La psicologia dovrebbe cambiare qualcosa?
Sul sito dell’APA, l’Associazione degli Psicologi Americani, in un articolo firmato da Sara Martin si invitano gli psicologi “lenti ad abbracciare il cambiamento”, a cercare di aggiornare la loro professionalità, sia nel campo della tecnologia, sia nei nuovi modelli terapeutici, sia nelle nuove tendenze commerciali.
Nell’articolo si dà conto di quanto è emerso in una conferenza sul tema: “Productive Disruption: Key Issues and the Changes Necessary to Ensure a Viable Future for the Next Generation of Practitioners” (temi chiave e modifiche necessarie per garantire un valido futuro alla nuova generazione di professionisti) presieduta da David W. Ballard, che segue per l’APA lo sviluppo professionale degli psicologi.
I relatori (J. Paul Burney, Sarah Morsbach Honaker, Ali Mattu e Nancy Gordon Moore),
hanno esaminato in modo “brutalmente onesto” le debolezze della psicologia, così come la sua possibilità di avanzamento professionale.
“Le cose stanno cambiando così velocemente in questo mondo, che noi abbiamo bisogno di essere più veloci e proattivi”, ha detto Burney, membro del Committee for the Advancement of Professional Practice dell’APA, il comitato che segue la promozione della pratica professionale. “Abbiamo bisogno di guardare ciò che i nostri colleghi di lavoro stanno facendo. Se stanno facendo la stessa cosa che facevano sei mesi fa, sono fuori dal mercato. Molti fanno le stesse cose che facevano quindici anni fa”.
Dopo aver espresso le sue preoccupazioni, il gruppo ha spiegato come gli psicologi potrebbero trasformare queste sfide in opportunità. Questi i suggerimenti:
– Continuare la ricerca in campo scientifico. I ricercatori stanno scoprendo nuovi modi per identificare e trattare le condizioni della salute mentale, come la mappatura del cervello, che può individuare le sfumature nelle malattie del cervello, così come medicinali di sintesi, che colpiscono i sintomi bersaglio di un individuo. “Nel giro di 10 anni, quello che avremo capito del cervello ci farà ritenere che ciò che ne sappiamo oggi è assolutamente nulla”, ha detto Moore, direttore esecutivo degli affari di governo dell’APA. “Se non stiamo attenti, la psicoterapia potrebbe presto assomigliare a quello che rappresenta oggi il salasso negli interventi considerati efficaci per la salute”.
– Superare la crisi dei tirocini. Negli ultimi dieci anni, troppi studenti laureati sono a caccia di troppo pochi stages. Occorrono soluzioni innovative per risolvere il problema. “Questo non è un problema degli studenti, questo è un problema di appartenenza professionale”, ha detto Mattu, presidente eletto della American Psychological Association of Graduate Students, associazione degli studenti laureati. “Quando gli studenti non riescono a fare il tirocinio, c’è molto malcontento, in quanto essi non possono cominciare la professione. Se vogliamo che la psicologia riesca a sopravvivere nei prossimi 50 – 100 anni, dobbiamo risolvere la crisi dei tirocini “.
– Riconoscere i cambiamenti demografici. Occorre formarsi per praticare la professione in un mondo multiculturale. Si può, ad esempio, imparare lo spagnolo, ha detto Honaker, membro del Committee on Early Career Psychologists. Ma c’è anche bisogno di imparare la lingua degli affari, ha detto Burney. “Non si può… fare consulenza alle imprese, se parli come uno psicologo. Non c’è alcuna possibilità di riuscita in quel modo”.
– Mostrare il valore della psicologia. Gli psicologi devono essere responsabili del loro lavoro, ha detto Honaker. “Come scienziati, gli psicologi sono in una posizione ideale per definire e misurare i risultati che ottengono, i quali dimostrano che gli psicologi sono bravi a fare quello che fanno”.
– Prestare maggiore attenzione ai mercati. I servizi offerti dagli psicologi sono molto richiesti nelle cure primarie, presso la popolazione anziana e presso i soldati che prestano servizio militare (e le loro famiglie). Gli psicologi devono pensare al contesto in cui operano e formarsi in quelle aree che permettono di fornire servizi che rispondano alle esigenze emergenti.
– Collaborazione interprofessionale. “Gli studenti e i professionisti che iniziano la carriera, possono aiutare gli psicologi più anziani con la tecnologia, mentre i più anziani possono insegnare loro l’etica e lo sviluppo della identità professionale”, ha detto Mattu.
– Abbracciare la tecnologia. Telesalute, cartelle cliniche elettroniche e social network sono qui per rimanere e gli psicologi devono capire che occorre usare questi strumenti innovativi. I social media, in particolare, sono un mezzo per raggiungere il grande pubblico e sono strumenti di marketing, ha detto Moore. “Attraverso Twitter, per esempio, è possibile mantenere i followers aggiornati sui temi importanti della psicologia. “E’ veloce e facile da fare”.
– Collaborare con altri professionisti. Gli psicologi si devono modernizzare. Del suo lavoro in una clinica di New York City, Mattu ha detto: “Quasi tutti i nostri pazienti ci vengono inviati dagli psichiatri: sono i nostri migliori colleghi, eppure quando ci hanno formato nella scuola di specializzazione, ci era stato detto che gli psichiatri erano lontani da noi”.
– Rendere gli interventi più efficienti. La seduta di 50 minuti non è passata di moda, ma sarà sempre più difficile fornire solo quel tipo di servizio, hanno avvertito i relatori. Molti psicologi stanno ora offrendo, con successo, diverse opzioni. In risposta alla recessione, per esempio, alcuni professionisti hanno accettato che i pazienti che non potevano più permettersi le sedute, partecipassero a mini-sedute che durano 20 – 30 minuti, mantenendo gli introiti ed i servizi offerti su valori ragionevoli.
“Il mercato è in evoluzione”, ha detto Moore. “Se non cambiamo, rimarremo sepolti dai cambiamenti. Abbiamo invece la possibilità di gestire ciò che accade. ”
Speriamo che all’Ordine Nazionale degli Psicologi Italiano qualcuno legga queste profetiche parole.
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
Fonte:
It’s time to shake up psychology, APA
Immagine: APA, Associazione Psichiatri americani
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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