Nascere nel corpo sbagliato – Consulenza online
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Buonasera Dottoressa. Avrei solo bisogno di un parere professionale. Dunque, ho 22 anni e vivo con i miei nonni paterni, i miei genitori si sono separati quando avevo appena 12 anni. Ora mio padre vive a 40 km di distanza e mia madre a 7. Non sono mai stati presenti né per me, né per mio fratello (è 7 anni più piccolo di me). Il problema è che nonostante mi sia sforzato di vivere adeguandomi alla situazione fino ad oggi, avendo alle spalle quattro o cinque relazioni delle quali una in corso, mi sembra di essere una bomba ad orologeria. Io sono biologicamente una femmina, ma dall’infanzia mi sento un maschio. Non ho mai avuto esperienze sessuali con altre donne, anche se a volte ci faccio dei pensierini. Il fatto è che esco con i maschi solo perché alla fine vorrei essere fisicamente come loro, non perché ho bisogno di loro.
Ultimamente mi sento confusa, stanca di lottare contro questi istinti che porto in me da quando ho memoria. Fosse per me mi opererei anche subito, ma provo paura. Ho paura perché a cambiare sesso dopo 22 anni mi sembra di aver buttato via un ventennio di vita, mi sembra di aver vissuto l’infanzia e la giovinezza di qualcun altro, non la mia che sicuramente non ritornerà. In verità però la paura più grossa è per quelli che mi stanno intorno.
I miei nonni ne morirebbero se tornassi a casa con la barba e il mio attuale ragazzo si sentirebbe preso in giro, per non parlare di tutti i commenti e le battute dei miei conoscenti se mi decidessi a parlarne con qualcuno. Ho sempre vestito da uomo, uso persino profumo maschile, e ho più palle io di tutti gli uomini veri che ho intorno. Solo non mi accontento più di questo. Ma in ogni caso sarei infelice comunque: se decido di rimanere così gli altri staranno bene, ma questi pensieri continueranno a mangiarmi l’anima; se invece mi decido ad affrontare la situazione facendo richiesta per assistenza psicoterapeutica al fine di sottopormi ad un’operazione per il cambio di sesso, dovrei troncare tutti i rapporti con le persone che conosco e cambiare città, poiché vivo in un paesino dove fare una cosa del genere equivarrebbe a crocifiggere Gesù una seconda volta. Esiste un modo per salvarmi?
Mi illumini, la prego
Lisa
A26
Gentilissim*,
Come ormai sappiamo abbastanza bene, è possibile e relativamente frequente che una persona senta di appartenere all’altro sesso e di essere nata, sostanzialmente, in un corpo sbagliato. Il cambiamento di sesso però non è affatto una decisione da prendere alla leggera: si tratta anzi di un percorso lungo e difficile, che va affrontato solo quando vi è una più che solida motivazione.
Per comprendere dunque fino a che punto vi sia in lei questa motivazione, le consiglierei senz’altro di iniziare una psicoterapia personale, non finalizzata, per il momento, ad un cambiamento di sesso, ma alla maggiore conoscenza di sé . Già il conoscersi meglio, il confrontarsi con il/la terapeuta, il ricordare gli episodi dell’infanzia, la possibilità di fare collegamenti fra vari aspetti della sua vita, le sarà utile per comprendersi meglio e per favorire o un maggiore adattamento alla sua realtà attuale, o un suo maggior convincimento nella necessità di dover cambiare drasticamente la realtà che le è data da vivere.
Talvolta, dietro il così detto disturbo di identità di genere, possono celarsi una serie di insicurezze, convinzioni errate, pregiudizi che dovrebbero essere presi in considerazione, se non altro per escludere che abbiano una loro influenza (mi fa pensare ad esempio quella sua espressione “Ho sempre vestito da uomo, uso persino profumo maschile, e ho più palle io di tutti gli uomini veri che ho intorno”: questa frase potrebbe celare anche un bisogno di rivalsa verso qualcuno/a che l’ha ferita e abbandonata, portandola a convincersi che “avere le palle” sia l’unico modo, a questo mondo, per difendersi dalle minacce della vita. Ovviamente, se così fosse, si tratterebbe di una convinzione assolutamente sbagliata…).
Per questo riterrei assolutamente necessario, prima di prendere decisioni, o anche di fare proclami, pressoché irreversibili, specie se si vive in un piccolo paese, essere ben consci di quello che si desidera fare della propria vita (e di quella degli altri) e di quanto si è disposti a mettersi in gioco per cambiare.
Non so se l’ho illuminata, spero comunque che lei trovi presto la sua strada per essere più felice, a prescindere dal genere sessuale.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti,
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it
…sono nella tua stessa situazione Lisa,…da sempre…La mancanza di coraggio nei riguardi della famiglia mi porta a dover reprimere atteggiamenti, desideri…Non faccio altro che fingere…Rispetto a te, non ho mai voluto contatti con gli uomini, mi ha sempre dato fastidio, fin da bambina non ho mai sognato di vivere con un uomo, fidanzarmi, sposarmi…Mai mai. Infatti, è da grande che ho compreso questo, come dire, mi sono autoanalizzata da sempre…Depressioni dall’ età di 9 anni fino ad oggi che ne ho 34. Sempre preso cotte per le miei colleghe universitarie o amiche. L’abbigliamento, i gusti, bè, e che ne parlo a fare? li ho sempre detestati. Infattri quando i familiari mi chiedono il perchè non metta nulla di femminile…,mi sento morire…., ma non ce la faccio….non sono io in quegli abiti, nel trucco..,nelle scarpe. Ma non è solo un fatto di gusti, abbigliamento, non è solo questo…tu senti dentro te stesso….di essere altro…La psicoanalisi è un iter obbligatorio, ma ognuno di noi sa ciò che dice e ciò che soffre…perchè se potessimo scegliere….sceglieremmo la via più facile…questa certamente nessuno la vorrebbe….Io amo la psicologia e l’ho studiata, ma ribadisco il fatto che, non si deve convicere il tribunale o che un ci si faccia cambaire idea perchè magari da bambini abbiamo vissuto un brutto rapporto con madre/padre….E’ un qualcosa di molto piu’ profondo…un essere altro in un corpo che non corrisponde…Come essere alti 1.90 e dover guidare una bici dal raggio 15…Guardarsi allo specchio e desiderare di “tagliare” quello che odi…bè…a chi dovrei convincere? il dolore ed il disagio sono miei e nessuno può metterlo in dubbio.
Ciao Lisa, fammi sapere di te
La ringrazio per la cortese attenzione e per la serietà con cui ha preso le mie parole, inizierò subito una serie di sedute psicologiche sperando nel dissipamento dei miei dubbi, ma soprattutto sperando di conoscere e comprendere il perché di questo lato “dissonante” dentro di me, decidendo in seguito quale sarà la scelta giusta per essere felice.
Lisa