Il linguaggio verbale, una comunicazione tipicamente umana
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Quali sono gli scopi del linguaggio verbale?
La comunicazione verbale ha molti scopi, ma la sua funzione principale è trasmettere un messaggio a uno o più destinatari. Può essere utilizzata per informare, indagare, discutere o confrontarsi con gli altri su argomenti di ogni tipo. È inoltre fondamentale per insegnare e apprendere, oltre che per formare legami e costruire relazioni con altre persone.
Il linguaggio verbale è tipicamente umano?
Si. Sebbene tutte le specie comunichino, il linguaggio è un fenomeno puramente umano che consente una maggiore precisione rispetto ai metodi di comunicazione non verbale usati dagli altri esseri.
Il linguaggio verbale può risultare “ambiguo” in alcune circostanze?
Si. La comunicazione verbale può produrre malintesi a causa della difficoltà a comprendere il significato preciso che intendeva attribuire il parlante ad una determinata parola.
Le parole non hanno infatti tutte un significato preciso, univoco, compreso nello stesso identico modo da qualsiasi ascoltatore: ogni termine ha una sua area di incertezza o di ambiguità: è il così detto alone semantico, che determina una variabilità soggettiva nella sua interpretazione. Molte parole, prese isolatamente, non sono del tutto chiare e diventano pienamente comprensibili solo nel contesto (es. ‘miglio’ : miglio di strada o miglio per i canarini ? ‘lira’ : moneta o strumento musicale? ‘fiera’ : mercato o belva feroce?).
Questa variabilità nell’interpretazione non riguarda solo le parole, ma anche le frasi. Ad esempio: ‘una vecchia porta la sbarra’ …Cosa significa ? E’ possibile una duplice interpretazione: “una vecchia | porta la sbarra” oppure:
“una vecchia porta | la sbarra”.
Altri esempi del genere :
‘Qui si fanno guanti con la pelle dei clienti’ (con la pelle dei clienti stessi o con la pelle portata dai clienti?).
Se ad esempio, di questi tempi, sentiamo un tizio che dice: ‘Guarda quei merli sul palazzo comunale’… Cosa vorrà dire il parlante?
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Cosa sono le barriere linguistiche?
Le barriere linguistiche sono una delle principali cause di confusione quando si tenta di comunicare verbalmente: anche fra soggetti che parlano la stessa lingua le differenze date dalla posizione geografica, dall’istruzione e dallo stato sociale possono creare molte barriere.
Cosa è il registro linguistico?
Un altro aspetto che contraddistingue la comunicazione verbale è il ‘registro linguistico’ utilizzato. Si tratta di una scelta di carattere lessicale e sintattico, che viene giudicata la migliore in una determinata situazione.
Ecco ad esempio i diversi modi in cui nella lingua italiana si può chiedere un ombrello :
- Le sarei molto grato se avesse la cortesia di prestarmi il suo ombrello (registro aulico, solenne, che si usa con persona di particolare riguardo)
- Sarebbe così gentile da prestarmi il suo ombrello ? (registro cortese, che si usa con persona che non si conosce bene)
- Mi darebbe il suo ombrello ? (registro informale, malgrado il lei: evidentemente non ci si rivolge ad un estraneo)
- Mi dai il tuo ombrello ? (registro colloquiale: utilizzabile con familiari o amici)
- Dammi il tuo ombrello (registro volgare o spiccio: lo si usa con persona molto intima o di status nettamente inferiore)
Attraverso la decodifica del linguaggio verbale è possibile ottenere informazioni sul parlante?
Dalla competenza linguistica, dalla capacità di comprendere e produrre delle frasi in una determinata lingua, dal tipo di parole che una persona usa, possiamo facilmente comprendere molte cose su di lei: età, genere sessuale, provenienza geografica, livello di istruzione, livello sociale, tono dell’umore, ecc.
E’ ovvio inoltre che, usando un registro o un altro, si comunica molto chiaramente all’interlocutore quale tipo di relazione si ha, o si pensa di stabilire con lui.
Linguaggio verbale e personalità: c’è un nesso?
In genere la buona conoscenza dello strumento linguistico consente di affermare con più forza la propria personalità, di sostenere le proprie idee, anche differenziandosi dalle posizioni più stereotipate, nella consapevolezza di avere i mezzi per trasmettere e magari imporre agli altri un diverso modo di pensare.
Linguaggio verbale e livello di istruzione: sono correlati?
Quando il livello culturale è scarso e le parole utilizzate servono solo per parlare di cose concrete che riguardano entrambi gli interlocutori, non c’è bisogno di un linguaggio particolarmente forbito, la scelta delle parole è più stereotipata e serve semplicemente per accompagnare i gesti o le azioni della routine quotidiana.
La mancanza di cultura si esprime anzitutto attraverso la presenza di un deficit linguistico, anche se alcune persone particolarmente dotate riescono a usare un codice di comunicazione più elevato rispetto al proprio livello di istruzione e con questo riescono a farsi apprezzare di più dagli altri.
In cosa consiste il cambiamento di codice linguistico?
Un’altra dote personale è quella del code switching, o cambiamento di codice, per passare da una lingua all’altra, oppure da un registro più alto ad uno più basso, quando ad esempio dopo aver iniziato il discorso in modo formale si finisce per parlare in dialetto. Questo avviene a seconda di alcuni aspetti della situazione comunicativa, tra cui il rapporto di ruolo e le caratteristiche del contesto: la forma ‘alta’ di linguaggio viene usata in contesti pubblici, ufficiali, formali, mentre quella ‘bassa’ viene utilizzata negli scambi quotidiani ed in tutti i contesti informali.
Specificità del linguaggio: cosa significa?
Nella società occidentale ad esempio esistono solo due espressioni per definire lo stato di maturazione di una noce di cocco: ‘acerba’ o ‘matura’, mentre gli abitanti delle Isole Cook in Polinesia possiedono per definire questo frutto ben 12 termini, ad ognuno dei quali corrisponde un diverso stato di maturazione della noce di cocco, che oltre ad essere per loro importante fonte di alimentazione, fornisce anche bevande e fibre.
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Quanti tipi di linguaggio conosciamo?
In genere in famiglia si parla in dialetto, a scuola o sul lavoro nella lingua ufficiale. Parlando con gli altri si scelgono accuratamente i termini che possono risultare i più adatti alle circostanze e all’interlocutore. Normalmente si impara a parlare un linguaggio diverso a seconda che ci si rivolga ad un bambino, ad un familiare o ad un estraneo, ad un superiore o a un dipendente e così via.
Il gergo: perché si usa?
A volte, per non essere compresi dagli altri, si parla in gergo. Il gergo è una varietà di lingua adottata da un gruppo di persone per comunicare all’interno di un mondo segreto, escludendo gli altri dalla comunicazione. E’ la lingua di un determinato gruppo sociale, isolato e con regole di vita particolari, che si costruisce un codice di comunicazione diverso dagli altri. Si tratta di una vera e propria arma di difesa contro il controllo altrui, è può essere utilizzato dai malviventi, dalle sette, dai giovani, dai militari, ecc.
Linguaggio settoriale: a cosa serve?
Vi sono alcune categorie che, pur non parlando in gergo, utilizzano un linguaggio tipicamente ‘settoriale’, incomprensibile agli altri. Si tratta ad esempio del linguaggio politico (detto anche, in termini spregiativi, “politichese”) che usa espressioni quali convergenze parallele o equilibri più avanzati, davvero incomprensibili ai più. Stesso discorso per il del linguaggio sindacale (o “sindacalese”), con le gabbie salariali o gli scioperi a singhiozzo, per il ‘burocratese’ con i vari espletamenti della pratica e disposizioni di cui all’oggetto, vidimazioni, obliterazioni ecc.
Nel linguaggio giornalistico troviamo parole quali coccodrillo, per quegli articoli che si tengono pronti nel caso un personaggio salga improvvisamente alla ribalta della cronaca o muoia, pastone, per l’articolo che riunisce cronaca e commento, specialmente dei fatti politici o cavallo di ritorno, notizia già pubblicata, che dopo qualche tempo, per equivoci o alterazioni di elementi, viene data come nuova.
E’ interessante notare come molte di queste parole che appartengono a linguaggi settoriali, una volta incomprensibili ai più, siano oggi entrate maggiormente nell’uso grazie ai mezzi di comunicazione di massa, che riescono a mettere in contatto ambiti linguistici tradizionalmente molto distanti.
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La gaffe e il lapsus linguae: cosa sono?
Nell’espressione verbale, anche se si ha una buona competenza linguistica, si può incorrere in errori. La gaffe ad esempio rappresenta una espressione inopportuna, indelicata, fatta a sproposito. L’elemento essenziale del meccanismo della gaffe è che chi comunica non si rende conto di ciò che sta comunicando (esplicitazione preterintenzionale), il contenuto della gaffe esorbita dalle intenzioni del parlante.
A differenza del lapsus linguae freudiano (che avviene quando contenuti inconsci entrano involontariamente nel discorso), la gaffe non è una formazione di compromesso fra ciò che si vuole dire e quello che non si vuole dire, operata dalla censura inconscia : il gaffeur rende semplicemente pubblico ciò che regole di censura determinate dall’ambiente e dalle circostanze vorrebbero mantenere segreto.
Il linguaggio verbale continua a evolversi?
La caratteristica essenziale del linguaggio è che esso si evolve di pari passo con la realtà e la cultura del popolo che lo parla. Se cambia il modo di vivere o di percepire determinate situazioni, automaticamente cambia anche il modo di esprimerle.
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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mail: g.proietti@psicolinea.it
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