L’uso dell’imprecazione nel discorso persuasivo
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Anche se l’argomento è inattaccabile, anche se tutto è stato spiegato tutto nel migliore dei modi, se chi parla non sembra per primo credere a quello che dice, perché dovrebbero crederci gli altri? La mancanza di un po’ di passione nei propri ragionamenti potrebbe far fatalmente fallire tutti i nostri tentativi di convincere gli altri del nostro punto di vista.
E’ importante dunque convincere gli altri anzitutto di una cosa: che siamo convinti di ciò che diciamo.
Un modo non convenzionale per farlo è quello di utilizzare nel discorso delle leggere imprecazioni o ex “parolacce” diventate però di uso abbastanza comune, tanto da essere considerate “leggere”. Il primo problema che si corre è il rischio di perdere credibilità e apparire poco professionali.
Per capire se l’imprecare può essere d’aiuto nel convincere gli altri, Sagarin Scherer (2006) ha suddiviso gli 88 partecipanti al suo studio in tre gruppi. Essi dovevano assistere a tre discorsi leggermente diversi. L’unica differenza tra gli interventi era nel fatto che un discorso conteneva una leggera imprecazione alla partenza ( damn it, cioè accidenti, dannazione):
“… L’abbassamento delle tasse scolastiche non è solo una grande idea ma, dannazione, è anche la cosa più ragionevole per tutte le parti coinvolte”.
Il secondo discorso conteneva la ‘parolaccia’ alla fine del discorso e il terzo non la conteneva per niente.
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Quando sono stati misurati gli atteggiamenti dei partecipanti, si è visto che essi erano stati particolarmente influenzati dal discorso con la leggera parolaccia, all’inizio o alla fine del discorso.
E’ emerso inoltre che la parolaccia ha accresciuto l’attenzione del pubblico ed è proprio questo ad aver migliorato il livello generale di persuasione. La leggera imprecazione non ha inoltre influenzato la credibilità del parlante in chi lo ascoltava.
Si può dire dunque che una leggera imprecazione può essere utile, anche in una situazione relativamente formale, come una lezione. Quando si mostra qualche sentimento, o si parla con sincerità, chi ascolta prende più a cuore il messaggio.
Quanto ci si può spingere lontano con la parolaccia? Nel film del 1939 Via col Vento, dopo la famosa frase di Rhett Butler “Francamente, mia cara, me ne infischio“, il produttore David Selznick, è stato multato per 5.000 dollari, a causa di questo sfogo considerato troppo ‘scioccante’.
Era molto tempo fa, ma questo non significa che, ancora oggi, un’imprecazione troppo forte non possa essere pregiudizievole per la credibilità del parlante. Un’imprecazione “dolce” tuttavia è sempre efficace nel convincere gli altri, per un motivo molto preciso: perché è così umana…
Fonte: Spring
Immagine: Joe Mabel
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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