L’orgasmo femminile e i suoi misteri
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Nonostante i progressi della scienza, l’orgasmo femminile rimane ancora in parte un mistero, suscettibile di numerose teorie e oggetto di ricerche continue. Conosciamo allora, per farci un’idea, le teorie principali che sono state fin qui formulate, i risultati degli studi e le ricerche recenti sull’orgasmo femminile.
Cosa è l’orgasmo?
L’orgasmo rappresenta il culmine dell’eccitazione sessuale, cioè la motivazione principale che spinge le persone ad impegnarsi in un rapporto sessuale.
Si può provare piacere anche senza raggiungere l’orgasmo?
Si, anche l’eccitazione sessuale è di per sé abbastanza gratificante, per cui le persone possono provare piacere anche senza il raggiungimento dell’orgasmo.
Le donne hanno maggiori difficoltà degli uomini a raggiungere l’orgasmo?
Si. Si pensi, ad esempio, alla frequentazione degli spettacoli a luci rosse. Nei mammiferi maschi anche la sola eccitazione sessuale può portare all’eiaculazione e all’orgasmo.
Per le donne le cose sono molto più complicate e, anche nei primati, l’orgasmo femminile non è affatto universale, anzi, vi sono poche prove della sua presenza, se non si considerano gli esseri umani.
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Le donne provano l’orgasmo durante il rapporto sessuale penetrativo?
Si. Ci sono donne che, nel rapporto sessuale, raggiungono l’orgasmo con la stessa facilità degli uomini, anche diverse volte in successione, ma questo non accade certamente a tutte le donne e questo dunque non può essere considerato il modo “tipico” in cui le donne raggiungono l’orgasmo (anche se è l’unico che si osserva nella pornografia).
Durante il rapporto sessuale, infatti, circa il 90% delle donne afferma di raggiungere l’orgasmo a seguito di una qualche forma di stimolazione sessuale, ma la maggior parte di loro non lo prova spesso (e alcune donne non lo provano mai) (Lloyd, 2005).
Al contrario, quasi il 100% degli uomini sperimenta l’orgasmo durante il rapporto sessuale.
Questa disparità di genere nel raggiungimento dell’orgasmo durante il rapporto sessuale ha sicuramente influito sui processi evolutivi della razza umana (Lloyd, 2005), anche per quello che riguarda l’organizzazione sociale (Hite, 1976).
Quante donne non hanno mai raggiunto l’orgasmo?
Tra le donne almeno il 10% dichiara di non aver mai provato questa esperienza. A complicare ulteriormente le cose, la definizione stessa dell’orgasmo femminile è poco chiara (Meston, et al, 2004;. Komisaruk, Beyer-Flores, e Whipple 2006) e la stimolazione sessuale specifica che fa scattare il piacere varia notevolmente tra donna e donna.
Quali sono le aree femminili che normalmente portano all’orgasmo, se stimolate?
Le donne possono raggiungere l’orgasmo attraverso la stimolazione diretta o indiretta del clitoride, la stimolazione vaginale, o la stimolazione di aree interne che circondano la vagina.
Alcune donne sperimentano l’orgasmo esclusivamente nei rapporti sessuali: fra esse però ve ne sono alcune che richiedono la stimolazione simultanea delle parti esterne del clitoride, al fine di raggiungere l’orgasmo durante il rapporto penetrativo. Altre donne non provano l’orgasmo nel rapporto sessuale, a prescindere dalla condizione in cui esso viene ricercato.
Le Teorie Storiche sull’Orgasmo Femminile
Storicamente, l’orgasmo femminile è stato spesso frainteso e sottovalutato. Nel corso dei secoli, molte teorie sono emerse per spiegare questo fenomeno:
- Teoria della Riproduzione: Una delle teorie più antiche suggeriva che l’orgasmo femminile fosse necessario per il concepimento. Questa idea è stata ampiamente smentita, poiché le donne possono concepire anche senza raggiungere l’orgasmo.
- Teoria della Evoluzione: Alcuni ricercatori, come Elisabeth Lloyd nel suo libro “The Case of the Female Orgasm”, propongono che l’orgasmo femminile sia un sottoprodotto dell’evoluzione del sistema riproduttivo maschile, simile ai capezzoli maschili, che non hanno una funzione evolutiva diretta.
- Teoria del Legame di Coppia: Un’altra teoria suggerisce che l’orgasmo femminile abbia un ruolo nel rafforzare il legame tra partner, promuovendo la monogamia e la stabilità familiare, vantaggi evolutivi indiretti per la prole.
- Teoria Freudiana: Freud aveva postulato che la capacità delle donne di provare l’orgasmo durante il rapporto variasse in base al loro sviluppo psicosessuale. A suo avviso, le ragazze inizialmente sperimentavano l’erotismo grazie al clitoride, analogamente a quanto succedeva nei maschi con la stimolazione del pene.Con la maturazione psicosessuale però vi era nella donna una sorta di transizione, dall’erotismo clitorideo all’erotismo vaginale. Questo passaggio permetteva alle donne “mature” di provare il piacere vaginale durante il rapporto penetrativo (Freud, 1905).A partire dalla pubblicazione della teoria della sessualità femminile e dei due tipi di orgasmi si è arrivati a considerare la donna che non provava l’orgasmo vaginale come una donna “nevrotica”, in quanto non aveva alle spalle uno sviluppo psicologico adeguato.
Dal momento che la maggior parte delle donne non prova l’orgasmo nei rapporti penetrativi (Lloyd, 2005), gli argomenti psicoanalitici di Freud sembrano oggi assolutamente superati, ma essi hanno creato molti problemi al genere femminile, che ha vissuto in questi cento anni inutili sentimenti di inadeguatezza sessuale, per il fatto di non riuscire a provare piacere dalla sola stimolazione vaginale.
- Teoria anatomica. Tra le spiegazioni anatomiche proposte per capire questa disparità c’è quella di Marie Bonaparte, allieva di Freud e poi psicoanalista, la quale sotto falso nome pubblicò uno studio in cui spiegava che tutto dipendeva dalla distanza tra il glande del clitoride e la vagina della donna (Narjani, 1924).In particolare la Bonaparte, in base a delle osservazioni condotte su un campione di donne, aveva riscontrato che quando la distanza fra queste due parti dei genitali femminili era minore di 2,5 centimetri, questo permetteva alle donne di provare l’orgasmo durante i rapporti sessuali. Successivamente vi è stato un altro studio che ha fornito dati a sostegno di tale ipotesi (Landis, Landis, e Bowles, 1940).Tornando alle questioni anatomiche, la distanza fra clitoride e vagina può variare notevolmente tra le donne: da 1,6 a 4,5 centimetri (Lloyd, Crouch, Minto, e Creighton, 2005). Negli studi della Bonaparte veniva misurata la distanza tra il lato inferiore del glande del clitoride e il centro del meato urinario (CUMD) e si concludeva che più breve era il CUMD, maggiore era l’incidenza di orgasmo nel rapporto sessuale (Narjani, 1924).
La Bonaparte (Narjani, 1924) sosteneva che c’erano due tipi di mancata risposta sessuale femminile, o ”frigidità“, come lei la chiamava. La prima rifletteva l’incapacità di raggiungere l’orgasmo con qualsiasi tipo di stimolazione, “interna o esterna”. Il secondo tipo di ‘frigidità’ riguardava invece donne sessualmente molto reattive, ma incapaci di raggiungere l’orgasmo solo con il coito: “Implacablement insensibles pendant le coit, et le coit seul”. (Narjani, 1924).
Secondo la Bonaparte, il primo tipo di ‘frigidità’ derivava da cause psicogene ed era possibile trattarlo con la psicoanalisi, mentre il secondo tipo non rispondeva alla psicoanalisi in quanto era di origine biologica, causato dalla eccessiva distanza fra clitoride e vagina.
La Bonaparte credeva così fortemente in questa influenza anatomica sulla risposta sessuale femminile che propose il trattamento di questo secondo tipo di “frigidità” in modo chirurgico, spostando il glande del clitoride più vicino all’ apertura vaginale. (Narjani, 1924).
Con il chirurgo austriaco, Josef Halban, la Bonaparte mise a punto la procedura Halban-Narjani (Bonaparte, 1933) in cui veniva sezionato il legamento sospensorio del clitoride, permettendo il riposizionamento del glande del clitoride più vicino alla vagina. La Bonaparte stessa, donna “frigida” del secondo tipo, si sottopose a questo trattamento ben tre volte, ma tutti gli interventi fallirono (Thompson, 2003).
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINECome per la Bonaparte, la procedura chirurgica non è risultata efficace neanche in altre cinque donne che si sono sottoposte all’intervento (di cui una era probabilmente la stessa Bonaparte). Delle cinque, due non dettero più notizie di sé, due non erano certe di aver visto dei cambiamenti nella loro risposta sessuale, e una era leggermente migliorata, dopo aver superato l’infezione provocata dall’operazione ma, una volta guarita, la paziente non ha più sperimentato l’orgasmo nei rapporti sessuali penetrativi (Bonaparte, 1933).
Vari studi hanno poi tentato di valutare la relazione fra la distanza di vagina e clitoride e orgasmo femminile: teorie del genere sono state riproposte in varie pubblicazioni nel corso degli ultimi 80 anni.
Ad esempio, van de Velde (1930; 1965), autore del più popolare manuale sul sesso coniugale fra il 1930 e il 1950, pensava che:
“… La stimolazione coitale dipende molto dalla struttura individuale: per esempio, dalle dimensioni del clitoride, dallo sviluppo del frenulo, dalla posizione del clitoride (vi è una notevole diversità in questi aspetti, in particolare nella posizione, vale a dire, se il piccolo organo si trova più in alto sulla parte anteriore della sinfisi pubica, o quasi sotto di esso) “. (van de Velde, 1930).
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Nello stesso capitolo van de Velde (1930) affermava inoltre che il clitoride fosse “sottosviluppato” nelle donne che vivono in Europa e in America e concludeva che “le piccole dimensioni e la posizione alta del clitoride, impedivano la piena stimolazione nel coito”, con conseguente anorgasmia.
Van de Velde era inoltre dell’opinione che la stimolazione regolare del clitoride potesse produrre un suo ingrandimento permanente, perché “… la pratica rende perfetti” (van de Velde, 1930). Il chiaro messaggio trasmesso in questi passaggi è che la configurazione dei genitali femminili possa influenzare in modo significativo la probabilità che le donne possano provare l’orgasmo nei rapporti penetrativi.
Una conclusione simile è stata quella di Hannah e Abraham Stone (1935) autori di un altro manuale best-seller sul matrimonio, in cui si dichiarava:
“È probabile che la distanza tra il clitoride e l’apertura della vagina nella donna possa avere qualche relazione con la capacità di raggiungere l’orgasmo durante il rapporto. Più in alto e più lontano dall’ingresso vaginale si trova il clitoride, minore è il contatto e maggiore la difficoltà ad ottenere un orgasmo soddisfacente. “ (Stone e Stone, 1935).
Le idee della Bonaparte penetrarono dunque profondamente in ambito sessuologico; ne ha poi parlato Judd Marmor (1954), psicoanalista e sessuologo e perfino Shere Hite nel “Rapporto Hite”, (Hite, 1976). Entrambi questi autori arrivano alla stessa conclusione di Van de Velde e degli Stone, ma sempre senza citare alcun dato a supporto.
In un recente studio (Wallen K, Lloyd EA., 2011) gli autori hanno analizzato i dati grezzi del lavoro della Bonaparte del 1924 e quelli di Landis e Bowles, questi ultimi archiviati nella biblioteca dell’Istituto Kinsey per la ricerca su Sesso, Genere e Riproduzione. Questi dati non erano mai stati analizzati statisticamente dagli autori (Narjani, 1924) o solo minimamente analizzati (Landis, Landis, e Bowles, 1940).
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINERisultato: le analisi condotte con metodi statistici moderni supportano la tesi originale della Bonaparte e confermano la probabilità che la differente configurazione genitale possa contribuire a spiegare la differenza fra i due diversi tipi di donne.
Non si è del tutto capito se questo aumento della probabilità di orgasmo quando clitoride e vagina sono più vicini sia effetto di un maggiore contatto pene-clitoride durante i rapporti sessuali o se questa vicinanza produca un aumento della stimolazione del pene nelle parti interne del clitoride.
Il CUMD, si è detto, riflette probabilmente a sua volta l’esposizione agli androgeni nel periodo prenatale, dove elevati livelli di androgeni producono grandi distanze fra queste due parti dei genitali femminili. Le donne esposte a bassi livelli di androgeni nel periodo prenatale avrebbero dunque maggiori probabilità di provare l’orgasmo durante il rapporto sessuale.
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Cosa si pensa oggi della distinzione fra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale?
Oggi si ritiene che, a prescindere dai nomi con i quali viene definito l’orgasmo (clitorideo o vaginale), l’esperienza di cui si parla sia in realtà unica e che le differenze fra clitorideo e vaginale vadano intese per spiegare quale tipo di stimolazione genitale faccia scattare l’esperienza orgasmica, e non l’orgasmo stesso.
Quali studi sono stati condotti in tempi recenti sull’orgasmo femminile?
La scienza moderna ha fatto passi da gigante nella comprensione dell’orgasmo femminile, utilizzando tecniche avanzate e approcci interdisciplinari:
- La Neurobiologia ha giocato un ruolo cruciale nella comprensione dell’orgasmo femminile: le risonanze magnetiche funzionali (fMRI) hanno mostrato che durante l’orgasmo, numerose aree del cervello vengono attivate, inclusi i centri del piacere, le aree limbiche e le regioni prefrontali.
- Ricerca Anatomica: Studi approfonditi hanno svelato la complessa anatomia del clitoride. Il clitoride, spesso trascurato, è ora riconosciuto come una struttura vasta e intricata, che si estende internamente e gioca un ruolo chiave nell’orgasmo femminile. A partire dagli anni sessanta del secolo scorso si è fatta strada l’idea che la stimolazione vaginale sia dovuta in realtà alla stimolazione clitoridea, diretta o indiretta (Masters e Johnson, 1966; Sherfey, 1972; Hite 1976). Come ha detto a questo proposito lo psicoanalista Sherfey, “Il termine ‘orgasmo vaginale’ è perfettamente ammissibile, purché si capisca che le spinte del pene sono efficaci in quanto stimolano il clitoride” (Sherfey 1972).Uno studio del 2020 pubblicato sul Journal of Sexual Medicine (Herbenick et al.) ha evidenziato che la stimolazione clitoridea è il metodo più efficace per raggiungere l’orgasmo: molte donne riportano una maggiore facilità e intensità degli orgasmi quando il clitoride è coinvolto.
- Variabilità: Le ricerche più recenti hanno messo in luce l’enorme variabilità nelle esperienze orgasmiche delle donne. Uno studio condotto dalla Indiana University nel 2020 (Debby Herbenick, Tsung-chieh (Jane) Fu, et al.) ha scoperto che mentre alcune donne possono raggiungere facilmente l’orgasmo attraverso la penetrazione vaginale, altre trovano che la combinazione di stimolazione vaginale e clitoridea sia più efficace. Inoltre, alcune donne sono capaci di raggiungere orgasmi multipli in una singola sessione, mentre altre trovano che un singolo orgasmo sia il massimo che possono sperimentare.Questa variabilità è stata ulteriormente esplorata in uno studio del 2021 pubblicato su PLOS ONE (Herbenick et al.), che ha analizzato le differenze individuali nella risposta orgasmica. I risultati hanno mostrato che fattori come l’età, l’orientamento sessuale, l’esperienza sessuale e la salute mentale possono influenzare significativamente la capacità di raggiungere l’orgasmo.
- Fattori Psicologici: Ricerche recenti hanno evidenziato quanto i fattori psicologici, come il benessere emotivo, la qualità della relazione e l’assenza di stress, siano cruciali per il raggiungimento dell’orgasmo.Un articolo del 2022 su Archives of Sexual Behavior (Barry Komisaruk, Nan Wise, et al.) ha mostrato che le donne che si sentono emotivamente connesse con i loro partner hanno maggiori probabilità di sperimentare orgasmi durante il rapporto sessuale.Inoltre, la gestione dello stress e l’ansia giocano un ruolo significativo. Uno studio del 2021 della University of Texas (Andrea Meltzer, Lisa Neff, et al.) ha rilevato che le tecniche di riduzione dello stress, come la mindfulness e la meditazione, possono migliorare la qualità degli orgasmi e aumentare la frequenza degli stessi.
- Consapevolezza Corporea Recenti ricerche hanno dimostrato che una migliore conoscenza della propria anatomia sessuale e delle tecniche di stimolazione può migliorare significativamente la qualità della vita sessuale delle donne. Uno studio del 2021 pubblicato su Sex Education (Lisa Wade, et al.) ha rilevato che le donne che partecipano a programmi di educazione sessuale completa hanno una maggiore probabilità di raggiungere l’orgasmo rispetto a quelle che non hanno ricevuto un’educazione simile.
Concludendo…
Le teorie storiche hanno lasciato il posto a studi neurobiologici, ricerche anatomiche e analisi psicologiche, ognuna delle quali contribuisce a una comprensione più completa e sfumata di questo complesso fenomeno. Purtroppo, ancora non vi sono stime precise sulla proporzione di donne che abitualmente sperimentano l’orgasmo dal solo rapporto vaginale, senza concomitante stimolazione diretta del clitoride. Resta irrisolta la domanda sul perché una minoranza di donne provi regolarmente l’orgasmo nei rapporti penetrativi, mentre la maggior parte delle donne richiede altri tipi di stimolazione…
Concludendo, dunque, l’orgasmo femminile è ancora in gran parte un mistero.
Dr. Giuliana Proietti
Relazione sull'Innamoramento - Festival della Coppia 2023
Fonte:
Wallen K, Lloyd EA. Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse. Hormones and behavior. 2011;59(5):780-792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004.
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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