Lo psicologo può essere di aiuto nelle malattie croniche?
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
Le malattie croniche rappresentano una delle sfide più complesse della medicina moderna. Condizioni come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’artrite reumatoide o la fibromialgia hanno un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. L’intervento psicologico, in questo contesto, diventa un elemento essenziale per supportare la persona nella gestione della malattia, migliorare il benessere emotivo e promuovere l’adesione ai trattamenti. Cerchiamo di saperne di più.
Quale è il peso psicologico di una malattia cronica?
Le malattie croniche, per la loro natura persistente e spesso progressiva, influenzano profondamente la vita di chi ne è affetto. Tra le principali difficoltà psicologiche associate troviamo:
– Ansia e depressione: Affrontare una diagnosi cronica può scatenare paure legate al futuro e alla perdita di controllo sulla propria vita. Molti studi dimostrano che circa il 20-30% delle persone con malattie croniche soffre di depressione.
– Stress e burn-out: Le cure continue e le limitazioni fisiche possono generare un elevato livello di stress.
– Impatto sull’identità: La malattia cronica può modificare la percezione di sé e il proprio ruolo sociale e familiare.
– Isolamento sociale: La riduzione delle attività quotidiane e la difficoltà a comunicare le proprie esigenze spesso portano a sentirsi soli e incompresi.
Su cosa si concentra l’intervento psicologico nelle malattie croniche?
Il supporto psicologico per le persone con malattie croniche si concentra su diversi obiettivi, tra cui:
- Aiutare la persona a integrare la condizione cronica nella propria vita senza perdere il senso di sé.
- Ridurre ansia, depressione e stress attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness o terapie cognitive.
- Favorire comportamenti proattivi e la fiducia nei protocolli medici.
- Promuovere strategie per mantenere attività significative e relazioni sociali.
Il supporto psicologico si limita al singolo individuo o coinvolge anche altre persone?
Se il caso è particolarmente difficile è consigliabile coinvolgere i caregiver nei percorsi terapeutici, perché questo aiuta a costruire una rete di supporto stabile, permette di aderire meglio alle terapie e favorisce una comunicazione empatica.
Perché i pazienti non riescono ad aderire completamente alle terapie mediche?
Spesso i pazienti, anche coloro che hanno gravi malattie croniche, non riescono ad aderire completamente alle terapie mediche, con grande preoccupazione, sia dei familiari, sia dei medici. Le ragioni sono molteplici:
- L’adesione potrebbe essere influenzata dalla complessità del trattamento;
- Ci potrebbero essere effetti collaterali sgradevoli o intolleranze da farmaci;
- I cambiamenti proposti nello stile di vita potrebbero sembrare impossibili per il paziente;
- Il paziente potrebbe essere depresso e apatico e quindi poco propenso a curarsi.
Molti problemi di salute, specialmente nelle malattie croniche, richiedono che il paziente adotti una modalità di auto-gestione delle cure, ma spesso i pazienti non dispongono delle competenze necessarie, o trovano questa cosa troppo difficile per loro.
I cambiamenti nella cura di sé, incluse le modificazioni del comportamento alimentare, possono portare i pazienti a sperimentare sentimenti di frustrazione e impotenza, per cui l’adesione a un protocollo di terapia medica può essere avvertito come eccessivamente impegnativo.
Lo psicologo è utile anche per aiutare la prevenzione delle malattie?
Sicuramente. Da tempo si è capito che la principale cura, per tutte le malattie esistenti e per la prevenzione, è lo stile di vita. I risultati di Ford, Bergman, Boeing, Li e Capewell (2012) suggeriscono che gli adulti che consumano una dieta sana e che intraprendono attività fisica sufficiente possono ridurre significativamente il rischio di morte precoce.
La modificazione delle abitudini di vita è tuttavia vissuta male da parte dei pazienti. Essi possono trincerarsi dietro pensieri irrazionali, del tipo: “Non potrò più mangiare nulla di appetitoso”, “non potrò mai avere più soddisfazioni dalla vita”. Questi sono esempi del pensiero “tutto o niente”, mentre invece sappiamo che vi possono essere innumerevoli compromessi o alternative, che possono essere sorprendentemente positivi per la sensazione di benessere. Altri si difendono dal cambiamento dicendo di non potersi attenere al nuovo stile di vita perché non sanno cucinare, non hanno tempo, non hanno i soldi, ad esempio per andare in palestra.
La figura dello psicologo/a aiuta a capire che vi sono altre soluzioni possibili, cambiando atteggiamento mentale verso la malattia e la relativa cura. Ad esempio, per fare attività fisica non è necessario andare in palestra: il solo svolgere attività fisica per venti minuti al giorno può già dare molti benefici alla salute, come dimostrano molti studi.
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Quale tipo di psicoterapia è consigliabile?
E’ consigliabile una psicoterapia cognitivo-comportamentale, che permette di aiutare i pazienti a modificare il loro stile del pensiero e i loro comportamenti, al fine di aderire meglio alla terapia medica, per migliorare il loro stato di salute, la loro qualità della vita e prevenire, quando è possibile, l’insorgere di una malattia o il suo aggravamento.
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
Il Dr. Walter La Gatta si occupa di:
Psicoterapie individuali e di coppia
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