Per apparir bisogna soffrir…Intervista a Jo Squillo
GP: Jo Squillo, tu hai scritto una canzone che è diventata una sorta di inno all’emancipazione femminile. Vorrei però chiederti una cosa: perché una donna, per dimostrare che ‘c’è di più’ deve comunque mostrare le gambe?
JS: Noi abbiamo qualcosa di più degli uomini: abbiamo la femminilità, la sensibilità, la voglia di non nascondere tutto questo dietro divise, dietro armamenti. Le gonne sono la cornice di gambe che, soprattutto in questi decenni, hanno fatto tanti cambiamenti: prima celate sotto gonnone castigatissime, mentre oggi abbiamo la possibilità di poter scegliere: gonne o pantaloni. Gli uomini eh… di scelte ne hanno sicuramente meno… Oggi una donna che arriva a coprire cariche importanti nel mondo del lavoro, non deve per forza nascondere le gambe e ciò significa non dover nascondere uno stile di vita differente, o anche un pensiero differente, che a volte, in alcuni lavori, è anche una ricchezza. La bellezza nel mondo del lavoro è un elemento in più: quindi, a pari contenuti, a pari obiettivi, non vedo perché le donne debbano rinunciare a tutto quello che è la loro cultura. E’ chiaro che poi spesso vengono usate le gambe delle donne per altre cose, ma credo che non bisogna guardare soltanto all’esteriorità, all’estetica; questo è quello che vuole dire la mia canzone: guardare a un’etica e quindi essere libere di mettere una mini shirt, una gonna o un paio di pantaloni ed essere giudicate per quello che vali, per quello che fai e per quello che pensi.
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GP: Sei stata la reginetta del punk italiano: credevi in quella musica, o era solo una moda del momento nella quale sei stata introdotta per motivi commerciali?
JS : Guarda, io per motivi commerciali mai ho fatto qualcosa:. io ho scritto le mie canzoni; erano canzoni provocatorie, canzoni che servivano a rompere, contro un muro di indifferenza, che esisteva negli anni ottanta. Sicuramente è stato un movimento che è partito un po’ in tutto il mondo, in modo contemporaneo, dall’Italia all’Inghilterra… Era il modo, di una nuova generazione, di dire che esisteva una voglia di fare delle cose in modo diverso, creativo, al di là del business, soprattutto al di là degli interessi, soprattutto per la passione. Quindi, io per passione ho fatto moltissime cose: cose che oggi la maggior parte degli artisti si sognano… Nel senso che oggi ci si muove solo per logica economica, in realtà negli anni ottanta si è fatto moltissimo… Ho fatto concetti a scopo umanitario, con manifestazioni sociali, quindi per me la musica è stata sempre importante da legare all’impegno sociale. Sicuramente il punk ha rappresentato un nuovo modo di provocare, per poter riscrivere una parte della musica italiana.
GP: Ti sentivi quindi parte di questo movimento…
JS: Ma, credo di aver creato in parte questo movimento… Iin Italia sicuramente. E’ stato un movimento in cui appunto ho inventato un certo tipo di musica: mi tingevo i capelli di verde, facevo delle performances nelle gallerie d’arte, dipingevo quadri, tagliavo vestiti su di me mentre cantavo…
Siamo stati una generazione molto eclettica, innovativa ed evolutiva.
GP: Parlando del presente invece, di che cosa ti occupi?
JS: L’essere punk si è ripercosso ovviamente in forme diverse, in modo diverso, con il creare nuove cose e quindi pensare a una logica sempre creativa ed artistica del percorso della musica, ma anche dell’immagine e quindi creando una mia produzione televisiva, dove ho aperto un canale satellitare che parla di stile di vita, di moda, che va in giro per il mondo e capta tutte quelle che sono le nuove tendenze. E’ un canale satellitare, che si vede in quaranta paesi del mondo: si chiama TV Moda. E’ un canale che parla appunto di stile, 24 ore su 24, in tutte le lingue; è un canale italiano, però ha un occhio di riguardo a quello che è la musica, la moda. il teatro, l’approfondimento, la poesia. La frequenza è Sky 812, in chiaro, non è a pagamento.
GP: La moda aiuta le persone ad esprimere meglio la loro personalità, oppure è un qualcosa che opprime le persone, facendole spesso sentire inadeguate, fisicamente, psicologicamente, economicamente, perché devono comunque confrontarsi con dei modelli difficili da raggiungere?
JS: No, io credo che oggi la moda sia come negli anni 80, che hanno significato molto per quanto riguarda l’immagine (non a caso si chiamava la look generation, la generazione dell’immagine). Attraverso l’immagine si voleva creare un concetto di personalità e quindi io mi tingevo i capelli di verde perché ero vicina all’ecologia, per difendere la natura, dando dei messaggi. Ancora oggi la moda e gli abiti danno un messaggio di te, è un biglietto da visita. L’originalità delle persone, quello che è l’aspetto più unico di te stessa… E’ chiaro che è una voglia di farsi vedere agli occhi degli altri più bella e più rinnovata. Purtroppo i modelli imposti sono esteriormente molto falsi. Credo molto nella disciplina, in una corretta alimentazione, in un concetto di benessere e salute, attraverso lo sport, i sacrifici e anche il sudore…. Non credo nella trasformazione chirurgica e quindi non credo in questo tipo di stereotipo femminile (ma anche maschile, perché anche per gli uomini pare che sia molto di moda che si rifacciano). Infatti, io sono forse una delle poche donne della televisione a non avere niente di ritoccato, ricostruito… Sono autentica, anche nei miei difetti. E’ importante quindi il concetto di accettare i propri difetti come originalità e unicità…
GP: Perché secondo te, nel mondo dello spettacolo, gli amori hanno vita breve? Cosa succede che fa scoppiare le coppie?
JS: Mah, per non dire delle banalità, è difficile oggi sopportarci, starci vicino e ci sono tantissime esigenze e c’è molta libertà… C’è libertà nel costume, in alcuni ambienti, c’è una grande liberta… Ma comunque credo che tutte le donne abbiano tutte più libertà, più liberta di costume, di movimento, di socializzazione… Quindi c’è più possibilità di scelta e una minore attenzione a certi valori, fondamentali invece per continuare a superare i propri problemi. Oggi credo invece che ci sia un grande problema di incomprensione fra uomo e donna. Bisogna sopportarsi a vicenda. Nel mondo dello spettacolo non c’è niente di diverso. Forse ci sono più persone portate al cambiamento e… Pronti e via ! Ci si rinnova. Ci sono uomini che trovano più facilmente ragazzine più giovani e dunque ‘mollano’… Io però non faccio parte di quel tipo di mondo che segue i rotocalchi e che, per dimostrare di esistere, per business, per avere delle copertine, deve rinnovare gli amori…
GP: Oggi le donne sono molto più libere, informate e consapevoli, ma anche più esigenti nei confronti dei loro partners. Pensi che le donne di oggi siano più felici delle donne di ieri?
JS: Prima ci si accontentava di più, c’era meno consapevolezza e alla fine la felicità era anche mangiare una spaghettata insieme. Oggi invece, avendo di più e volendo di più…. Diciamo che ‘chi si accontenta gode’ : in fondo è assolutamente vero, sono le cose più semplici quelle che danno la felicità.
GP : Il tuo è il ‘mondo dell’effimero’ ?
JS : Mah, è stato sempre considerato effimero lo spettacolo ed anche la moda. Credo che sia assolutamente uno dei mondi in cui puoi avere la possibilità di essere più creativo, di essere artista, di essere te stesso fino in fondo…. Soprattutto la musica ti fa essere sempre più te stessa, vicino all’anima e credo che anche la moda, la ricerca del bello, ti porti ad una ricerca del bello anche dentro di te.
GP : Quali sono i tuoi valori Jo Squillo?
JS: E’ molto difficile. Sai, anzitutto la ricerca di un ben-essere che non è soltanto legato al business di oggi della ‘salute’, ma è legato ad una ricerca culturale, interiore, psicologica e morale che porta sempre di più ad una correttezza di vita… Essere delle belle donne significa essere belle fuori e dentro. Spesso si pensa ai massaggi, ai trattamenti, ma poi dentro si è assolutamente vuote… Credo nel lottare, come donna, per raggiungere delle cose, costruirsi il proprio pane. Ho fatto la scuola dello sport, del sudore, della fatica, non credo alle strade facili. Credo soprattutto nel bene, nel fare del bene agli altri, il che porta a farlo anche a sé stessi. Faccio sempre beneficenza, senza dirlo troppo sui giornali, non la faccio solo quando ci sono da fare delle fotografie come spesso fanno molti…
GP: Molti artisti scelgono il palcoscenico come terapia per le loro insicurezze. Per te come è andata?
JS : Io ho scelto questa strada per poter esprimere un’altra me, ho fatto il liceo artistico e quindi volevo essere un’artista, per calcare il palcoscenico. E’ un modo per ‘tirarti fuori’. Mi ha aiutato molto, moltissimo, ma perché mi sono aiutata, non perché il palcoscenico ti aiuta, anzi, ti terrorizza. Il palcoscenico deve diventare la palestra della tua anima, della tua comunicazione delle cose migliori di te. Il palcoscenico non dà sicurezza: se non sei sicuro, il palcoscenico amplifica quello che sei… Allora, se hai qualche cosa da dire stai sul palcoscenico, se non hai nulla da dire stai giù…. (Anche se è vero che spesso le persone che hanno qualcosa da dire sono sotto il palcoscenico e sopra ci sono persone che non hanno assolutamente nulla da dire!)
GP: Che emozioni provi quando sali sul palcoscenico?
JS: E’ importante che ci sia sempre emozione. Quello è fondamentale. Per me è come se fosse sempre la prima volta, emozionante e appassionante come un primo amore, come nell’innamoramento e questo è molto bello. E’ anche vero che ho imparato a stare bene più sul palcoscenico che nella televisione, perché con la musica stai sul palcoscenico tre minuti e via, non riesci a comunicare quello che sei. Invece, attraverso il palcoscenico, la musica e i concerti, la comunicazione che faccio con altre manifestazioni, i talk show, riesco di più ad esprimere me stessa, quella che sono.
GP: Hai un motto particolare che ti accompagna?
JS : Il mio motto arriva da mia nonna : ‘per apparir bisogna soffrir’, oppure ‘nulla ti è regalato’, ‘il tuo destino puoi fartelo tu’, ‘la fortuna, come l’amore è variabile’…
GP : Da dove nasce questo nome d’arte, Jo Squillo?
JS Mi chiamo Jo Squillo perché una notte ho avuto un incubo… Sceglievo un nome e volevo un nome ‘forte’, sonoro ed anche poetico, romantico … Volevo un nome che ‘suonasse’, che scuotesse la massa delle persone, spesso un po’ addormentate rispetto ad una generazione che cercava di fare delle cose nuove, proporre un modo di fare musica, arte, un po’ forte, un po’ alternativo, ma anche provocatorio… Gli anni ottanta sono stati anni brutti, si è vissuto un periodo molto grigio, molto nero e quindi la musica permetteva ai giovani di restare fuori da tante situazioni pericolose. La musica ha salvato molte vite.
GP: Insomma questi anni ottanta ti sono davvero rimasti dentro…. Anche cliccando sul tuo sito, www.josquillo.it esce la URL ‘ Milano da bere’…
JS: Sinceramente non lo so… In ogni caso la ‘Milano da bere’ che ho conosciuto era molto più viva, energica, di oggi. Allora Milano era una capitale europea: la moda, la musica, l’arte, il design… Oggi non è così valutata, ecco…
Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Chi è JO SQUILLO ?
Jo Squillo nasce artisticamente nel 1979 con il gruppo femminile “Kandeggina Gang”. Il primo 45 giri si chiama: “Sono cattiva/Orrore”, il secondo, inciso nel 1981, “Skizzo Skizzo/Energia Interna” cui segue l’album “Girl senza paura”. Nel 1982 esce il 45 giri “Africa”, dedicato a Nelson Mandela; l’anno successivo è la volta di “Avventurieri”. Nel 1984 esce l’album “Bizzarre”, seguito dal 45 giri “Roulette/My love” (1985), e da una rielaborazione dei “Carmine Burana”.
Dopo qualche anno di silenzio, nel 1988 Jo Squillo torna con l’album “Terra Magica” seguito dalla raccolta “Tracce 80/90”. Il grande successo arriva nel 1991 al Festival di Sanremo, dove si presenta in coppia con Sabrina Salerno, per cantare il brano “Siamo donne”. L’anno successivo esce l’album “Movimenti”, che contiene il fortunato brano “Me gusta il movimento”, presentato a Sanremo nel 1992. Nel 1993 pubblica l’album “Balla Italiano”. E’ di quegli anni la partecipazione al film “Gole Ruggenti” di Pierfrancesco Pingitore e ai programmi televisivi: “Il grande gioco dell’oca” su Rai 2, “Sanremo Giovani ’93” su Rai 1 e “Caccia al Ladro” su Canale 5, con Paolo Bonolis. Nel 1995 esce il CD “Non vedo l’ora” e conduce il suo primo programma di moda, “Kermesse”, su Rai 1. Nel 1997 presenta “La città delle donne”, trasmesso da Rai International ed è con Mike Bongiorno nel programma “Una città per cantare”, su Rete 4. Nel 19’97 esce il CD singolo “A natural woman” seguito nel 1998 dalla raccolta “Siamo donne e altri successi”. Dal 1999 conduce “Tv Moda” su Rete 4 e da questa esperienza nasce il canale satellitare ‘Tv Moda’, visibile in chiaro su Sky, la prima tv dedicata a moda, a viaggi, costumi e stili di vita. In campo discografico, nel 2000 esce il CD Singolo “Donne al sole”; nel 2001 “Do You remember ’70” contenente motivi famosi negli anni Settanta.
Psicolinea.it © Ottobre 2003
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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