Gentile Dottoressa, sono una persona di 31 anni e ho una relazione sentimentale che dura da qualche anno. Il quesito che pongo mi sta arrovellando il cervello da un bel po’ di tempo: qual è il giusto tempo da dedicare ai genitori di lui e agli altri suoi parenti? La domanda nasce dalla seguente situazione. Nel settembre 2006 io e il mio ragazzo abbiamo deciso di iniziare a convivere. Il caso ha voluto che suo fratello, che pure viveva nella stessa città, sia diventato padre di una bella bimba più o meno nello stesso periodo e che, con la moglie, sia venuto a poca distanza da noi. Così, nello stesso mese di settembre 2006, anche i genitori di lui hanno deciso di trasferirsi nella stessa nostra città, trascinandosi dietro anche l’altra figlia (prima si trovavano a 800 Km di distanza). Da allora sono iniziate le discussioni: il mio compagno voleva andare spessissimo a mangiare da loro (minimo 2-3 volte per settimana); molti parenti continuavano a venirli a trovare e lui lui voleva immancabilmente trascorrere molto tempo con loro, ecc.. addirittura sua madre aveva proposto/deciso di ospitare a casa nostra alcuni parenti costringendo noi ad andare a dormire da loro per 1 notte (il mio parere ovviamente non era stato chiesto e ho dovuto fare fatica ad impormi). Per più di 1 anno ho dovuto combattere con questa situazione ed ho ottenuto solo qualche risultato sul numero di ore trascorse con loro. La cosa peggiore, però, è stata piano piano accorgersi di quanto terribilmente il mio compagno era condizionato da queste persone: nessuno dei suoi familiari aveva mai un difetto; tra me e loro avevano sempre ragione loro. La madre è stata anche capace di prenotare al figlio una visita medica senza chiedergli il permesso e lui c’è andato senza fiatare. A gennaio si è trasferito nella stessa città anche il quarto ed ultimo fratello ed ora loro sono tutti contenti di stare tutti insieme e di trascorrere quasi tutto il fine settimana facendo cose insieme: sport, cinema, passeggiate, immancabili e irrinunciabili partite di calcio in TV. Quella che era scontenta, però, ero io che non disprezzo completamente queste persone, per alcuni versi mi sono anche simpatiche ma non ce la faccio a vivere così appiccicata a loro! Sono i suoi fratelli, non i miei migliori amici!! E la città è pure piccola, con un piccolo centro, quindi è inevitabile incontrarli!! Così, a gennaio 2008 me ne sono venuta a Roma, città che mi piace molto, dove risiede la mia famiglia e dove ho delle amiche. Ora sto in parte bene perché non mi tocca sopportali ma anche male perché voglio ancora bene al mio ragazzo! Sarei disposta anche a fare dei sacrifici per lui (stare lontana dai miei familiari ecc..) ma ho paura di essere soffocata, come posso pensare di tornare a vivere nella città di prima senza scoppiare? PS: lui dice che da lì non può spostarsi perchè il lavoro non glielo consente Scusi se mi sono dilungata così tanto ma sono disperata. Nel frattempo devo anche compiere delle scelte lavorative: città precedente o quella nuova, ossia Roma? La ringrazio cordialmente per la pazienza, Patt
Cara Patt,
La ringrazio anzitutto della fiducia, nel sottopormi un quesito del genere, cui francamente però non saprei rispondere, perché non conosco e non capisco fino in fondo le situazioni di cui mi parla. In generale, credo che a 31 anni sia importante anzitutto cercarsi un lavoro, possibilmente stabile, ovunque esso sia, e poi cominciare a parlare di tutto il resto. Qualsiasi ambiente familiare, anche il più opprimente, può essere tollerato con stoica virtù se ci si sente soddisfatti della propria vita, realizzati come persone, liberi di poter compiere in autonomia le proprie scelte.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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