Memoria a breve termine: come migliorarla
La memoria è una funzione fondamentale della mente umana, essenziale per apprendere, adattarsi e costruire l’identità personale. Può essere suddivisa in diverse tipologie: la memoria sensoriale, che registra brevemente le informazioni provenienti dai sensi; la memoria a breve termine, che trattiene pochi elementi per un periodo limitato; e la memoria a lungo termine, dove si consolidano conoscenze, esperienze ed emozioni.
Questa capacità non è infallibile: è influenzata da fattori emotivi, stress e invecchiamento, ma può essere allenata e migliorata con tecniche specifiche, come la ripetizione, l’associazione e l’uso di strategie cognitive. Cerchiamo di saperne di più.
Cosa è la memoria a breve termine?
La memoria a breve termine, nota anche come memoria primaria o attiva, è quella parte di memoria che si ritiene capace di conservare una piccola quantità di informazioni. È contrapposta alla memoria a lungo termine, capace di conservare una quantità enorme, anche se non infinita, di informazioni, per lungo tempo, siano esse recenti o passate.
Come funziona la memoria a breve termine?
La memoria a breve termine funziona come una sorta di “blocco per appunti” e per questo è stata definita “il post-it del cervello”. Ad esempio, mentre state leggendo questa frase, più andate avanti e più mettete le parole che avete letto nella memoria a breve termine, cosicché alla fine della frase voi possiate cogliere un senso compiuto.
Altro esempio: mantenere un’informazione in memoria per completare un compito, ad esempio mentre si sta facendo un’operazione matematica o una traduzione simultanea.
Quante informazioni contiene la memoria a breve termine?
Contiene solo una piccola quantità di informazioni (in genere circa 7 elementi o anche meno) che sono disponibili per un breve periodo di tempo (in genere da 10 a 15 secondi, fino a un minuto).
Cosa succede ai contenuti conservati nella memoria a breve termine?
Le informazioni contenute nella memoria a breve termine scompaiono rapidamente e per sempre, a meno che non si faccia uno sforzo consapevole per conservarle nella memoria a lungo termine. Quando qualcosa nella memoria a breve termine viene dimenticato, significa che un impulso nervoso ha semplicemente cessato di essere trasmesso attraverso una particolare rete neurale. In generale, a meno che un impulso non venga riattivato, questo smette di fluire in pochi secondi.
In genere, i nuovi contenuti eliminano gradualmente i contenuti più vecchi, a meno che essi non vengano attivamente protetti dalle interferenze mediante ripetizioni o interesse specifico su di essi.
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Come si fa a trasferire le informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine?
Il trasferimento di informazioni dalla memoria a breve termine alla memoria di lungo termine avviene tramite la ripetizione mentale delle informazioni o, ancor più efficacemente, attribuendo loro un significato (per cui vale la pena ricordarle), oppure associandole ad altre conoscenze acquisite in precedenza.
Per conservare contenuti nella memoria di lungo termine deve esserci motivazione: se non c’è interesse a ricordare qualcosa (ad esempio un numero di telefono di una persona a cui non si dovrà più telefonare in futuro) questi contenuti vengono dimenticati.
Quale parte del cervello si occupa della memoria?
L’ippocampo è la struttura indispensabile che si occupa della fissazione della traccia di memoria. L’ippocampo non è la sede dell’immagazzinamento, ma è un elemento essenziale per la codifica delle informazioni che lo raggiungono dalla corteccia associativa cerebrale. Anche l’amigdala (lobo temporale) riveste un ruolo importante nel modellamento e nella conservazione della memoria, dato che è l’organo deputato a definire le percezioni sul versante emozionale ed affettivo.
Come funziona il processo di memorizzazione?
Il processo di memorizzazione modifica le connessioni presenti nella rete neuronale, grazie all’attivazione di un segnale; nei neuroni postsinaptici si attivano geni e proteine; queste ultime si muovono verso le connessioni presenti tra due neuroni, allo scopo di rinforzare o di costruire le sinapsi (i punti di contatto e di comunicazione neuronale). Ogni informazione viene memorizzata grazie alla formazione di una specifica rete neuronale, prima nell’ippocampo e poi nella corteccia, dove viene definitivamente conservata.
La memoria a breve termine equivale a quella di lavoro?
No, sono due concetti diversi. La memoria di lavoro si riferisce ai processi utilizzati per archiviare, organizzare e gestire temporaneamente le informazioni. La memoria a breve termine invece si riferisce solo alla memorizzazione temporanea di informazioni.
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Ci sono differenze di tipo etnico o culturale?
Si, nel senso che la memoria a breve termine sembra funzionare fonologicamente. Ad esempio, mentre i madrelingua inglesi in genere possono ricordare sette cifre nella memoria a breve termine, i madrelingua cinesi in genere possono ricordarne dieci.
Questo perché i numeri nella lingua cinese sono composti da sillabe singole, mentre in inglese (e in italiano) non è così.
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C’è differenza per quanto riguarda la qualità o le caratteristiche dei contenuti conservati nella memoria a breve termine?
Si, ad esempio, è possibile ricordare più parole se sono brevi, o usate di frequente, o sono fonologicamente simili nel suono, o appartengono alla stessa categoria semantica (come lo sport, la musica, ecc.) piuttosto che a categorie diverse.
Quanto contano le interferenze esterne sulla memoria a breve termine?
Qualsiasi interferenza esterna tende a causare disturbi nella conservazione della memoria a breve termine, e per questo motivo le persone spesso sentono un chiaro desiderio di completare i compiti tenuti nella memoria a breve termine il più presto possibile.
Il tono della voce influenza la memoria a breve termine?
Si. La capacità e la durata della memoria a breve termine aumenta se le parole o le cifre sono articolate ad alta voce invece di essere espresse solo nel pensiero.
Come mai ci sono questi due tipi di memoria?
Si pensa che questo abbia favorito la sopravvivenza dell’essere umano nel prestare attenzione a un numero relativamente piccolo di cose importanti e non a troppi dettagli di minore importanza che avrebbero potuto interferire negativamente con un rapido processo decisionale.
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Come migliorare la memoria a breve termine?
- memorizzare i termini utilizzando strategie di ripetizione, come ad esempio ripetere ad alta voce le informazioni che si vogliono ricordare, o ripeterle mentalmente per un tempo abbastanza lungo.
- associare i nuovi dati a emozioni, ricordi, cose significative per la propria vita: infatti si tende a ricordare solo quello che si ritiene utile e a dimenticare quello che non serve. Partecipare emotivamente a quelle informazioni dunque e associarle a ricordi significativi può essere una buona strategia di memorizzazione.
- aggregare le informazioni in piccoli gruppi, il che rende più facile ricordare più elementi per un breve periodo. Ad esempio, un lungo numero di telefono, ricordato in blocchi di due o tre cifre.
- facendo attività fisica: alcuni studi hanno dimostrato che fare esercizio fisico migliora le capacità mnemoniche.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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