
Penetrazione anale per gioco – Consulenza on line
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mio figlio di 11 anni mi arriva sconvolto perchè con il cugino di 10 hanno voluto “provare” una penetrazione anale a suo carico. prima non vuole dirmi cosa è successo, poi si confida e spiega che ha avuto paura perchè ha provato un pò di dolore. mi rassicura che l’idea è stata dell’altro ma si sente i colpa per aver accettato per gioco. l’ho rassicurato che ciò non aveva conseguenze e si trattava solo di curiosità, ma è realmente così?
Gentile signora,
Capisco che questa situazione possa averla colpita profondamente e che lei stia cercando il modo migliore per affrontare la situazione con suo figlio. Prima di tutto, è importante riconoscere che a questa età i bambini iniziano a esplorare la propria corporeità e la sessualità in modo spontaneo, spesso senza avere piena consapevolezza delle implicazioni fisiche, emotive e relazionali.
Le suggerisco di affrontare il discorso con lui in un clima di calma e accoglienza, evitando giudizi o reazioni di allarme che potrebbero farlo chiudere. Può iniziare con un atteggiamento di ascolto attivo, facendo domande aperte come:
- “Come ti sei sentito in quel momento?”
- “Cosa ti ha spaventato di più?”
- “Cosa pensi di quello che è successo?”
Questo aiuterà suo figlio a elaborare l’esperienza e a riconoscere le proprie emozioni. È anche un’opportunità per trasmettergli messaggi importanti sul consenso, sul rispetto del proprio corpo e di quello altrui. Può spiegargli, con parole semplici e senza colpevolizzarlo, che il corpo è qualcosa di prezioso e che ogni esperienza deve essere vissuta in un contesto di rispetto reciproco e di benessere.
Se sente che questa esperienza ha lasciato in lui una forte paura o disagio, potrebbe essere utile offrirgli uno spazio di dialogo con una figura professionale, come una psicologa o uno psicologo dell’età evolutiva, per aiutarlo a dare un senso all’accaduto.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it
Mi sembra un tantino esagerata come reazione: dietro i giochi sessuali di adolescenti e preadolescenti non sempre c’è la lunga mano di un pedofilo, ma semplicemente una normale pulsione sessuale che già a quell’età di può avere, specialmente oggi che gli stimoli sessuale non arrivano solo da internet ma anche dalla tele in ora di fascia protetta.
Un ragazzino di 10 anni smaliziato sa già cos’è un rapporto sessuale, sebbene nella sua visione semplicistica del sesso, e può anche sapere che esiste quello anale (i ragazzini a scuola parlano di cose per cui qualsiasi adulto arrossirebbe soltanto a sentirle).
In questo caso le proposte sono venute addirittura dal ragazzo più piccolo mi sembra assurdo mette in testa idee di bullismo o soppravvazione, semmai sarebbe da indagare il senso di colpa che porta un ragazzo ad arrivare a confessare alla madre una cosa del genere travalicando ogni soglia del pudore intragenerazionale, si tratta di un senso di colpa instillato forse da convinzioni religiose? si tratta forse di un atteggiamento un po’ troppo morboso di un genitore che investiga un po’ troppo nella privacy di un figlio?
Per esperienza le dico che certi “giochi” (le virgolette sono giuste perché il ragazzo ha la consapevolezza che non sono giochi ma esperienze, cioè violazioni di un tabù) succedono, e senza bisogno di supervisioni occulte o torbide, ma fanno semplicemente parte del venir fuori della propria sessualità, e anche impedire che si incontrino, non eviterà che certe esperienze risuccedano