Meditazione e benessere
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Nel buddismo la meditazione è una prassi quotidiana che si fa stando seduti ed assumendo un atteggiamento di attenzione di silenzioso ascolto a tutto ciò che accade intorno e dentro di sé. Ci sono molti sistemi e metodi differenti per meditare: per esempio una forma di meditazione molto nota, chiamata dhyana, ha lo scopo di entrare in relazione con la realtà, di essere completamente presenti nel qui e ora; un’altra forma di meditazione nota a tutte le differenti scuole del buddismo è la meditazione di satipatthana, comunemente chiamata ‘meditazione di consapevolezza’, che permette di entrare in contatto con zone anche molto complesse della propria mente e di avviare un processo di scoperta di sé stessi; e molte atre ancora sono le tecniche di meditazione.
Lo scopo principale della meditazione, comunque, è quello di raggiungere uno stato mentale di tranquillità, in cui ci si è liberati da tutti gli stati negativi che possono affliggere la vita quotidiana delle persone. Negli ultimi cinquanta anni la meditazione ha avuto un grande successo nel mondo occidentale. Il modo frenetico e indaffarato di vivere degli occidentali ha portato alla scoperta di questa antica tecnica orientale per liberarsi di tutta l’agitazione, l’ansia, l’aggressività e di tentare di raggiungere uno stato di quiete interiore. Anche gli psicologi occidentali, oggi, riconoscono il valore di questo metodo di rilassamento, tanto da introdurlo all’interno delle diverse metodologie psicoterapeutiche.
Inoltre, sono state avviate molte ricerche sull’argomento da diversi studiosi, interessati a verificare gli effettivi benefici, sia fisici che psichici della pratica meditativa. Alcuni neurochirurghi americani, ad esempio, hanno studiato per dieci anni gli effetti terapeutici della meditazione ed hanno riscontrato come la tecnica meditativa rafforzi le difese immunitarie contro l’influenza, l’asma, la colite spastica ed il cancro.
In un convegno tenutosi nel 2002 al Massachussets Institute of Technology di Boston, alcuni scienziati hanno presentato i risultati di alcune ricerche sugli effetti della meditazione sul sistema nervoso centrale, evidenziando che la meditazione, se praticata regolarmente, modera l’attività della parte destra del cervello (la parte cioè che regola il funzionamento della vita emotiva di una persona) riducendo ansia, depressione e collera.
Un altro studioso, il Dottor Herbert Benson, ha studiato il problema per 35 anni ed ha scoperto che la pratica meditativa conduce alla produzione di ossido di azoto, un neurotrasmettitore che interrompe l’attività dell’adrenalina (l’ormone responsabile della regolazione di molte funzioni vegetative dell’organismo umano, come per esempio l’accelerazione del battito cardiaco ecc.) Questo studioso dimostra che la pratica quotidiana della meditazione comporta, nel lungo periodo, dei cambiamenti biofisici destinati a migliorare le condizioni fisiche e psichiche della persona che medita, per esempio una riduzione dei livelli di stress.
Questi ed altri numerosi studi sulla meditazione rilevano non solo l’interesse da parte del mondo scientifico occidentale per questa antica pratica orientale, ma testimoniano soprattutto gli effetti curativi e benefici di tale tecnica.
La meditazione si è dimostrata un modo semplice e valido di migliorare la qualità della vita. Uno dei principali vantaggi della meditazione è quello di essere alla portata di tutti e di poter essere praticata in ogni luogo, purché sia tranquillo. Nella pratica meditativa ciò che conta di più è l’atteggiamento mentale: è molto importante infatti, porsi in una situazione di accettazione verso tutto quello che accade intorno a sé e dentro di sé. Ogni intenzione di modificare o manipolare uno stato mentale provocherà un aumento di tensione.
Per esempio molti pensano che lo scopo della meditazione sia di smettere di pensare e nel momento stesso in cui ciò non accade si sentono frustrati e arrabbiati. Al contrario, la meditazione permette di imparare ad accettare ed ascoltare tutto ciò che accade, a cominciare dalla mente stessa: così si possono riconoscere tutti i pensieri, tutti i sentimenti, positivi o negativi che siano. Questo consente il riconoscimento di quegli stati negativi, come l’odio, la rabbia ecc. che di solito vengono rinnegati perché producono sofferenza, per sviluppare un’apertura ed una maggiore flessibilità verso il proprio mondo interiore.
La posizione più idonea da assumere durante l’attività meditativa è quella da seduti, non importa come: su una sedia o seduti con le gambe incrociate. L’importante è avere la schiena ben dritta, per essere più bilanciati possibile ed avere una sensazione di stabilità. Durante l’attività meditativa un’attenzione particolare è focalizzata sul respiro, in modo molto rilassato osservando e sentendo l’aria che entra e quella che esce.
In questo modo si favorisce uno stato in cui ci si limita a riconoscere tutto ciò che accade, senza cercare di razionalizzarlo, giudicarlo, analizzarlo e via dicendo. Si procede così verso un addestramento a sganciarsi dai pensieri che non permettono di essere pienamente presenti nel qui e ora e di vivere il presente nella sua pienezza
Si apprende, pian piano, che evitare di essere prigionieri dei pensieri non è poi così difficile ed impossibile. Così, mano a mano, diminuisce la tendenza a lasciarsi distrarre, quindi diminuisce anche la quantità di pensieri e delle emozioni che turbinano nella mente.
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In questo modo si comincia a trovare più tranquillità ed avere una maggiore chiarezza e, soprattutto si acquisisce una maggiore capacità a non deviare dal presente, a rimanere insieme a sé stessi e a tutto ciò che accade. La meditazione procede per gradi e richiede diverse fasi, fino a raggiungere uno stato di armonia e di abbandono delle illusioni, riguardo sé stessi e il mondo, per comprendere la vera natura della mente.
Naturalmente è importante una pratica quotidiana e regolare, iniziando con periodi brevi di meditazione, per poi aumentare gradualmente il tempo da dedicare a questa tecnica.
Patrizia Nobili
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Psicologa. Vive e opera nelle Marche.