame del sangue o la risonanza magnetica non vengono più utilizzati per capire esattamente cosa c’è che non va in un paziente: si passa direttamente alla prescrizione (se si sente meglio dopo aver preso un anti-depressivo, si presume che quello era il problema…).
Come dicono alcuni ricercatori che hanno indagato il fenomeno “la mancanza di test biologici per i disturbi mentali rende gli psichiatri particolarmente vulnerabili all’influenza delle industrie farmaceutiche”. Per questo motivo, essi sostengono, è particolarmente importante che le linee guida per la diagnosi e il trattamento delle malattie mentali sia compilato “sulla base di un esame obiettivo delle evidenze scientifiche”.
Marcia Angell, ex redattore del New England Journal of Medicine e leader di un’associazione contraria a Big Pharma, la mette giù senza mezzi termini: “Gli psichiatri sono a libro paga del settore farmaceutico”. La Angell ha sottolineato che la maggior parte del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), la bibbia dei clinici della salute mentale, ha legami con l’industria farmaceutica. Allo stesso modo, uno studio del 2009 ha dimostrato che 18 su 20 degli psichiatri del gruppo di studio che hanno lavorato per l’American Psychiatric Association allo scopo di creare le più recenti linee guida cliniche per il trattamento della depressione, dei disturbi bipolari, della schizofrenia, aveva legami finanziari con aziende farmaceutiche.
In un recente articolo su The New York Review of Books, la Angell analizza quella che lei chiama un apparente “la strepitosa epidemia di problemi mentali” tra gli americani. L’uso di droghe psicoattive, tra cui due antidepressivi e antipsicotici, è esplosa, e se i nuovi farmaci sono così efficaci, sottolinea la Angell, potremmo supporre “che la prevalenza delle malattie mentali sia in declino, non in aumento.” Invece, “il numero di coloro che sono affetti da disturbi mentali rimborsabili dal Supplemental Security Income (SSI) o dal Social Security Disability Insurance (SSDI) è aumentato di quasi due volte e mezzo tra il 1987 e il 2007 – passando da 1 su 184 americani a 1 su 76. Per i bambini, l’aumento è ancora più sorprendente: è aumentato di 35 volte negli stessi due decenni, tanto che la malattia mentale è oggi la principale causa di malattia nei bambini “.. Sotto la tutela di Big Pharma, stiamo “semplicemente ampliando i criteri per la malattia mentale, in modo che quasi tutti ne abbiano una”. Fugh-Berman è d’accordo: Nell’era del marketing aggressivo dei medicinali, dice, “le diagnosi psichiatriche hanno riguardato tante persone perfettamente normali.”
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Ciò che preoccupa particolarmente per l’eccessiva prescrizione dei nuovi antipsicotici è la sua prevalenza tra i giovanissimi e fra le persone molto anziane – i gruppi più vulnerabili, che spesso non sono in grado di fare le proprie scelte quando si tratta di stabilire quali farmaci assumere. Indagini in corso sugli antipsicotici suggeriscono che il loro scopo, in questi casi, è quello di tranquillizzare, piuttosto che trattare una psicosi autentica.
Carl Elliott scrive su Mother Jones magazine: Secondo un recente studio della Columbia University, il numero di bambini e adolescenti in trattamento per il disturbo bipolare è aumentato di 40 volte tra il 1994 e il 2003. E secondo un altro studio, “un bambino su cinque fra coloro che hanno avuto una visita psichiatrica è uscito dallo studio del medico con la prescrizione di un farmaco antipsicotico.”
Una recente inchiesta del Palm Beach Post ha scoperto che il Dipartimento di Giustizia Minorile della Florida ha acquistato più del doppio di farmaci antipsicotici. Complessivamente, in 24 mesi, il dipartimento ha acquistato 326.081 compresse di Seroquel, Abilify, Risperdal … Ciò è sufficiente per distribuire 446 pillole al giorno, sette giorni alla settimana, per due anni consecutivi, ai ragazzi presenti nelle carceri giovanili, che non possono essere più di 2.300 ragazzi al giorno. Inoltre, il giornale ha scoperto che “uno su tre degli psichiatri che ha lavorato con il Dipartimento di Giustizia Minorile negli ultimi cinque anni ha preso dei premi o dei regali da aziende che producono farmaci antipsicotici”.
Oltre ad ampliare la diagnosi per le gravi malattie mentali, le compagnie farmaceutiche hanno spinto i medici a prescrivere antipsicotici atipici per una serie di usi off-label, cioè per curare malattie diverse da quelle indicate nel foglietto illustrativo. In un episodio particolarmente noto, la casa farmaceutica Eli Lilly ha proposto Zyprexa per la cura di anziani con Alzheimer e altre forme di demenza, così come per agitazione, ansia e insonnia. I rappresentanti hanno usato lo slogan “cinque alle cinque” il che significa che 5 milligrammi di Zyprexa alle 5 del pomeriggio fanno guadagnare al medico un po’ di relax (tutti i pazienti sono sedati). La pratica è continuata anche dopo che la FDA aveva avvertito la Lilly che il farmaco non era stato approvato per tali usi, e che poteva indurre obesità e diabete anche in pazienti anziani.
Nel caso di Zyprexa, nel gennaio 2009, la Lilly ha risolto una causa intentatale dal Dipartimento di Giustizia americano, accettando di pagare 1,4 miliardi di dollari (ma la vendita di Zyprexa in quel solo anno avevano superato gli 1,8 miliardi di dollari).
Inoltre, un numero crescente di operatori sanitari sono giunti a ritenere che questi farmaci non sono neanche realmente efficaci per le vere psicosi, come lo erano i vecchi farmaci meno costosi che hanno sostituito. Oltre tutto i nuovi producono numerosi effetti collaterali e causano altri tipi di malattie, come il diabete. Inoltre, fanno spesso precipitare il paziente nel cupo mondo dei gravi disturbi mentali. Insieme con le storie di successo arrivano dunque sempre più spesso segnalazioni di persone trasformate in zombie virtuali.
Scrive Elliott per Mother Jones: “Dopo un’altra analisi di grandi dimensioni, su The Lancet è stato rilevato che la maggior parte degli atipici agisce effettivamente peggio dei vecchi farmaci. Due anziani psichiatri britannici hanno scritto un editoriale di condanna nello stesso numero della rivista scientifica: il Dr. Peter Tyrer, direttore del British. Journal of Psychiatry, e il dottor Tim Kendall del Royal College of Psychiatrists hanno scritto: “L’invenzione spuria degli atipici può essere considerata solo come un’invenzione, abilmente manipolata dall’industria del farmaco per scopi di marketing”.
Fonte:
James Ridgeway Mass psychosis in the US, Al Jazeera
A cura di: Dr. Giuliana Proietti,
Una Videoconferenza su Salute e Benessere
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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