
La scoping review, o revisione di scopo
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Le scoping review rappresentano uno strumento metodologico sempre più diffuso all’interno della letteratura scientifica, soprattutto in ambito sanitario, psicologico e sociale. Cerchiamo di saperne di più.
Da quanto tempo si usano le scoping review?
Le revisioni di scoping sono state sviluppate nei primi anni 2000. I ricercatori hanno avvertito la necessità di un tipo di revisione che potesse essere pubblicato, meno dettagliato di una revisione sistematica ma più dettagliato di una revisione narrativa (riassuntiva). Queste revisioni possono essere più speculative: definiscono un’area di ricerca al fine di evidenziare possibili nuove direzioni di ricerca.
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Che cos’è una scoping review?
Una scoping review (o revisione della letteratura esplorativa) è un tipo di revisione che ha lo scopo di mappare sistematicamente la letteratura disponibile su un determinato argomento, identificando concetti chiave, tipi di prove disponibili e lacune nella ricerca esistente.
Daudt et al. (2013) hanno suggerito la seguente definizione di studi di scoping:
“Gli studi di scoping mirano a mappare la letteratura su un argomento o un’area di ricerca specifici e offrono l’opportunità di identificare concetti chiave, lacune nella ricerca e tipi e fonti di prove per informare la pratica, l’elaborazione delle politiche e la ricerca”.
Cosa NON si propone una scoping review?
Una scoping review non si propone di rispondere a una domanda clinica circoscritta, ma di esplorare l’ampiezza e la profondità di un tema.
Qual è la differenza tra una scoping review e una systematic review?
Secondo un articolo di ricerca sulle revisioni di scoping,
“I ricercatori possono condurre revisioni di scoping anziché revisioni sistematiche laddove lo scopo della revisione è identificare lacune nella conoscenza, definire l’ambito di un corpus di letteratura, chiarire concetti o indagare la condotta della ricerca.” (Munn, et al. 2018) .
La systematic review si concentra, infatti, su una domanda specifica e valuta criticamente la qualità degli studi per trarre conclusioni basate sulle evidenze.
La scoping review, invece, ha un approccio più ampio ed esplorativo. Non include necessariamente la valutazione critica degli studi e non mira a produrre raccomandazioni pratiche o cliniche definitive.
Scoping Review | Systematic Review |
---|---|
Ampio raggio esplorativo | Domanda circoscritta |
Non sempre include valutazione critica | Include valutazione critica |
Non mira a trarre conclusioni definitive | Mira a rispondere a una domanda specifica |
Utile per identificare lacune di ricerca | Utile per supportare decisioni basate su evidenze |
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Quando è utile condurre una scoping review?
Secondo Munn et al., 2018:
“Le revisioni di scoping sono utili per esaminare le evidenze emergenti quando non è ancora chiaro quali altre domande più specifiche possano essere poste e validamente affrontate da una revisione sistematica più precisa. Possono riferire sui tipi di evidenze che affrontano e informano la pratica nel settore e sul modo in cui la ricerca è stata condotta”.
La revisione di scoping è particolarmente utile quando i dati su un argomento sono scarsi o eterogenei. Questo può verificarsi quando le evidenze sono ancora in fase di elaborazione o poco chiare. Pertanto, le revisioni di scoping possono essere eseguite prima di una revisione sistematica dettagliata su un argomento.
Ad esempio, sono state condotte numerose revisioni di scoping sul COVID-19. Questo perché il COVID-19 è una malattia relativamente nuova e i dati sono ancora in fase di raccolta.
In sintesi, una scoping review è particolarmente utile quando:
- L’argomento è complesso o poco esplorato;
- Si vogliono identificare i tipi di studi condotti su un determinato tema;
- Si intende mappare concetti chiave e fonti di evidenza;
- Si desidera chiarire definizioni o termini usati nella letteratura;
- È necessario esplorare se una systematic review è fattibile.
Quali sono le fasi principali per condurre una scoping review?
Nonostante l’assenza di regole, le revisioni di scoping devono basarsi su metodi di ricerca validi e trasparenti. Come per tutti gli studi di ricerca, i metodi devono essere riproducibili da altri autori.
Secondo la metodologia proposta da Arksey e O’Malley (2005), poi perfezionata dal Joanna Briggs Institute, le principali fasi sono:
- Identificazione della domanda di ricerca
- Identificazione degli studi rilevanti
- Selezione degli studi
- Charting dei dati (estrazione dei dati)
- Sintesi e presentazione dei risultati
- (Facoltativo) Consultazione con stakeholder o esperti
Quanto dovrebbe essere lunga una scoping review?
Non esiste un consenso unanime sulla lunghezza di una revisione di scoping. Le revisioni dovrebbero essere sufficientemente lunghe da presentare chiaramente i risultati, ma non dovrebbero contenere informazioni irrilevanti.
La lunghezza di una scoping review può variare a seconda della rivista scientifica o dell’ente che la richiede, ma in genere si attesta tra 5000 e 10.000 parole (escluse tabelle e riferimenti).
Quali strumenti possono essere utilizzati per condurre una scoping review?
Alcuni strumenti e risorse utili sono i seguenti:
- Linee guida PRISMA-ScR (Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses extension for Scoping Reviews)
- Database come PubMed, PsycINFO, Scopus, CINAHL
- Software per la gestione delle citazioni (es. Zotero, EndNote)
- Strumenti per la selezione collaborativa degli studi (es. Rayyan)
Cosa sono le linee guida PRISMA-ScR?
Il PRISMA-ScR è una checklist di 20 voci che guida la strutturazione e il reporting trasparente delle scoping review, assicurando chiarezza, replicabilità e completezza nella presentazione dei risultati.
Ecco l’elenco:
- Titolo – Indicare che si tratta di una scoping review.
- Abstract – Fornire un riassunto strutturato dello studio.
- Razionale – Spiegare il motivo della revisione e la sua rilevanza.
- Obiettivi – Dichiarare gli obiettivi della revisione.
- Criteri di eleggibilità – Definire i criteri di inclusione ed esclusione degli studi.
- Fonti di informazione – Elencare i database e le altre fonti utilizzate.
- Strategia di ricerca – Descrivere dettagliatamente la strategia di ricerca adottata.
- Selezione delle fonti – Spiegare come sono stati selezionati gli studi.
- Processo di estrazione dei dati – Dettagliare il metodo di raccolta e sintesi dei dati.
- Elementi dei dati – Specificare quali dati sono stati estratti dagli studi.
- Valutazione critica – Indicare se è stata eseguita una valutazione della qualità degli studi.
- Sintesi dei risultati – Descrivere come i risultati sono stati sintetizzati e presentati.
- Risultati della ricerca – Riportare il numero di studi inclusi e principali risultati.
- Sintesi delle evidenze – Fornire una panoramica dei principali risultati emersi.
- Discussione – Interpretare i risultati alla luce del contesto scientifico attuale.
- Conclusioni – Riassumere le implicazioni della revisione e i suggerimenti per il futuro.
- Finanziamenti – Dichiarare eventuali fonti di finanziamento.
- Conflitti di interesse – Segnalare eventuali conflitti di interesse.
- Registrazione e protocollo – Indicare se la revisione è stata registrata (es. PROSPERO).
- Dati supplementari – Fornire eventuali materiali aggiuntivi a supporto dello studio.
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Quale stile dovrebbe avere una scoping review?
Una scoping review dovrebbe essere esplicativa, con un livello di dettaglio adeguato per mappare l’argomento in modo chiaro e sistematico. È utile includere:
- Tabelle e grafici per sintetizzare i dati e facilitare la comprensione.
- Schemi riassuntivi per mostrare le caratteristiche degli studi inclusi (ad esempio, autore, anno, metodologia, principali risultati).
- Figure per rappresentare il processo di selezione degli studi (come il diagramma PRISMA).
- Non è necessario descrivere nel dettaglio le analisi statistiche effettuate nei singoli studi.
- Si citano i risultati principali di ciascuno studio, mettendo in evidenza le tendenze generali emerse nella letteratura.
- Se alcuni studi hanno usato tecniche statistiche particolarmente rilevanti (es. modelli di regressione, analisi mediatore/moderatore, meta-analisi parziali), si può fare un breve accenno per contestualizzare meglio i risultati.
- Non si riportano dati grezzi né si rifanno analisi statistiche sui risultati degli studi inclusi.
Come descrivere i risultati ottenuti in una scoping review?
- Sintesi qualitativa dei risultati (es. “La maggior parte degli studi ha rilevato una relazione negativa tra X e Y”).
- Differenze tra studi (es. “Alcuni studi non hanno riscontrato questa associazione, suggerendo che il contesto culturale potrebbe giocare un ruolo chiave”).
- Rilevanza metodologica (solo se necessario, es. “Gli studi che hanno utilizzato modelli di regressione multipla hanno trovato effetti più robusti”).
L’obiettivo non è solo la sintesi, ma anche la chiarezza e l’accessibilità delle informazioni.
È necessario registrare il protocollo di una scoping review?
Sì, anche se non obbligatorio, è buona prassi registrare il protocollo (ad esempio su Open Science Framework o PROSPERO) per garantire trasparenza e replicabilità. Ciò aiuta a prevenire bias selettivi e rafforza la qualità del lavoro.
Conclusioni
Sebbene le revisioni di scoping possano non essere dettagliate quanto le revisioni sistematiche, svolgono un ruolo utile nel panorama della ricerca. Possono, infatti, aiutare a riassumere i dati noti e ancora sconosciuti su un argomento specifico. Questo è particolarmente vero per i nuovi argomenti di ricerca, come nuove malattie o tecnologie.
Dr. Giuliana Proietti
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Fonte principale:
AJE
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it