Meditazione e compassione nella pratica psicoterapeutica
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Christopher Germer è docente di psicologia ad Harvard e membro fondatore dell’ Institute for Meditation and Psychotherapy, una organizzazione non-profit dedicata alla istruzione e alla formazione dei terapeuti interessati ad integrare la meditazione nella pratica psicoterapeutica.
Ne parliamo perché ha pubblicato un nuovo libro in lingua inglese, Wisdom and Compassion in Psychotherapy, scritto con lo psicologo Ronald Siegel, che si ispira alla conferenza tenuta ad Harvard dal Dalai Lama nel 2009, dal titolo Meditazione e Psicoterapia. In questo volume, esperti di meditazione e uomini di scienza, cercano di rispondere ad una domanda ambiziosa: è possibile coltivare la saggezza e la compassione nei terapeuti e nei loro clienti?
Il libro, di 407 pagine, probabilmente non diventerà mai un best seller (e forse non verrà neanche tradotto in italiano), ma contiene spunti di riflessione che possono essere utili a chi ha a che fare con la psicoterapia, come professionista o come paziente, e per questo vi sintetizziamo i contenuti di una sua intervista, rilasciata recentemente all’Huffington Post.
La persona “sapiente” è quella che conosce in profondità il vivere bene, mentre la persona “compassionevole” è quella che sa riconoscere la sofferenza ed ha il desiderio di alleviarla. La sofferenza può essere anche propria: in questo caso il desiderio di alleviarla è dato dall’auto-compassione. Quando invece la sofferenza riguarda gli altri e si prova il desiderio di fare qualcosa per alleviarla, allora si parla di compassione: cioè quando l’amore incontra la sofferenza, e rimane tuttavia amorevole. Di solito infatti l’amore si blocca di fronte alla sofferenza.
Una Conferenza sulla Paura
C’è una espressione tibetana che definisce la compassione “idiota” (in verità un’espressione poco “compassionevole”, ammette Germer…): la compassione idiota è quella che spinge a comportarsi in modo neutro e accomodante, quando invece sarebbe giusto prendere una posizione ferma e decisa. Quando qualcuno sta danneggiando un altro, e si empatizza con la vittima, ma non si fa nulla per evitare il danno, la compassione è idiota. La cosa più compassionevole da fare in questo caso, sia per la vittima che per il carnefice, è quella di fermare il danno.
Un insegnamento che l’autore del libro sente di aver appreso dal Dalai Lama e dalla cultura tibetana, è che tutti gli esseri viventi nascono con il desiderio di essere felici e liberi dalla sofferenza. Per questo, quando siamo eccessivamente duri e critici con noi stessi, lo facciamo perché pensiamo, in modo sbagliato, che ciò ci porterà a qualcosa di positivo, ad esempio ad essere più felici e liberi dalla sofferenza. In realtà, poiché tutti nasciamo, secondo la cultura tibetana, con il desiderio di essere felici e liberi dalla sofferenza, è attraverso la pratica dell’auto-compassione , cioè il saper coltivare la buona volontà e le buone intenzioni, che possiamo riuscire a mettere in pratica questi aspetti profondi della nostra natura umana.
La mindfulness meditation consiste nel saper guardare all’esperienza momento per momento, senza esprimere giudizi, e questa è da considerarsi la strada maestra per la saggezza. Fondamentalmente, attraverso questo tipo di meditazione, impariamo la natura delle cose, e da questo nasce la saggezza.
Molte persone fraintendono la mindfulness meditation, intendendola come una pratica di consapevolezza. In realtà non si può essere consapevoli, se non si è capaci di amare. Quando la consapevolezza raggiunge il suo massimo livello, essa è indistinguibile dall’amore. Allo stesso modo, quando l’amore si esprime al suo massimo livello, ciò ci rende pienamente consapevoli. Tuttavia, all’inizio, quando cominciamo a fare pratica, non siamo generalmente in grado di fare tutto questo allo stesso tempo. E’ come imparare a sciare su una pista difficile: impariamo una cosa, ne impariamo un altra, poi mettiamo tutto insieme, e alla fine riusciamo a sciare attraverso dossi e alberi, senza difficoltà.
Parlando di psicoterapia, l’autore osserva che gli psicoterapeuti possono avere molta compassione, ma poca saggezza. Oppure possono abbondare in saggezza, ma avere scarsa compassione. Se abbiamo molta saggezza, ma scarsa compassione, afferma Germer, possiamo capire un paziente, ma non essere effettivamente in grado di sentire la sua sofferenza ed empatizzare con lei/lui. Se siamo capaci di compassione, ma abbiamo in noi scarsa saggezza, potremmo empatizzare, ma non essere capaci di trasformare la sua sofferenza… Ciò che un terapeuta dovrebbe dunque avere in sé è la giusta combinazione di consapevolezza ed empatia, dal momento che i pazienti meritano entrambe le cose.
Come scegliere un terapeuta con queste caratteristiche? Le persone che scelgono un terapeuta, ricorda, di solito vanno a naso. Se sentono che il terapeuta ha almeno una conoscenza preliminare del loro problema, sentono di avere a che fare con una persona che ha un certo grado di saggezza e di compassione.
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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Ciò che Germer ci tiene a precisare è che la mindfulness meditation non va considerata importante per se stessa, ma in quanto serve ad alleviare la sofferenza: avere un livello elevato di consapevolezza porta con sé le qualità della saggezza e della compassione, che sono a loro volta capaci di alleviare la sofferenza.
Quando pratichiamo la consapevolezza e la compassione, in particolare l’auto-compassione, dobbiamo darci degli obiettivi di lungo termine. Ad esempio, quando un bambino ha l’influenza, che in genere dura cinque giorni, i suoi genitori non si aspettano che il bambino guarisca immediatamente ed aspettano con pazienza che l’influenza se ne vada: questo è quello che dobbiamo fare quando stiamo male.
Così come sappiamo offrire al bambino influenzato una quantità di cure e di attenzioni, sapendo che l’influenza non potrà andarsene immediatamente, dobbiamo imparare a trattare noi stessi: con compassione, proprio come faremmo con un caro amico o con un bambino.
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Per maggiori informazioni sull’autore, visita il suo sito internet.
Fonte:
Self-Compassion Expert Chris Germer on Lessons Learned From the Dalai Lama, Huffington Post
Altri libri dell’autore, in inglese (nessun libro tradotto in italiano).
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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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