Louisa May Alcott: Piccole Donne (e molto di più)
Louisa May Alcott è l’autrice del libro Piccole Donne, considerato fra le 100 opere più importanti della letteratura americana, tradotto in oltre cinquanta lingue, e tutt’ora uno dei classici più venduti, che ha accompagnato la formazione di generazioni di donne.
Le sorelle March, uscite dalla sua penna, vivono sicuramente in un antiquato ambiente ottocentesco, ma perseguono con moderno entusiasmo la loro autorealizzazione personale: scrivendo, suonando, dipingendo o lavorando, per contribuire all’economia familiare.
L’autrice di questo evergreen era del resto una convinta femminista e antischiavista, con una formazione culturale tutt’altro che trascurabile, ma questo pochi lo sanno. Cerchiamo di conoscerla meglio.
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Infanzia e Adolescenza in Famiglia
Louisa May Alcott nacque il 29 novembre 1832 a Germantown, un sobborgo di Philadelphia, in Pennsylvania. Era la seconda di quattro figlie (oltre a lei, le sorelle Anna, Elizabeth e May) nate da Amos Bronson Alcott, filosofo trascendentalista, e Abigail May Alcott, un’attivista sociale impegnata nei diritti delle donne e nell’abolizionismo.
Louisa e le sue sorelle furono educate principalmente dal padre, che incoraggiava un apprendimento autodiretto e creativo. Tra i suoi insegnanti privati vi furono il naturalista Henry David Thoreau, il filosofo e saggista Ralph Waldo Emerson, lo scrittore Nathaniel Hawthorne e la giornalista e attivista Margaret Fuller (tutti amici di famiglia).
Durante l’infanzia e la prima adolescenza, Louisa condivise con i suoi familiari una vita di povertà e di ideali trascendentalisti (opposti al materialismo e all’utilitarismo illuministici; il trascendentalismo fu una scuola di idealismo panteistico e romantico che si richiamava a Schelling ed Hegel).
Per un breve periodo (1843-44) la famiglia Alcott si trasferì addirittura presso una comunità, denominata Utopian Fruitlands. Dopo il fallimento di questa, poiché la situazione familiare non era ottima sul piano delle risorse economiche a loro disposizione, gli Alcott si trasferirono in case mobiliate, fino a che, con una eredità ricevuta dalla madre e con l’aiuto di Emerson, poterono acquistare un cottage lungo il fiume Concord, nell’omonima città del Massachussets, dove la scrittrice visse praticamente tutta la sua esistenza.
In seguito la Alcott descrisse questo periodo della sua vita in un libro chiamato “Transcendental Wild Oats“, poi ristampato nel volume Silver Pitchers (1876), in cui racconta dell’esperienza familiare di vita nella comune di Fruitlands, dove “si viveva semplicemente e si pensava molto”.
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Carriera Letteraria Iniziale
Louisa May Alcott cominciò a scrivere molto presto, iniziandosi alla scrittura attraverso la compilazione delle pagine del diario personale e leggendo Goethe e le sorelle Brontë, suoi miti letterari. Louisa alternava la scrittura al lavoro: dovette infatti andare a lavorare presto, così come le sue sorelle, per aiutare i genitori che avevano condizioni economiche piuttosto precarie (fu insegnante privata, domestica, sarta, governante).
La prima novella che riuscì a pubblicare, a 22 anni, fu Flower Fables (Le favole dei fiori), storie di fate e di folletti, racconti scritti originariamente per la piccola Ellen, figlia di Ralph Waldo Emerson: una grande soddisfazione, turbata solo dalla morte, un anno dopo, della sorella minore Lizzie, che morì di scarlattina, e dal matrimonio e conseguente allontanamento dell’amata sorella Anna.
Louisa iniziò a pubblicare racconti brevi sotto pseudonimi come Flora Fairfield e A.M. Barnard, scrivendo spesso storie sensazionali e melodrammatiche per giornali e riviste.
Impegno sociale
Dopo un altro periodo di gravi condizioni economiche familiari, in cui la stessa Louisa non riusciva a trovare un lavoro, vi fu la svolta sociale della Alcott: sostenne infatti fortemente la causa dell’abolizione della schiavitù e il nascente movimento femminista (collaborando anche con articoli su “The Woman’s Journal”). Fu inoltre la prima donna a iscriversi al voto nella città di Concord.
Durante la guerra di secessione, la Alcott prestò servizio come infermiera volontaria presso lo Union Hospital di Georgetown, Washington D.C., per sei settimane (1862-1863). Questo periodo è descritto nel libro ‘Racconti dall’Ospedale’, (1863) che fu notato dalla critica per lo stile narrativo brillante ed umoristico. La Alcott contrasse, in questo breve periodo di servizio come infermiera, la febbre tifoide, malattia alla quale sopravvisse, ma di cui risentì per il resto della sua vita, anche perché fu mal curata, con farmaci a base di mercurio, che nel tempo la avvelenarono, portandola alla morte.
Racconti di Sangue e Tuoni
Nel 1864 pubblicò la novella Moods (1864), che ebbe un certo successo, sotto lo pseudonimo di A. M. Barnard. Questi lavori, come “A Long Fatal Love Chase” e “Pauline’s Passion and Punishment”, erano conosciuti, in epoca vittoriana, come “racconti di sangue e tuoni”, con grandi colpi di scena, definiti ‘pericolosi per le giovani menti’ dalla stessa Alcott nel romanzo Piccole Donne. I protagonisti di queste storie erano personaggi ostinati e implacabili, pronti alla vendetta su chi li aveva umiliati e ostacolati e disposti alle più insane passioni, fra cui incesti ed adulteri. Questi romanzi ebbero tuttavia un grande successo commerciale e sono da molti critici considerati l’opera migliore della Alcott, fonte di ispirazione per numerosi scrittori più vicini al gusto moderno, come Simone de Beauvoir.
“Piccole Donne” e il Successo
Il grande successo arrivò nel 1868 con la pubblicazione, con il suo vero nome, di Piccole Donne (Little Women), un romanzo semi-autobiografico basato sulla sua infanzia e sulle sue sorelle. Nel libro le Piccole Donne si chiamano Jo, Meg Amy e Beth.
Sembra che il padre della scrittrice, Mr. Alcott, avesse fatto grandi pressioni sulla figlia per la scrittura di questo libro, richiestogli da un editore amico che ne intuiva il grande successo commerciale. Sembra tuttavia che la Alcott abbia scritto il libro contro voglia e che il racconto dovette essere tagliato in vari punti, per renderlo quella edulcorata versione della famiglia modello, che tutti abbiamo letto negli anni dell’adolescenza.
Piccole Donne si rivelò effettivamente un best seller per la sua epoca e l’editore, Thomas Niles, nel constatare che aveva avuto ragione, non poté che chiedere un seguito (Piccole Donne crescono) e poi un altro ancora (I figli di Jo), fino a costituire tutta la saga familiare della famiglia March, con Buone mogli, (1869) ispirato alla vita familiare delle sorelle e Piccoli Uomini (1871), ispirato ai suoi nipoti, che vivevano con lei a Orchard House, a Concord.
La saga delle sorelle March, scritta dalla Alcott, è stata anche utilizzata come copione per diversi film: nel 1918 Little Women, film muto, fu diretto da Harley Knoles; nel 1933 vi fu la famosa trasposizione cinematografica del romanzo, diretta da George Cukor e interpretata da Katherine Hepburn; successivamente vi fu un’altra versione cinematografica, nel 1949, diretta da Mervyn Leroy con Elizabeth Taylor come protagonista ed infine, nel 1994, la regista Gilliam Armstrong ha riproposto la novella con le attrici Wynona Ryder e Susan Sarandon.
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Jo March e la vita sentimentale
La Jo March di Piccole Donne è praticamente l’autoritratto della Alcott, con l’unica differenza che nel romanzo Jo si sposa, mentre la scrittrice rimase nubile. Della vita sentimentale della Alcott non si sa nulla, anche se è quasi impossibile che le attrazioni fatali e un po’ perverse descritte nei suoi libri, pubblicati con lo pseudonimo della Barnard, le fossero del tutto estranee. Una intervista rilasciata alla scrittrice americana Louise Chandler Moulton, lascia pensare che la Alcott potesse essere lesbica. Così infatti giustificò il fatto di essere rimasta nubile: “… perché mi sono innamorata di tante belle ragazze e mai di un uomo”.
In ogni caso, la Alcott dovette affrontare dolorosissimi lutti nella sua vita, che potrebbero averla portata a scegliere di non sposarsi: la morte prematura della madre, che lasciava vedovo l’amatissimo padre e la morte della sorella minore May (1879), della quale la scrittrice adottò la figlia, che aveva due anni: Louisa May Nieriker (detta “Lulu“).
Ultimi Anni e Morte
Negli ultimi anni della sua vita, Louisa soffrì di problemi di salute, probabilmente causati da avvelenamento da mercurio contratto durante il servizio come infermiera nella Guerra Civile. Continuò a scrivere fino alla fine dei suoi giorni, nonostante la malattia. Louisa May Alcott morì il 6 marzo 1888 a Boston, a 55 anni, due giorni dopo la morte del padre.
È sepolta presso lo Sleepy Hollow Cemetery di Concord, poco distante dalle tombe degli altri grandi autori americani che l’avevano vista crescere: Nathaniel Hawthorne, Henry David Thoureau e Ralph Waldo Emerson.
Cosa ci rimane di lei
La Alcott scrisse moltissimo, al di là della saga delle sorelle March: in tutto 300 libri, di cui due pubblicati postumi. Ciò nonostante, viene ancora ricordata per Piccole Donne, un classico intramontabile, adattato in numerosi film, serie televisive e opere teatrali.
La ricordiamo con questa sua celebre frase:
“Far away there in the sunshine are my highest aspirations. I may not reach them, but I can look up and see their beauty, believe in them, and try to follow where they lead” (Lontane, là nella luce, sono le mie più alte aspirazioni. Forse non le raggiungerò, ma posso guardare in alto e vedere la loro bellezza, credere in loro e cercare di seguirle dove esse conducono).
Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
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- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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