Primo piano sulla dislessia
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Vediamo nei dettagli come si manifesta la dislessia e quali sono le caratteristiche relative alla decodifica della parola o del testo scritto.
Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”…
Nel nostro alfabeto molte sono le coppie di fonemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio impedimento alla lettura.
Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”…)
Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo – uditive.
L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura.
Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
F – V
T – D
P – B
C – G
L – R
M – N
S – Z
Difficoltà di decodifica sequenziale
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra – destra e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.
Nel soggetto dislessico ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza gli errori di seguito descritti.
Omissione di grafemi e di sillabe
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti ( ad esempio può leggere “fote” anzichè “fonte; oppure “capo” anzichè “campo”…) oppure di vocali (può leggere, ad esmpio, “fume” anzichè “fiume; “puma” anzichè piuma” …) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anzichè “tavolo”; “paro” anzichè “papavero” )
Salti di parole e salti da un rigo all’altro
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura.
Inversioni di sillabe
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”…) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”…).
Aggiunte e ripetizioni
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra – destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”…).
Prevalenza della componente intuitiva
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura, privilegia, indubbiamente l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori.
Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di significato affine o completamente diverso.
Possibili ripercussioni sulla scrittura
Difficoltà di copia dalla lavagna
Difficoltà di organizzazione spaziale sul foglio
Difficoltà grafo – motorie
Difficoltà ortografiche
Possibili ripercussioni sull’apprendimento logico – matematico
Difficoltà nella decodifica dei simboli numerici Confusione di simboli numerici simili Inversione di cifre
Difficoltà di decodifica del testo del problema
Difficoltà a gestire la sequenzialità nelle operazioni matematiche
Difficoltà ad organizzare lo spazio grafico
Difficoltà a memorizzare le tabelline
Possibili ripercussioni sull’autonomia personale
Come spesso accade nei soggetti con disturbo specifico di apprendimento, anche nei dislessici si possono rilevare incertezze in alcune attività legate all’autonomia personale; le difficoltà più frequenti sono le seguenti:
– Difficoltà ad orientarsi nel tempo quotidiano: essere puntuali, saper aspettare il momento giusto, sapere con precisione che momento della giornata stiamo vivendo( mattino, pomeriggio, sera…)
– Difficoltà a sapere più o meno che ore sono.
– Difficoltà ad orientarsi nelle routines quotidiane
– Difficoltà nell’esecuzione autonoma delle attività quotidiane(vestirsi, lavarsi, riordinare i propri materiali, prepararsi lo zaino…)
– Difficoltà ad orientarsi nell’orario scolastico( successione delle materie, organizzazione dei compiti…)
– Difficoltà ad orientarsi nel tempo prossimale( ieri, oggi, domani…)
– Difficoltà a leggere l’orologio
– Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana
– Difficoltà ad orientarsi nei giorni della settimana(che giorno è oggi…che giorno era ieri…che giorno sarà domani…)
– Difficoltà a memorizzare i mesi dell’anno e ad orientarsi rispetto alle festività
Monica Pratelli
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Monica Pratelli è psicologa e psicoterapeuta, direttore clinico dell’Istituto psico – medico – pedagogico “Centro Method” Perignano (PI). L’Istituto offre servizi diagnostici e terapeutici rivolti all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia; al suo interno opera uno staff interdisciplinare che si occupa di disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), difficoltà di linguaggio, problemi psicologici. E’ possibile usufruire di un servizio di consulenza on-line.
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