Gli effetti della nudità sul cervello
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Abbiamo letto in questi giorni sui giornali di clamorose proteste fatte senza abiti addosso, per rendere la protesta più incisiva ed efficace. I fan cinesi dell’artista Ai Weiwei hanno infatti trovato un nuovo modo per protestare contro le censure che le autorità cinesi pongono all’artista, postando le loro immagini nude sui loro blog. Stessa cosa in Russia, dove le proteste contro Putin sono state fatte da donne nude, che hanno imitato le manifestazioni di piazza svolte in precedenza dalle femministe ucraine del gruppo Femen.
Ma perché protestare senza vestiti, ci si potrebbe chiedere: sono veramente più efficaci queste campagne? Due nuovi studi, pubblicati in questi giorni, sembrerebbero dire di si: il cervello analizza le immagini “nude” più velocemente e tende a percepire la forza istintuale delle persone coinvolte, più che la loro capacità di ragionamento e di auto-controllo. Esattamente ciò che un gruppo di protesta si può proporre come obiettivo.
In uno studio condotto presso le Università di Tampere e di Aalto, in Finlandia e pubblicato sulla rivista PLoS ONE, alcuni ricercatori hanno scoperto che al cervello occorrono meno di 0,2 secondi per elaborare le immagini di un corpo umano poco vestito o nudo. La percezione visiva della nudità avviene infatti in modo molto rapido ed efficiente.
Scrivono gli autori:
“... L’elaborazione visiva del corpo nudo di altre persone è forse utile a identificare dei potenziali concorrenti e dei partner per l’accoppiamento, oltre che per dare origine ad un comportamento sessuale”.
Secondo i ricercatori, gli altri esseri umani sono tra le “cose” più importanti che vediamo ogni giorno nel nostro ambiente. Studi precedenti suggerivano che il cervello umano e quello dei primati contengono cellule specializzate, che si attivano in risposta alle espressioni facciali, ma nessuno aveva finora studiato la risposta del cervello alla nudità.
Ai partecipanti sono state mostrate immagini di uomini e donne: vestiti normalmente, vestiti con abiti succinti e nudi. Le risposte cerebrali dei partecipanti sono state analizzate attraverso la risonanza magnetica. I risultati hanno mostrato che il cervello è più rapido ed efficace quando analizza un corpo nudo anziché quando si concentra su un corpo parzialmente vestito. La risposta meno efficace del cervello è stata osservata quando ai partecipanti venivano mostrate immagini di persone vestite. Gli autori spiegano:
“i vestiti … Sono un’invenzione relativamente nuova che nasconde le caratteristiche del corpo utili per la selezione sessuale e per l’eccitazione.”
In questo studio, il cervello maschile ha risposto più velocemente alle immagini femminili di nudo; il cervello femminile ha risposto allo stesso modo per entrambi i generi sessuali.
Ecco dunque spiegato, concludono i ricercatori, perché guardando qualche opera di arte classica, o le scene di nudo della pubblicità risulta così attraente per le persone.
Certamente, dunque, tutto questo vale anche per le proteste di piazza.
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Un altro studio, sempre a proposito della nudità, ha riscontrato che la persona nuda viene percepita come più istintuale, meno controllata.
Lo studio, condotto presso le università di Harvard, Yale, Northeastern e Maryland conclude infatti che quando ci si concentra sul corpo di qualcuno si riduce la percezione di “agency” (auto-controllo e capacità di azione) ed aumentano le percezioni di “experience” (emozioni e sensazioni). Questi effetti indicano che l’attenzione data al corpo nudo o vestito porta ad una differente attribuzione di caratteristiche della persona osservata.
Secondo gli psicologi, queste due dimensioni, capacità di agire e tendenze istintuali lavorano in coppia e si annullano a vicenda: per esempio, se qualcuno viene percepito come una persona cui piace divertirsi, sarà nel contempo percepito come un individuo non pienamente padrone di sé stesso. Lo studio ha voluto osservare quale valutazione veniva data ad un corpo nudo e ad uno vestito, che appartenevano alla stessa persona.
Il primo esperimento è stato condotto così: a 159 studenti sono state mostrate delle immagini di una ragazza e di un ragazzo, Erin e Aaron (vedi foto sopra), entrambi piuttosto attraenti. Le prime due foto mostrano solo i loro volti. Le due foto successive mostrano il volto e il torso nudo del ragazzo, mentre Erin appare con indosso solo un reggiseno.
In entrambi i casi, la foto originale è lo stessa: quella che mostrava solo il viso era infatti un primo piano tratto dalla medesima foto originale. Sono state poste 6 domande ai partecipanti: gli studenti dovevano dire se la ragazza o il ragazzo mostrati erano in grado di “controllare sé stessi”, “comportarsi secondo una morale “,” pianificare le loro azioni” (tre concetti che si riferiscono alla capacità di azione), oppure sperimentare il “piacere “, la “fame” e il ” desiderio “(tre nozioni che si riferiscono al mondo degli istinti).
Il risultato è stato chiaro: la stessa persona, con la stessa espressione del viso e perfino presentata in due modalità differenti, ma attraverso la medesima foto, produce una percezione molto diversa. Quando gli studenti vedevano solo il volto di Aaron o Erin, davano più credito alla loro capacità di agire e di autocontrollarsi. Quando vedevano la stessa faccia, ma anche altre parti del loro corpo, i due soggetti delle foto venivano ritenuti più sensibili a seguire i loro istinti, piuttosto che la ragione.
Un secondo esperimento ha confermato questa tesi. I ricercatori hanno presentato due fotografie della stessa ragazza: in una, lei sembra seria, come in una foto per un colloquio di lavoro, nella seconda, la ragazza cerca di rafforzare il suo fascino, come se rispondesse ad un annuncio per un sito di incontri.
Gli studenti hanno giudicato la capacità di agire della ragazza molto più elevata quando la ragazza posa seria, piuttosto che quando posa per mettere in risalto il suo fascino. E’ stato inoltre chiesto quale delle due ragazze fosse più “sexy”: la foto stile curriculum era significativamente “meno convincente” rispetto all’altra.
Altri esperimenti confermano il trend. Mostrando una decina di persone nude o vestite, ma sempre nella stessa posizione, si è visto che si passa da un giudizio neutrale ad uno orientato verso il sesso. Infine quando si tratta di stabilire se una persona è più sensibile al dolore, il corpo nudo esteticamente gradevole determina la differenza.
Questo studio mette in luce un particolare campo filosofico, già esplorato da Kant. Per il filosofo, l’attrazione sessuale determina un appetito istintuale che, non appena viene soddisfatto, rende la persona “come un limone spremuto di tutto il succo.
” In altre parole, guardare una persona nuda induce una forma di cecità nel cervello: l’altro si trasforma in un oggetto, diventando un veicolo di soddisfazione, piuttosto che una persona dotata di capacità di ragionamento.”
Questo studio concorda sostanzialmente con la posizione di Kant, ma specifica che la nudità non induce esattamente a guardare l’altro come ad un “oggetto”, ma come ad una persona più incline a indulgere nelle sue emozioni piuttosto che a pensare.
Per questo raffigurare le donne semi-svestite e gli uomini solo con il loro volto può servire a rafforzare i pregiudizi tradizionali sui generi sessuali (donne emotive ed istintuali e uomini “pensanti”).
Dr. Giuliana Proietti
Fonti:
Study finds nudity gives the brain a tune-up, Digital Journal
Gray, K., Knobe, J., Sheskin, M., Bloom. P. & Barrett, L. F. (in stampa).
More than a body: Mind perception and the nature of objectification.
Journal of Personality and Social Psychology.
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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