Il frutto proibito: nascondete queste mele…
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C’è una famosa leggenda in Nigeria: è la storia di un uomo che rivestì i suoi testicoli di cera per andare a rubare dei fichi… Questa storia ricorda quella di Adamo ed Eva, che mangiarono la mela, poi timidamente nascosero i loro organi, tradendo così la loro colpa. Questi miti parlano -apparentemente- di frutti proibiti, ma cosa dicono nella realtà?
Presso gli Haoussa, etnia dominante che vive nella regione settentrionale della Nigeria – oltre 10 milioni di persone – si raccontano spesso le avventure di un uomo chiamato Ragno, che durante un anno di carestia, non avendo nulla da mangiare, inventò un curioso stratagemma per rubare della frutta alle cornacchie sue vicine. Ecco cosa dice il mito: “Le cornacchie usavano andare in mezzo al fiume per raccogliere i fichi da un albero e poi li portavano a casa per mangiarli. ” Ragno aveva sentito parlare di questa cosa e gli venne un’idea: spense il fuoco, poi si strofinò della cera sui testicoli e andò a casa delle cornacchie”. Là chiese in prestito un tizzone e poi si accovacciò davanti al loro fuoco, dove le cornacchie avevano riposto la frutta. ” Egli salì sui fichi”, dice la leggenda, cioè finse di sedersi. Poi, dopo aver preso un tizzone di fuoco da portarsi a casa, “salutò le cornacchie, ma i fichi rimasero attaccati al suo di dietro”. Le cornacchie non si accorsero di nulla , ma quando Ragno tornò la seconda e la terza volta – dicendo ogni volta che gli si era spento il fuoco – esse finalmente capirono. Una di loro disse: “Non hai uno strano modo di prendere il fuoco? Tu vai, lo spegni di proposito e poi ritorni. È a causa di questi fichi che torni sempre”.
Dopo essere stato smascherato Ragno fu costretto a confessare, ma era troppo tardi. La sua natura ” segreta ” era stata identificata. Per l’antropologo Paul Riesman che riporta e commenta la leggenda, è interessante “trattare il mito come se fosse un sogno. Ciò che si presenta nel contenuto manifesto , come il furto dei fichi, equivale nel contenuto latente, al furto del fuoco . ( … ) Secondo questo mito, è chiaro che i frutti sono parte della Zona Alta, possono essere conciliati con gli astri celesti, in particolare con il sole che li fa maturare. La frutta e il fuoco sono entrambi in rapporto con la conoscenza e l’intelligenza, perché il loro furto richiede una certa ingegnosità. Questo legame tra la frutta e la conoscenza lo si incontra spesso nella nostra mitologia occidentale, ad esempio, nel libro della Genesi , in cui Adamo ed Eva ( 1) mangiano il frutto dell’Albero della Conoscenza, o nella storia di Isaac Newton, che pensò alla teoria gravitazionale osservando una mela cadente (dal cielo?)” .
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Infatti, non è un caso che i miti che parlano del fuoco parlano anche di accesso alla conoscenza. Conoscere significa poter accedere ad una condizione di autonomia, all’essere adulti, capaci di vivere da soli, senza l’ aiuto dei genitori o di divinità protettrici. E’ per questo che il frontone del tempio di Delfi riportava la scritta ” Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei ” Conoscere sé stessi significa diventare consapevoli della nostra natura divina. La nostra essenza è quella delle potenze all’opera nella natura, ma per raggiungerla è necessario imparare a vivere ” tenendosi in piedi “, senza sostegno, senza stampella… Nella mitologia greco-romana, molto rivelatrice, gli uomini riuscirono a stare in piedi sulle loro gambe grazie a Prometeo.
Prometeo fornì loro un corpo in erezione, letteralmente, affinché gli esseri umani potessero essere ” più vicini agli dei “. Poi rubò il fuoco dall’Olimpo e insegnò agli uomini ad usarlo, e questo permise a questi esseri, che fino a quel momento strisciavano sul terreno, di essere in grado di sopravvivere. Il fuoco sottratto al cielo, rubato, appartiene quindi allo stesso campo semantico della frutta rubata e, come questi frutti , “ svolge un ruolo di mediazione che illumina le cose “, dice Paul Riesman .
Questo fuoco è anche legato al sesso, naturalmente, perché è il desiderio, come i frutti, che ci spinge ad andare verso persone sconosciute, sondare l’ignoto , attraversare le ” solitudini ” che ci separano gli uni dagli altri … E’ il desiderio che ci fa lasciare il paradiso verde dell’infanzia. E’ il desiderio che ci tormenta, quando, ” col culo in fiamme,” andiamo disperatamente cercando l’uomo o la donna che ci possa tranquillizzare. Nella Bibbia, si chiama la Caduta, a seguito di una terminologia ambigua che può essere interpretata in modi molto diversi. Icaro che vuole volare con le sue ali, si avvicina troppo al sole, e muore. Adamo ed Eva, dopo aver assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza, diventano ” illuminati” ma si rendono conto, troppo tardi , che non possono tornare indietro: benvenuti nel mondo degli adulti , coloro che lavorano per sopravvivere, avere figli e morire. Dovremmo comprendere l’idea della caduta come una forma di punizione divina ? O come il semplice fatto che la nostra vita è segnata da una successione di morti simboliche ?
In Giappone la mitologia racconta in modo chiaro che il fuoco nasce dalla copulazione. Quando partorì il fuoc , la dea che aveva dato luce all’intero universo bruciò viva e morì. La nascita del fuoco coincide con la comparsa della morte. Impossibile separare la luce dalle tenebre. O la conoscenza dal suo opposto: il segreto… Ecco perché la sessualità è sempre relegata al silenzio e alla notte. Dobbiamo dissimularci per poterci unire a qualcuno. Oppure dissimularci dietro messe in scena teatrali che permettono di non far vedere il sesso : alcuni fanno dunque finta di rapire le loro donne e alcuni fingono di fuggire in modo che le “forme “, agli occhi della società, siano apparentemente rispettate. Le forme richiedono anche che si metta in scena un piccolo gioco di preda e predatore, un gioco di nascondino che serve a nascondere le caviglie, il sedere, il viso o i capelli da scegliere, in modo che gli esseri umani siano ancora nella condizione potenziale di dover rubare le cose, anche lo sguardo… Guai a chi non rispetta queste regole di riservatezza , discrezione e modestia. Gli si farà capire che la modestia è costitutiva dell’umanità e che lui ( o lei ) è una bestia (un maiale, una scrofa un ragno , un cane ), se non è conforme a queste convenzioni.
Queste convenzioni ci impongono dei vincoli, ma senza di essi, saremmo persone senza patria. Paul Riesman conclude : “Ogni società ha bisogno di queste situazioni al fine di garantire la continuità e dare ai suoi membri coscienza della loro comunità. ( … ) Proprio come un bambino che impara la struttura dal sistema sociale del gruppo subendo i vincoli che essa impone, così le persone imparano la struttura del sistema simbolico subendo i vincoli che essa impone . ( … ) Accettando tutto ciò come una necessità , essi riconoscono che il sistema simbolico coincide con l’ordine naturale delle cose, tanto che, nel guardarlo come ad una prova, essi tacitamente ammettono che l’uomo stesso abbia creato questo ordine. Così l’uomo si trova in una posizione ambigua nell’universo. Nella misura in cui si rende conto che è lui stesso a creare l’ordine, non può sottomettervisi come ad un imperativo assoluto : l’ordine cessa di avere potere vincolante. Si potrebbe dunque applicare anche al pensiero mitico, senza troppa distorsione, il concetto di repressione: L’uomo che vive un mito deve reprimere il fatto che è stato lui ad averlo creato “
Per saperne di più sulla mela della Bella Addormentata : Perché la mela è un frutto sessuale
Mariage et vol du feu. Quelques catégories de la pensée symbolique des Haoussa. In: L’Homme, 1966, tome 6 n°4. pp. 82-103.
Nota 1 / E ‘ interessante notare che nell’iconografia cristiana, è una foglia d’uva ad essere spesso utilizzata per nascondere i genitali di Adamo ed Eva. Potrebbe riferirsi all’uva, frutto del sole per eccellenza , simbolicamente legato alla divina ispirazione e potenza sessuale ?
Nota : la Bibbia dice che Adamo ed Eva hanno ricoperto le loro nudità con foglie di fico. Molti studiosi hanno concluso che il frutto dell’albero della conoscenza doveva essere un fico. “L’identificazione del fico con il frutto proibito è stato associato con il simbolismo del fegato. Per gli Ebrei, questo organo aveva connotazioni sacre, e c’era l’obbligo di bruciare sull’altare durante i sacrifici a Yaveh , fegato e reni dell’animale, oltre al grasso che li circondava. Da qui anche la convinzione che bruciando il fegato di un pesce, il relativo fumo avesse il potere di espellere il demone. Per i Greci questo organo era il centro vitale del corpo umano. Proprio quello che ricorda, ad esempio , il mito di Prometeo, la cui punizione per aver dato il fuoco agli uomini fu quella di rendere il suo ” fegato immortale ” (simbolo di sé stesso) divorato ogni giorno da un’aquila ( simbolo del mondo degli Dei). Nel mito di Eros, questo dio seduceva gli esseri umani rivolgendo frecce contro il loro fegato , da cui la convinzione di Orazio che è il fegato che fa amare ” . (Fonte: Hilário Franco Júnior, « Entre la figue et la pomme : l’iconographie romane du fruit défendu », Revue de l’histoire des religions [Online], 1 | 2006, messo online il 18 gennaio 2010)
Dr. Agnès Giard
Articolo originale: Les fruits interdits : cachez ces… pommes, Les 400 culs
Traduzione e riproduzione autorizzata, a cura di Psicolinea.it
Immagine:
Masolino, Adamo ed Eva, Firenze, Wikimedia
A30/A9
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Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
http://sexes.blogs.liberation.fr