La sessualità ed il Freudomarxismo: Reich e Marcuse
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Il Freudomarxismo, attraverso le opere di figure come Wilhelm Reich e Herbert Marcuse, ha offerto una prospettiva unica sul rapporto tra psicologia e società. Pur con le sue controversie e limitazioni, questo movimento ha fornito strumenti concettuali preziosi per comprendere le dinamiche della repressione e della liberazione umana, influenzando profondamente il pensiero critico e i movimenti sociali del XX secolo.
Questo articolo esplora la storia e le idee principali di questo movimento, in particolare per quanto riguarda la sessualità, che ha un ruolo centrale nel Freudomarxismo.
Cosa si intende per Freudomarxismo?
Il Freudomarxismo è un sistema di pensiero che mira a stabilire un accostamento, ed eventualmente anche una sintesi organica, tra l’impostazione psicoanalitica (in modo particolare quella di Sigmund Freud) e le tesi marxiane, cioè relative al pensiero di Karl Marx e Friedrich Engels, nonché marxiste (degli epigoni).
Quando nacque il Freudomarxismo?
Il Freudomarxismo emerse nel periodo tra le due guerre mondiali, in un contesto di profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche. Gli inizi della teorizzazione freudo-marxista risalgono tuttavia agli anni ’20, in Germania e in Unione Sovietica. Nel 1929, Wilhelm Reich pubblicò l’articolo Materialismo dialettico e psicoanalisi sulla rivista di teoria comunista Unter dem Banner des Marxismus. Su questa stessa linea di pensiero può essere considerato l’articolo di Otto Fenichel del 1934, La psicoanalisi, come nucleo di una futura psicologia dialettico-materialistica.
Chi furono i principali esponenti di questo movimento?
I principali rappresentanti di questo movimento furono Alfred Adler, Wilhelm Reich, Herbert Marcuse, Cornelius Castoriadis e pochi altri, meno conosciuti.
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Chi era Wilhelm Reich ?
Wilhelm Reich (1897-1957), psicoanalista austriaco, è stato uno dei primi a tentare di coniugare le teorie di Freud con quelle di Marx. E’ considerato l’autore più importante del Freudomarxismo, non soltanto per i suoi contributi teorici, a partire da Materialismo dialettico e psicoanalisi (1929), ma anche per la sua attività sociale e politica in Austria e Germania.
Tale impegno cominciò nel 1927 e si concretizzò in seguito nel movimento detto Sexpol: una serie di ambulatori dislocati nei quartieri proletari delle città, in cui si facevano sedute individuali e di gruppo a prezzi politici, visite mediche, colloqui informativi su problematiche sessuali e mediche e si organizzavano conferenze e dibattiti per costruire quella che, in termini marxisti, era la coscienza di classe.
Reich sosteneva che non vi poteva essere alcuna autentica salute mentale fisica se non si fossero abbattute le strutture sociali di classe, le quali regolavano (mediante la sovrastruttura ideologica, un insieme complesso formato da struttura caratteriale, sessualità, religione, filosofia, arte, stato, leggi, ecc.) la personalità e le scelte politiche degli individui.
La repressione sessuale aveva, per Reich, la funzione di rendere più facile l’assoggettamento degli individui, renderli quindi malleabili alle direttive del potere e incapaci di esercitare la critica. Gli strumenti psicoanalitici dovevano pertanto essere impiegati assieme a quelli marxisti (materialismo storico, impegno politico rivoluzionario, ecc.) per giungere alla rivoluzione sociale e instaurare il comunismo.
Wilhelm Reich era un personaggio molto scomodo: non solo era un sostenitore della rivoluzione sessuale, ma anche ebreo e comunista nel mezzo dell’ascesa del nazismo.
In un primo tempo era stato un amatissimo discepolo di Freud, ma fu poi espulso dalla Società Internazionale di Psicoanalisi e poi anche dal Partito Comunista Austriaco.
Si rifugiò in vari paesi europei durante l’ascesa del nazismo e poco prima della guerra trovò un precario rifugio solo negli Stati Uniti, dove fu vittima del puritanesimo e del maccartismo degli anni ’50. Morì il 3 novembre 1957 nel Penitenziario di Lewisburg , Pennsylvania,
Nonostante il suo intenso impegno per il comunismo e la rivoluzione sessuale, Reich rimase molto legato all’affermazione di Freud sul carattere nevrotico derivante dalla frustrazione sessuale, ma pensava che Freud e i suoi seguaci non volessero spingersi troppo lontano per ragioni di opportunismo.
Cosa sostiene Reich nel libro La Funzione dell’Orgasmo (1927)?
In questo libro, Reich sostiene che la repressione sessuale è alla base di molte nevrosi e che liberare l’energia sessuale può portare a una società più sana e libera. Egli vedeva nella liberazione sessuale un potenziale rivoluzionario contro le strutture oppressive della società capitalista.
Cosa sostenne Reich nel libro Psicologia di Massa del Fascismo (1933)?
Reich in questo libro analizza come la repressione sessuale e l’autoritarismo familiare contribuiscano alla formazione delle ideologie fasciste. Secondo lui, il fascismo trova le sue radici nelle strutture patriarcali che reprimono la naturale sessualità degli individui, canalizzando questa energia repressa in aggressività e conformismo.
Cosa scrisse in La Rivoluzione Sessuale (1936)?
La giusta sintesi di questo libro la si trova nella conclusione dello stesso Reich, il quale scrisse:
“Un individuo sano che abbia abbastanza da mangiare, non ruba. Un individuo sessualmente felice non ha bisogno di ‘morale’ inibitrice e di ‘esperienza religiosa’ soprannaturale. Fondamentalmente la vita è semplice. La complica solo la struttura umana quando è caratterizzata dalla paura di vivere”.
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Chi era Herbert Marcuse ?
Herbert Marcuse (1898-1979), filosofo e sociologo tedesco-americano, è stato uno dei principali esponenti della Scuola di Francoforte e una figura centrale nel Freudomarxismo.
Per Marcuse, la civiltà capitalista esercitava un effetto repressivo e distruttivo sull’individuo e le teorie freudiane erano, secondo lui, l’accusa più inconfutabile che ci fosse contro questa civiltà.
Freud aveva infatti insistito sul fatto che la civiltà era necessariamente repressiva e che, se non lo fosse stata, non sarebbe stata civile. Marcuse obiettava tuttavia che il “principio di realtà” poteva benissimo, in un diverso sistema economico e politico, non essere più repressivo.
Cosa sosteneva Marcuse in Eros e Civiltà (1955)?
In questo libro, Marcuse rielabora le idee di Freud alla luce del marxismo. Egli sostiene che la repressione necessaria per la civiltà, come descritta da Freud, è esacerbata nel capitalismo avanzato, che sfrutta e intensifica le necessità di repressione per mantenere il controllo sociale.
La coercizione della sessualità è per Marcuse espressione della repressione della società, per cui auspica l’avvento di una civiltà fondata sulla liberalizzazione degli istinti sessuali, contrastando la razionalizzazione, la sublimazione, l’attività lavorativa. Marcuse propone una “società non repressiva” dove il potenziale umano possa realizzarsi senza le costrizioni del lavoro alienato e della repressione sessuale.
Cosa scrisse Marcuse in L’Uomo a una Dimensione (1964)?
In questo saggio, Marcuse critica la società industriale avanzata per aver ridotto l’individuo a una sola dimensione, quella del consumatore. Egli esplora come la tecnologia e i media di massa sono utilizzati per manipolare i desideri e le percezioni degli individui, mantenendo l’ordine sociale attraverso una falsa soddisfazione dei bisogni.
Cosa è l’idea di Marcuse conosciuta come Il Grande Rifiuto?
Marcuse introduce l’idea del “grande rifiuto” come forma di resistenza contro la società opprimente. Questo concetto implica un rifiuto delle norme e dei valori dominanti, aprendo la strada a una trasformazione radicale della società.
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Cosa intendeva Marcuse con il concetto di Dimensione Estetica?
Marcuse introdusse l’idea che l’eros, o la libido, potesse essere canalizzato verso una nuova sensibilità estetica e politica. Egli vede l’arte e la creatività come mezzi per esprimere la libertà repressa, promuovendo una società in cui la gratificazione immediata e il piacere non siano sacrificati per la produttività e il profitto.
Chi era Alfred Adler?
In campo psicoanalitico Alfred Adler, il primo allievo di Freud che si distanziò dal maestro, aprì sportelli di consultazione per insegnanti, genitori e studenti; nel 1929 prese in carico 26 scuole, facendo di Vienna la prima città al mondo dove tutti i bambini in età scolare potessero beneficiare di consulenze psicoeducative gratuite.
Pioniere della pedagogia non autoritaria, creò anche una scuola sperimentale nel 1931, in uno dei quartieri più poveri di Vienna, che ottenne ottimi risultati.
A differenza dei freudiani ortodossi, Adler voleva che paziente e psicoanalista fossero seduti alla stessa altezza e non esitava a parlare con la famiglia e gli amici del paziente. Infine, non si opponeva al trattamento gratuito.
Freud non partecipò a queste straordinarie innovazioni che avvenivano sotto i suoi stessi occhi e nella sua stessa città; al contrario, combatté con vigore l’impegno sociale di Adler e trattò con disprezzo la psicologia scolastica e l’educazione non autoritaria, si oppose al trattamento gratuito e alle pratiche psicoanalitiche rivolte a una clientela non selezionata.
Criticò, inoltre, Adler per il suo interesse per le cause concrete delle nevrosi, costituite dall’oppressione familiare e dalle frustrazioni sociali.
Freud, infatti, non tollerava che ci si allontanasse dall’unico campo di studio che lui stesso aveva tracciato.
Quanto hanno influenzato la società queste teorie?
Il Freudomarxismo ha avuto una grande influenza durante gli anni ’60, in particolare tra i movimenti studenteschi e i gruppi di controcultura. Le idee di Marcuse, in particolare, hanno ispirato molti attivisti a cercare nuovi modi di combattere l’oppressione e immaginare una società più libera e giusta.
Ma Freud sarebbe stato d’accordo con tutto ciò?
Sicuramente no. Il periodo durante il quale Freud pubblicò le sue opere psicoanalitiche si estese per quarantadue anni, dal 1897 al 1939. Sebbene la sua città, Vienna, era a quel tempo la capitale delle arti musicali e pittoriche, con opere di Gustav Klimt e di Egon Schiele, in cui si respirava una forte aria di sensualità, Freud si mostrò tanto ermetico quanto lo fu verso gli sconvolgimenti sociali.
Freud non si interessò neanche ai grandi movimenti della sua epoca: il femminismo, la cui prima ondata agitò l’Europa e gli Stati Uniti dal 1880 al 1930, che portava con sé non solo la rivendicazione del voto, ma anche le rivendicazioni sessuali.
Le femministe di allora sfidavano già i comportamenti sessuali maschili in termini di ricorso alla prostituzione, all’incesto e allo stupro coniugale, si battevano per la depenalizzazione dell’aborto e dell’omosessualità, maschile e femminile, e per l’amore libero.
In Gran Bretagna, John Stuart Mill, uno dei fondatori, con Jeremy Bentham, della filosofia utilitaristica, presentò alla Camera dei Comuni il 7 giugno 1866 una petizione per il suffragio femminile. Nel 1867, un disegno di legge di riforma venne discusso alla Camera dei Comuni e Mill presentò un emendamento che avrebbe concesso alle donne il diritto di voto.
Nel 1867 pubblicò The Subjection of Women , che era stato scritto dal 1861.
Fu proprio Sigmund Freud, allora studente, a tradurre l’edizione tedesca de La sottomissione delle donne, per guadagnare qualche soldo. In seguito, però, avrebbe scritto di questo libro:
Mill mancava per molti aspetti del senso dell’assurdo. Così per quanto riguarda la condizione e l’emancipazione delle donne. Nel saggio che ho tradotto, ricordo, uno dei suoi principali argomenti era che una donna sposata poteva guadagnare tanto quanto suo marito. Vediamo che le faccende domestiche, la cura e l’educazione dei figli prendono interamente un essere umano ed escludono ogni possibilità di guadagno, anche quando le faccende domestiche sono semplificate e la donna è sollevata dallo spazzare, pulire, cucinare, ecc. Mill l’aveva semplicemente dimenticato, come tutto ciò che riguarda le relazioni tra sessi diversi.
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Un altro movimento dimenticato da Freud fu la grande ondata di comunità alternative e anarchiche, decollate nel 1890 e crollate nel 1939, con la seconda guerra mondiale. Questa ondata di comunità e rivendicazioni ha molti punti in comune con l’ondata hippie degli anni ’70: l’amore libero e il nudismo costituiscono già uno dei suoi poli, insieme all’anarchismo, al vegetarianismo, al misticismo e al ritorno a natura.
Per esempio, dopo la Rivoluzione Russa, gli Amici della Natura e del Sole marciarono nudi per le strade di Mosca gridando: “Abbasso la vergogna!”. L’anno successivo, nel 1918, Alexandra Kollontai, la prima donna nella storia a portare il titolo di ambasciatrice e la prima donna eletta nel Comitato Esecutivo del Soviet di Pietrogrado nel 1917, pubblicò La nuova morale della classe operaia, che rivendicava il libero amore.
Freud rimase per tutta la sua esistenza agli antipodi di questa effervescenza sociale e culturale. Di fronte a questa modernità Freud, classe 1856, restò un uomo del XIX secolo.
Credette, ad esempio, fino all’ultimo nella natura patogena della masturbazione anche se già al tempo grandi sessuologi e alcuni suoi discepoli psicoanalisti lo negavano fermamente.
Le idee di Freud sulla sessualità erano piuttosto conservatrici rispetto alle tesi di altri personaggi della sua epoca, come Havelock Ellis o Magnus Hirschfeld, ed anche rispetto a quelle di altri psicoanalisti come Sandor Ferenczi, Alfred Adler o Wilhelm Reich.
Freud era “riservato” sulla sessualità anche in famiglia. come testimoniò il figlio Martin:
Avevamo parlato in famiglia di bestiame e mio padre si era reso conto che nessuno dei suoi figli conosceva la differenza tra un bue e un toro. “Dobbiamo parlare di queste cose”, esclamò poi; ma, seguendo in ciò la condotta della maggioranza dei padri, non aveva fatto nulla al riguardo.
Si mostrò capace di affrontare l’argomento solo in un’occasione, e solo per condannare la masturbazione, come raccontò l’altro figlio Oliver, il quale ricordò di aver avuto solo un’unica discussione con suo padre sul sesso, in particolare sulla masturbazione.
Era il 1907, quando Oliver aveva sedici anni. Suo padre lo aveva messo in guardia contro questa pratica, al punto di lasciarlo “permanentemente sconvolto”. Pensava che questa conversazione avesse creato un distacco incolmabile tra lui e suo padre.
Havelock Ellis e Magnus Hirschfeld furono dunque, per gli standard dell’epoca, molto più progressisti di Freud, tanto che lottarono anche contro la criminalizzazione dell’aborto e dell’omosessualità, maschile e femminile.
Quali critiche ha incontrato questo movimento?
Il Freudomarxismo ha anche incontrato critiche significative. Alcuni critici sostengono che la fusione delle teorie di Freud e Marx sia problematica, poiché le loro analisi della società e della psiche umana sono fondamentalmente diverse. Altri hanno criticato l’utopismo presente in alcune delle proposte di Marcuse, ritenendo irrealistico il suo progetto di una società non repressiva.
Questo movimento dunque, ispirandosi al potere emancipatore della psicoanalisi, non si rese subito conto che essa aveva in realtà una impostazione tutt’altro che permissivista, ma patriarcale e in alcuni tratti perfino reazionaria, e questo
Dott.ssa Giuliana Proietti
Fonte principale:
Philippe Laporte, “Nouveau millénaire, Défis libertaires”, Reich, Marcuse, Castoriadis, ou l’impasse freudo-marxiste
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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