Malattia di Alzheimer e acqua del rubinetto
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Una notizia proveniente dalla Francia torna su un argomento che anche in Italia da tempo si dibatte: c’è una correlazione fra alluminio presente nell’acqua del rubinetto e Morbo di Alzheimer? Numerosi studi scientifici hanno stabilito un collegamento diretto tra le due cose, anche se, in Italia come in Francia, le autorità sanitarie sembrano ritenere che i limiti raccomandati siano sufficienti per proteggere i consumatori.
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Nel 2000, un team di ricercatori dell’Inserm pubblicò uno studio in cui si diceva a chiare lettere che chi beveva acqua dal rubinetto nella Gironda e nella Dordogna aveva probabilità due volte maggiori di sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto ad altri.
Nonostante questa correlazione, le autorità sanitarie ritennero che l’evidenza della responsabilità dell’acqua del rubinetto nel provocare la malattia non fosse da prendere in considerazione. Lo scorso agosto, in Francia la rivista Que Choisir ha parlato dei rischi associati al consumo di acqua del rubinetto, ma anche ad altre fonti di esposizione, attraverso prodotti come deodoranti o dentifrici, che contengono sali di alluminio.
Tuttavia, una parte della comunità scientifica ha un parere più deciso sul tema. Una relazione presentata al Senato francese nel 2011 da Guy Berthon, ex direttore di ricerca presso il laboratorio chimico del CNRS, ha il merito della chiarezza:
Non solo “l’alluminio è inutile nel corpo umano”, ma “in dosi elevate o in dosi regolari, è tossico.
L’esperto dice ancora: “trovare [alluminio] nell’acqua del rubinetto, è criminale.”
È dal 1974 che si sospetta che l’alluminio svolga un ruolo importante nello sviluppo della malattia di Alzheimer.
Nel 2004, Henri Pézerat, direttore di ricerca honoris causa presso il CNRS diceva:
«Diversi studi epidemiologici in sei paesi diversi, hanno mostrato un significativo aumento dell’incidenza della malattia di Alzheimer in relazione ad una concentrazione troppo elevata di alluminio nell’acqua potabile. Consultati, il vecchio Istituto di salute e due agenzie per la sicurezza alimentare, hanno emesso rapporti e conclusioni, nonostante i fatti, che negano la plausibilità di tale rapporto e rifiutano qualsiasi misura preventiva per il trattamento delle acque reflue. Alle carenze degli esperti risponde la carenza nella sanità pubblica “.
Naturalmente, l’acqua non è la nostra principale fonte di esposizione all’alluminio (che si trova nei medicinali, nei cosmetici ed in tanti altri prodotti), ma è la più diretta: il fatto che questi residui di alluminio vengano inghiottiti direttamente, moltiplica l’impatto nocivo dei componenti.
Sappiamo infatti dalle autopsie di persone morte di malattia di Alzheimer che esse mostrano la presenza di alluminio nel cervello. La presenza di alluminio nell’acqua è ancora più inquietante se si pensa che i distributori non sempre rispettano i limiti di qualità previsti dall’OMS.
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Nel 2007, secondo l’Afsa, 2,7 milioni di francesi hanno bevuto acqua con contenuto di alluminio maggiore dei 200 mg/l regolamentari. Il documentario Du Poison dans l’eau du robinet pone l’accento sugli abusi dei gestori dei piccoli impianti di trattamento nelle zone rurali. La giornalista di questo reportage ha identificato in un piccolo villaggio, livelli di alluminio 6 volte superiori a quelli standard.
Ulteriori studi sono probabilmente necessari per dimostrare scientificamente il legame tra l’acqua del rubinetto e il morbo di Alzheimer; intanto, negli Stati Uniti, la dose massima di alluminio tollerato nell’acqua del rubinetto è stata già dimezzata.
In Italia c’è sull’argomento, anzitutto, una prevedibile diversità di vedute, fra mineracqua ed i sostenitori dell’acqua del rubinetto. I limiti di legge relativi all’alluminio nell’acqua sono fissati, per quanto riguarda l’acqua del rubinetto, secondo le direttive europee a 200 mg/l, mentre per le acque minerali in bottiglia non è fissato alcun limite (dati estrapolati da qui).
Tutto questo dovrebbe comunque farci riflettere sulla privatizzazione dell’acqua: il privato deve fare profitto, siamo sicuri che si ponga problemi etici riguardo alla presenza di alluminio e di altre sostanze nocive nel suo “prodotto”?
Direttiva Europea per la qualità dell’acqua pubblica del rubinetto è la 98/83/CE.
Risultati analisi chimiche acque minerali vendute in Italia
Tabella limiti concentrazioni acque minerali
Ulteriori info: qui
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Fonte:
Eau du robinet et maladie d’Alzheimer : si le doute subsiste, on persiste ? CareVox
Immagine:
Pexels
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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