Madre Teresa: una fama meritata?
In uno studio di Serge Larivée e Genevieve Chenard dell’Università di Montreal e di Carole Sénéchal dell’Università di Ottawa, il mito di altruismo e di generosità che circonda Madre Teresa appare completamente fuori luogo. Il documento, pubblicato su Studies in Religion/Sciences religieuses è un’analisi degli scritti pubblicati su Madre Teresa, a cominciare da quelli del giornalista e scrittore Christopher Hitchens, autore del libro The Missionary Position: Mother Teresa in Theory and Practice, il libro-rivelazione sulla figura della missionaria.
La conclusione dei ricercatori è che la sacra immagine di Madre Teresa non regge all’analisi dei fatti: a loro parere si tratta di un mito costruito a tavolino e la sua beatificazione semplicemente l’effetto di una efficace campagna di relazioni con i media.
Il professor Larivée, che ha guidato la ricerca, racconta come è nata l’idea di condurre lo studio: “Mentre cercava di documentarsi sul fenomeno dell’altruismo per un seminario sull’etica, uno di noi ha ‘inciampato’ sulla vita e l’opera di una delle donne più celebri della Chiesa cattolica e ora parte del nostro immaginario collettivo: Madre Teresa, il cui vero nome era Agnes Gonxha. La descrizione era così entusiasta che ha suscitato la nostra curiosità e ci ha spinto a ulteriori ricerche”.
I tre ricercatori hanno raccolto 502 documenti sulla vita e l’opera di Madre Teresa. Dopo aver eliminato 195 doppioni, essi hanno consultato 287 documenti per condurre le loro analisi, cioè il 96% della letteratura esistente sulla fondatrice dell’Ordine delle Missionarie della Carità (OMC).
Nell’articolo, Serge Larivée e i suoi colleghi citano anche una serie di episodi di cui il Vaticano non ha tenuto conto nel processo di beatificazione di Madre Teresa, come ad esempio “il suo modo piuttosto discutibile di curare i malati, i suoi contatti politici discutibili, la gestione sospetta delle enormi somme di denaro ricevute, e le sue opinioni troppo dogmatiche per quanto riguarda, in particolare, l’aborto, la contraccezione e il divorzio”.
Al momento della sua morte, Madre Teresa aveva aperto 517 missioni di accoglienza per i poveri e i malati in più di 100 Paesi. Le missioni sono state descritte come “case per i morenti” da parte dei medici in visita ad alcuni di questi edifici a Calcutta. Due terzi delle persone che arrivavano in queste missioni speravano di trovare un medico che li curasse, mentre l’altro terzo andava lì semplicemente a morire, senza ricevere cure adeguate.
I medici hanno osservato condizioni igieniche non idonee, così come una carenza di effettive cure, scarsità di cibo e mancato uso di antidolorifici. Il problema non era la mancanza di denaro della Fondazione creata da Madre Teresa, che aveva raccolto centinaia di milioni di dollari, ma piuttosto una particolare concezione della sofferenza e della morte. Viene citata la risposta che Madre Teresa dette al giornalista Christopher Hitchens: “C’è qualcosa di bello nel vedere i poveri accettare il loro destino, soffrire come nella Passione di Cristo. il mondo guadagna molto dalla loro sofferenza” Tuttavia, ricordano i ricercatori, quando Madre Teresa chiese le cure palliative, le ricevette in un moderno ospedale americano.
Una Conferenza sulla Paura
Madre Teresa è stata generosa con le sue preghiere, ma piuttosto avara con i milioni della sua fondazione quando si trattava di lenire la sofferenza dell’umanità. Durante numerose inondazioni in India o in seguito alla esplosione di una fabbrica di pesticidi a Bhopal, la suora offrì numerose preghiere e medaglioni della Vergine Maria, ma non aiuti diretti, o aiuti economici. D’altra parte, non mostrò di avere scrupoli nell’accettare la Legion d’Onore e una borsa di studio dal dittatore Duvalier ad Haiti. Milioni di dollari sono stati trasferiti sui conti della MCO, anche se la maggior parte di questi conti sono stati tenuti segreti, dice ancora Larivée. “Data la gestione parsimoniosa delle opere di Madre Teresa, ci si potrebbe chiedere dove siano finiti i milioni di dollari per i più poveri tra i poveri”.
Nonostante questi fatti inquietanti, come ha fatto Madre Teresa a costruire un’immagine di santità e di bontà infinita? Secondo i tre ricercatori, l’incontro che Madre Teresa ebbe a Londra, nel 1968, con Malcolm Muggeridge, un giornalista anti-aborto della BBC che condivideva i suoi stessi valori cattolici conservatori, è stato fondamentale. Muggeridge decise di promuovere l’opera di Madre Teresa, aprendole la strada dei mezzi di comunicazione di massa. Il giornalista scrisse un libro su Madre Teresa, Something Beautiful for God e le dedicò un documentario.
In seguito, Madre Teresa viaggiò in tutto il mondo e ricevette numerosi premi, tra cui il Premio Nobel per la Pace. Nel suo discorso di accettazione, parlando delle donne bosniache stuprate dai serbi che volevano abortire, Madre Teresa disse: «La pace oggi è minacciata dall’aborto, che è una guerra diretta, un’uccisione compiuta dalla stessa madre. Anche il bambino non ancora nato è nelle mani di Dio. L’aborto è il peggior male e il peggior distruttore della pace. Noi non ci saremmo se i nostri genitori non ci avessero voluto. I nostri bambini li abbiamo desiderati e li amiamo. Ma che ne è degli altri milioni? Molti si preoccupano dei bambini dell’India e dell’Africa, che muoiono di fame e malattie, ma milioni muoiono per espressa volontà delle madri. L’aborto distrugge la pace: se una madre può uccidere il proprio bambino, che cosa impedisce a me di uccidere voi e a voi di uccidere me? Niente».
Chiedere aiuto è il primo passo!
Dopo la sua morte, il Vaticano decise di rinunciare al consueto periodo di cinque anni di attesa per aprire il processo di beatificazione. Il miracolo attribuito a Madre Teresa fu la guarigione di una donna, Monica Besra, che era stata colpita da un intenso dolore addominale. La donna testimoniò di essere guarita dopo aver ricevuto un medaglione benedetto da Madre Teresa, che fu appoggiato sul suo addome. I medici la pensavano diversamente: la cisti ovarica e la tubercolosi di cui soffriva la donna furono guariti dai farmaci che le avevano somministrato. Il Vaticano, tuttavia, concluse che si trattava di un miracolo.
La popolarità di Madre Teresa era tale che la missionaria era ormai diventata intoccabile per la popolazione, che la considerava già una santa. “Che cosa c’è di meglio della beatificazione seguita dalla canonizzazione di questo modello per rivitalizzare la Chiesa e ispirare i fedeli, soprattutto in un momento in cui le chiese sono vuote e l’autorità romana è in declino?” Larivé e colleghi si chiedono.
Nonostante il modo “discutibile” con il quale Madre Teresa si prendeva cura dei malati , glorificando la loro sofferenza, invece che alleviarla, Serge Larivée e i suoi colleghi sottolineano l’effetto positivo del mito di Madre Teresa: “Se l’immagine straordinaria di Madre Teresa trasportata nell’immaginario collettivo ha incoraggiato iniziative umanitarie che sono veramente a favore di coloro che vivono in estrema povertà, non possiamo che gioirne. E ‘ probabile che lei abbia ispirato molti operatori umanitari, le cui azioni hanno veramente alleviato le sofferenze dei poveri e affrontato le cause della povertà e dell’isolamento, senza essere esaltati dal mezzi di comunicazione. Tuttavia, la copertura mediatica di Madre Teresa avrebbe potuto essere un po’ più rigorosa “.
Fonte:
Mother Teresa: Anything but a saint… Eurekalert
A mio parere sbagliata è l’idea che vi possano essere delle persone completamente buone o completamente cattive e Madre Teresa non fa eccezione. Fu sicuramente una grande donna, probabilmente non fu una Santa. La cosa cambia completamente la storia?
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Link:
Madre Teresa di Calcutta. Ciò che di oscuro non è mai stato detto, ArticoloTre
Immagine:
Madre Teresa, Wikimedia
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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