Come premessa è utile definire il concetto di molestia sessuale sul posto di lavoro.
Con quest’ultimo termine si intende ogni atto o comportamento indesiderato, anche verbale, a connotazione sessuale arrecante offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce, ovvero che sia suscettibile di creare ritorsioni o un clima di intimidazioni nei suoi confronti.
Il molestatore, sia di sesso femminile sia di sesso maschile, non vuole ottenere “favori di natura sessuale”, quanto piuttosto vuole dimostrare il proprio potere della sua identità sessuale.
I comportamenti sessuali dell’essere umano sono legati alla cultura, ai ruoli, agli stereotipi di genere, e alle rappresentazioni sociali di genere.
Il ruolo sessuale è l’insieme dei gusti, tratti, atteggiamenti, caratteristiche nello stile comportamentale che sono associati all’appartenenza ad un dato sesso.
Il ruolo di genere è l’insieme di atteggiamenti ed attitudini connessi alla identità maschile e femminile e stabiliti dalle convenzioni culturali e sociali
Gli stereotipi di ruolo sessuale assegnano a un sesso caratteristiche definite e rigide. Gli stereotipi sono, quindi, socialmente standardizzati e per quanto concerne la sessualità fanno riferimento alle nozioni di mascolinità e femminilità.
Secondo il tradizionale stereotipo maschile l’uomo deve possedere autonomia, attivismo, senso della disciplina, logica, coraggio, rudezza, decisione negli obiettivi, spirito di avventura, ribellione, capacità di dominio, virilità. Tutte queste caratteristiche enfatizzano il raggiungimento di una “normale mascolinità”.
Mentre, al contrario, secondo il tradizionale stereotipo femminile, la donna deve possedere la sollecitudine, la capacità di esprimere sentimenti, la dipendenza, la passività e i legami con gli altri, la pulizia, la purezza, la gentilezza, l’attenzione agli altri, la remissività.
Gli stereotipi di ruolo sessuale vengono appresi sin da bambini attraverso la modificazione più o meno stabile nel comportamento del bambino risultante dalla sua esperienza.
Bisogna considerare che i ruoli di genere vengono appresi sin da bambini ma non necessariamente coincidono con le caratteristiche biologiche. Si è potuto riscontrare, infatti, che la conformazione biologica dell’individuo non prevede che egli sia più o meno sensibile alla disciplina, coraggioso, sensibile o sollecito. Questi atteggiamenti sono il frutto di un condizionamento sociale cui l’individuo vi si adatta per potersi “adeguare conformemente alla propria cultura”.
E’ ipotizzabile quindi che qualora cambino le richieste da parte della società, della cultura di appartenenza e i bisogni dell’individuo mutano anche i modelli di comportamento.
Se i comportamenti sessuali derivano da condizionamenti sociali di tipo operanti, si può ipotizzare che in alcuni casi possiedono una sensazione incresciosa di pena, di tormento, di incomodo, e di molestia.
A questo punto è facile ipotizzare che le molestie sessuali sono legate ai ruoli, alle identità di genere e agli stereotipi sociali. E’ possibile che le molestie sessuali sul posto di lavoro derivino dagli ideali e dalle costrizioni degli stereotipi sociali di genere siano, quindi, patologie dei ruoli e delle identità di genere così come lo sono della sessualità.
Proviamo a pensare alle aziende. In alcuni casi durante il processo di selezione per un posto di lavoro si cercano le donne che possiedono le caratteristiche di personalità come la passività, la remissività, l’attenzione verso gli altri. Mentre, l’uomo necessariamente deve possedere la capacità di comandare, di decisione, di virilità e di potere.
Per questo, forse, possiamo considerare le molestie sessuali sul posto di lavoro come “altre perversioni”. Louise J. Kaplan, in un libro divenuto oramai famoso, afferma: “le perversioni sessuali, dal momento che derivano così gran parte della loro forza emotiva dagli stereotipi sociali di genere, sono patologie dei ruoli e delle identità di genere tanto quanto lo sono della sessualità”.
In tale ottica è facile ipotizzare che gli stereotipi di genere, di ruolo e la cultura stessa possono essere i crogioli del comportamento perverso delle molestie sessuali sul posto di lavoro.
Alessandra Menelao
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Alessandra Menelao, è professore a contratto di psicologia del lavoro presso l’università di Cassino. Ha partecipato a numerosi convegni nazionali ed internazionali. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e teorici su riviste scientifiche e volumi, e siti web sui vari campi della psicologia del lavoro, sessuologia, psicologia generale e clinica.
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a.menelao@tiscalinet.it