Pedopornografia virtuale
Non c’è dubbio che Internet e le tecnologie correlate abbiano avuto un impatto considerevole sull’accessibilità e la proliferazione di immagini e video pornografici, anche relativi a abusi sessuali su minori, materiale in genere indicato come pedopornografia.
La “pornografia virtuale infantile ” (detta anche VCP) riguarda immagini sessualmente esplicite che sono interamente generate dal computer, dove non ci sono bambini veri, ma sono immagini assolutamente realistiche.
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Le immagini generate dal computer diventano rapidamente sempre più realistiche, tanto che è sempre più difficile per osservatori umani inesperti fare questa distinzione tra virtuale e reale.
Ciò è supportato da uno studio del 2016 condotto da Farid e dai suoi colleghi che ha mostrato a circa 250 partecipanti 60 immagini di volti umani. La metà di queste immagini erano generate dal computer, l’altra metà erano reali.
I partecipanti sono stati in grado di identificare correttamente le immagini erano reali il 92% delle volte, ma sono stati in grado di classificare accuratamente un’immagine generata dal computer solo il 60% delle volte.
Questi risultati, insieme ai progressi nel software di imaging fotografico, indicano la necessità di riconsiderare la convinzione che “le giurie siano ancora in grado di distinguere tra immagini reali e virtuali”.
Una intervista sulla Timidezza
A differenza delle persone normali, è probabile che le forze dell’ordine abbiano la formazione e l’abilità per distinguere le immagini reali dalle immagini virtuali, ma ci sono rapporti che suggeriscono che a volte anche gli esperti non riescono a capire se un’immagine digitale è reale o virtuale.
Un’operazione condotta nel 2013 dagli attivisti di Terre de Hommes nei Paesi Bassi, mirata ad affrontare la crescente minaccia del turismo sessuale minorile tramite webcam ha utilizzato un personaggio infantile fittizio, ” Sweetie “. La ragazza filippina apparentemente di 10 anni avrebbe ingannato migliaia di uomini in tutto il mondo. Questi uomini hanno pagato per vedere Sweetie compiere atti sessuali davanti a una webcam.
Sebbene il VCP possa dotare le forze dell’ordine di un’arma potente per rilevare e arrestare i trasgressori, tali operazioni di polizia comportano preoccupazioni legali ed etiche.
Certamente, è una priorità catturare i trasgressori prima che contattino bambini reali, ma fino a che punto dovrebbe essere consentito alle forze dell’ordine di usare questi prodotti? Il fine giustifica i mezzi?
Dr. Walter La Gatta
Immagine e Fonte:
https://theconversation.com/virtual-child-pornography-could-both-help-and-hinder-law-enforcement-82746
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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