Freud e l’ebraismo
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Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, è una figura che ha profondamente influenzato il pensiero moderno. Nato in una famiglia ebraica a Freiberg (attuale Příbor, Repubblica Ceca) nel 1856, Freud visse in un periodo storico caratterizzato da intensi cambiamenti sociali e da un antisemitismo diffuso in Europa. Il padre della psicoanalisi ebbe un rapporto complesso con la religione ebraica, la sua eredità culturale. Esaminare questo rapporto non solo offre un’interessante prospettiva sulla vita e sul lavoro di Freud, ma getta anche luce sul dibattito fra psicoanalisi e religione: cerchiamo di saperne di più.
Ebraismo: cosa significa
Il termine “ebraismo” indica le credenze religiose, le tradizioni culturali, i rituali, i vincoli etnici del popolo ebraico.
Ebraismo nella storia
Nella storia. gli ebrei (o israeliti o giudei) costituirono dapprima una comunità patriarcale e quindi, attraverso l’esodo, probabilmente nel XIII secolo A.C. divennero nazione e, sotto la guida di Mosé, si insediarono a Canaan e sperimentarono, dopo il periodo glorioso della monarchia davidica (secolo X A.C.) successivi rovesci della sorte, fino all’esilio del 586 A.C. e alla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 D.C.
La fede ebraica
La fede ebraica ha il suo centro nella confessione monoteistica, espressa nel così detto Shemà (Ascolta). Ricordiamo infatti : Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno… (Deutreronomio 6,4).
La formula con la quale Dio si definisce come Jahweh (io sono Colui che sono, Esodo 3,14) descrive bene l’idea della signoria di Dio su tutte le cose, sull’universo, sulla storia. Il tempo viene visto come il mezzo offerto alla libertà individuale di prendere decisioni per il bene o per il male e così giungere alla fine dei tempi (éschaton, da cui escatologia).
Il rapporto con Dio non culmina nell’estasi, nell’unione mistica, ma nella comunione dell’alleanza, in cui Dio e l’uomo mantengono una identità distinta. Nell’elaborazione del complesso religioso ebraico Mosé ha un ruolo fondamentale, insieme agli altri profeti che operano il richiamo all’interiorità, all’essenzialità.
Ebraismo e modernità
Moses Mendelssohn (1729-1786), massimo esponente dell’illuminismo ebraico, tentò di riconciliare l’ebraismo con la modernità, mostrando che esso poteva armonizzarsi con le esigenze della ragione. Da questi insegnamenti nacque il giudaismo ‘riformato’ in Germania e poi diffuso ampiamente in America, che ha fortemente ridotto e relativizzato l’imponente complesso di norme nel cui ambito la comunità giudaica si era mantenuta separata dal resto della società, preservando la propria identità.
Rottura con la tradizione
Nel XIX secolo si verificò l’abbandono dell’ortodossia ebraica da parte di ampi ceti colti borghesi, residenti soprattutto in Francia, Germania, impero austriaco, Inghilterra, Italia, Russia e poi Stati Uniti.
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Freud e Ambiente culturale alla nascita
Nato nel 1856 a Freiberg, nell’attuale Repubblica Ceca, da genitori ebrei, Freud crebbe in un ambiente culturale ebraico, anche se non fu allevato alla maniera ebraica ortodossa e non era in grado di leggere l’ebraico. In seguito alla sua emigrazione a Vienna, fu esposto a una cultura prevalentemente cristiana e ad una società che spesso discriminava gli ebrei.
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Freud e Religione
Pur critico nei confronti della religione come istituzione, Freud era affascinato dal ruolo che essa giocava nella formazione dell’identità e nella coesione sociale.
Identità ebraica di Freud
Freud non era un ebreo osservante, e non praticava attivamente la religione. Tuttavia, riconosceva l’importanza della sua eredità ebraica, che considerava una parte integrante della sua identità. Il padre della psicoanalisi fu del resto fortemente plasmato dalle tradizioni della comunità ebraica: egli mantenne l’ideologia patriarcale, con la fede nella supremazia dell’uomo e nella subordinazione della donna, la devozione alla grande famiglia e i severi costumi puritani. Inoltre egli ebbe sempre un profondo rispetto per i suoi maestri come dimostra anche il fatto che diede ad alcuni dei figli i loro nomi.
Freud descriveva l’ebraismo non tanto come una religione, ma come un retaggio culturale e intellettuale. Era profondamente consapevole delle discriminazioni subite dagli ebrei e delle difficoltà che dovevano affrontare in una società prevalentemente cristiana, ma in quanto ebreo sottolineava con orgoglio la sua eredità culturale ebraica, che aveva influenzato la sua sensibilità intellettuale e il suo senso di appartenenza. Questo non gli impediva di rifiutare le pratiche religiose e abbracciare una visione laica della sua identità ebraica.
Ebraismo e psicoanalisi
Alcuni studiosi hanno osservato che la psicoanalisi stessa può essere vista come un prodotto del contesto ebraico centrale-europeo del tempo di Freud. Molti dei primi psicoanalisti, come Karl Abraham, Sándor Ferenczi e Melanie Klein, erano anch’essi ebrei, e la psicoanalisi venne inizialmente criticata come una “scienza ebraica” dai suoi detrattori.
Freud, tuttavia, respinse ogni tentativo di identificare la psicoanalisi con una particolare appartenenza culturale o religiosa. Per lui, la psicoanalisi era una disciplina universale, basata sull’osservazione empirica e sulla ricerca scientifica.
L’ebraismo nei suoi scritti
Freud affrontò temi legati all’ebraismo in alcune delle sue opere più tarde, come L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1939). In questo libro, Freud propone un’interpretazione psicoanalitica delle origini del monoteismo, suggerendo che Mosè fosse un egiziano che introdusse agli ebrei il culto monoteista di Aton. Secondo Freud, l’assassinio di Mosè da parte del popolo ebraico e il successivo senso di colpa collettivo furono alla base della religione ebraica.
Questa teoria, fortemente contestata sia sul piano storico che religioso, rifletteva l’interesse di Freud per le dinamiche psicologiche alla base delle credenze religiose.
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Freud e Antisemitismo
Freud aveva in comune con gli ebrei austriaci l’estrema sensibilità per qualunque forma (reale o presunta) di antisemitismo, come pure la discrezione nel parlare della propria famiglia e di sé. L’attaccamento all’ebraismo di Freud può essersi dunque sviluppato sotto l’influsso del crescente antisemitismo vissuto ai suoi tempi e che si rifletté più tardi nella sua attenzione per la figura di Mosè. La persecuzione degli ebrei da parte del regime nazista segnò profondamente gli ultimi anni della sua vita.
La “particolarità” ebraica
. Secondo Freud questo il popolo ebraico, avendo rotto con la tradizione, questo popolo contribuì poderosamente alla cultura contemporanea con apporti la cui originalità dipese dalla consapevolezza di essere una minoranza, di muoversi in un ambito non cristiano, il che aveva permesso una certa indipendenza di pensiero, un non-conformismo, alla capacità di critica e all’accettazione di essere una minoranza.
Anche a livello personale, Freud attribuiva alla sua origine ebraica la capacità di non lasciarsi influenzare dalle opinioni della maggioranza, ma dipendeva forse da queste origini ebraiche anche la sua disposizione a credere che gli altri volessero sempre rifiutarlo
Fonte principale : Ellenberger: La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
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Immagine in evidenza: Daniel Ventura
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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