John Money e la questione del gender
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Oggi si parla spesso, non sempre a proposito, di “teorie gender” senza capire bene da dove esse vengano e su quali basi si siano sviluppate.
Questo post non pretende di spiegare questo argomento in modo esaustivo, ma vuole essere a un tempo un’introduzione e uno spunto per una riflessione critica su un tema davvero complesso, per aiutare i non addetti ai lavori a comprendere meglio la materia e a farsi un’opinione personale.
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Per farlo, seguiremo passo passo le orme di una figura molto importante della sessuologia moderna: John Money (1921-2006), uno psicologo che dedicò la sua vita e il suo lavoro allo studio della sessualità umana e che fu il primo studioso a parlare di ruoli e di generi sessuali.
Nato in Nuova Zelanda, da madre inglese e padre australiano, Money immigrò negli Stati Uniti nel 1947 per motivi di studio. Si laureò in psicologia ad Harvard nel 1952 con una tesi su “Ermafroditismo: una ricerca sulla natura di un paradosso umano” ed iniziò subito a lavorare con individui intersex, già prima che completasse il dottorato presso il Massachusetts General Hospital and Harvard Medical School, e poi presso la Harriet Lane Home for Invalid Children, della Johns Hopkins University di Baltimora, USA.
Money entrò alla Johns Hopkins University nel 1951 per seguire la sua mentore, Joan Hampson, medico e psicologa. Qui conobbe Lawson Wilkins, medico endocrinologo e capo del reparto di endocrinologia pediatrica, il quale permise a Money di seguire alcuni casi che si presentavano nella sua clinica, per fare ricerca e concludere il dottorato. Il lavoro con Wilkins, in stretta collaborazione con Joan Hampson e il di lei marito John (anche lui medico e psicologo) durò anche dopo il conseguimento del dottorato. Insieme dettero vita alla “Psychohormonal Research Unit”, affiliata sia al reparto di Psichiatria, sia a quello di Pediatria. La collaborazione fra questi professionisti durò per diversi anni, fino a che i rapporti fra John Money e John Hampson (marito di Joan) si incrinarono. Ragioni sentimentali? Non si sa.
Dal punto di vista sentimentale sappiamo solo che Money si sposò negli anni Cinquanta, anche se il suo matrimonio non durò a lungo e non vi furono figli. Per quanto si sa, guardò con simpatia alcuni comportamenti sessuali, come il nudismo, il sesso di gruppo ed altro, ma questi comportamenti dovrebbero essere forse contestualizzati al clima sociale e politico di quegli anni, in cui era in corso un grande cambiamento dei costumi, con le comuni hippies e le coppie aperte.
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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Sul piano professionale, alla metà degli anni sessanta l’interesse di Money si rivolse al trattamento chirurgico dei soggetti intersex. Fra il 1964 e il 1967 fece parte di un gruppo di ricerca condotto da Harry Benjamin, i cui studi sul transessualismo furono finanziati dalla Erickson Educational Foundation.
Negli anni Ottanta e Novanta, John Money scrisse molto sulla diagnosi di parafilia, termine da lui stesso coniato, e sostenne il trattamento della “castrazione chimica” per i colpevoli di abusi sessuali. Nel 1987 Money rivelò, a questo proposito, di aver fatto ricerca sull’uso del Depo-Provera (medroxy progesterone acetate) sui sex offenders, presso la Johns Hopkins, sin dal 1966, anche se all’epoca quel farmaco non era stato ufficialmente approvato per questo uso, ma era solo un contraccettivo ormonale.
Money interveniva spesso, in qualità di esperto, nei dibattiti sulla pedofilia, sostenendo tuttavia in modo abbastanza ambiguo che deve esserci una distinzione clinica fra “affectional pedophilia” e “sadistic pedophilia”, cioè la pedofilia in cui c’è affetto per il minore coinvolto in atti sessuali e quella che si manifesta solo in modo sadico. Queste affermazioni minarono notevolmente la sua reputazione professionale, anche se non ebbero gli effetti devastanti che vi furono poi, quando fu reso pubblico il suo caso clinico più famoso, quello di David Reimer, di cui parleremo più avanti.
Money rimase tuttavia alla Johns Hopkins fino alla fine della sua carriera, sempre supportato da numerosi finanziamenti per le sue ricerche, come quelli della Josiah Macy Jr. Foundation e del National Institute of Child Health and Human Development. Negli ultimi anni della sua vita soffrì di demenza progressiva e di Parkinson. Morì nel 2006, un giorno prima del suo ottantacinquesimo compleanno, a Towson, nel Maryland.
Influenza delle sue teorie sulla sessuologia
Money ebbe un’influenza singolare sulla diagnosi e sul trattamento dell'”ermafroditismo”, del “transessualismo” e della “parafilia”. I suoi oltre cinquecento articoli e oltre quaranta libri, contribuirono a diffondere centinaia di neologismi tra cui “gender” e “lovemap”, quest’ultimo molto apprezzato dalla psicologia popolare.
La vastissima diffusione dell’opera di Money è spiegata in parte dal fatto che i suoi testi, stilisticamente piuttosto bizzarri, erano rivolti a un pubblico multiplo, composto di medici, psichiatri e sessuologi, ma anche antropologi, storici, psicoanalisti e lettori laici. Inoltre, le sue teorie erano amate o odiate, senza mezze misure, e lo stesso Money fu da alcuni osannato e da altri profondamente disprezzato.
La scienza sessuologica deve moltissimo a Money. Questo studioso infatti si avvicinò a questa disciplina stando bene attento a non farla apparire come una pratica pruriginosa e perversa, come era accaduto in passato a chiunque si fosse avvicinato allo studio della sessualità. La sessuologia infatti esisteva da tempo nella pratica clinica, ma era ancora una scienza senza nome. Fu Money ad avvicinare questa nuova scienza alla ginecologia, all’urologia, alla psicologia e alle scienze sociali, creando le basi della moderna sessuologia.
Inoltre, molti termini ormai entrati nell’uso comune della nostra disciplina, derivano dalla sua fantasia, come l'”orientamento sessuale”, l'”identità di genere” e la “parafilia” (questo ultimo termine proposto per essere usato in vece di “perversione”, dizione che includeva in sé un giudizio negativo). Vi sono tuttavia molti altri termini da lui coniati che sono invece poco o per nulla conosciuti, come il “Principio di Adamo,” la “teoria dell’esigenza”, la “ginemimesi,” il “mindbrain,” la “normofilia” etc.
Un termine che la sessuologia ufficiale si è decisamente rifiutata di adottare è quello di “Fuckology” (che in italiano potrebbe essere reso con “scienza dello scopare“); eppure il sessuologo nel 1988 propose questo termine per l’uso clinico, dal momento che riprendeva una terminologia molto usata nella lingua parlata ed a suo parere doveva essere questa la dizione che meglio rappresentava la materia che si occupava di rapporti sessuali.
Il suo libro, Uomo, donna, ragazzo, ragazza (1972), divenne un testo universitario e contribuì a portare maggiore accettazione alla chirurgia di riassegnazione sessuale per individui transgender.
Dibattito sul ruolo e il genere sessuale
Qualche parola va detta per spiegare le differenze, introdotte da Money e poi sposate da molti sociologi e studiose femministe, riguardo alle differenze terminologiche. Il concetto di “sesso”, ad esempio, si riferisce esclusivamente alle caratteristiche biologiche che differenziano gli uomini e le donne. Al contrario, il concetto di “genere” fa riferimento soprattutto alle funzioni sociali, ai ruoli e agli stereotipi che portano l’individuo a diventare donna o uomo. Il genere mette in evidenza il fatto che la percezione del femminile o del maschile sono niente altro che costruzioni storiche, sociali, culturali, gerarchiche e simboliche. Money e gli altri giunsero a queste conclusioni sulla scia del saggio scritto da Simone de Beauvoir “Il Secondo Sesso” (“Non si nasce femmina, lo si diventa”) e degli studi antropologici di Margaret Mead.
Fra gli studiosi che si dedicarono alla ricerca sul genere sessuale, la ricercatrice lesbica e femminista Gayle Rubin sostenne che, un po’ come avvenuto nella trasformazione del “negro” nello “schiavo”, la sessualità biologica fosse stata trasformata in un prodotto dell’attività umana, attraverso il quale potevano venire soddisfatti i bisogni sessuali degli uomini. Per esempio, dice la Rubin, se la cura dei figli fosse condivisa sin dall’inizio da entrambi i genitori, non esisterebbero più le condizioni che danno luogo al complesso di Edipo e al successivo formarsi dei ruoli di maschio e di femmina.
In effetti, dobbiamo oggi darle ragione, dato che il cambiamento dei ruoli all’interno della famiglia ha spezzato in gran parte gli stereotipi sessisti che avevano in passato contraddistinto la storia del genere umano anche se, ancora oggi, non si è raggiunta una vera parità fra i sessi, neanche nei paesi più avanzati. Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini e ad occupare cariche decisamente inferiori, rispetto a potere e possibilità decisionali. Per non parlare della violenza domestica, dei femminicidi e degli abusi sessuali, in cui le donne sono ancora le vittime privilegiate.
Nonostante i progressi relativi agli studi sulla nozione di genere infatti, molte persone ancora legittimano le disuguaglianze sociali fra individui, determinate in base alle sole differenze genitali, nella convinzione che gli uomini siano “per natura” superiori alle donne.
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Il caso di Bruce Reimer
Fin qui le teorie e gli studi di Money sono apparse positive o neutre, ma vi fu un caso che ebbe un effetto devastante nella carriera del sessuologo, dopo essere stato considerato per anni il suo maggiore successo.
Bruce Reimer era un bambino canadese con un fratello gemello, Brian. All’età di sei mesi, poiché i piccoli avevano difficoltà ad urinare, fu loro diagnosticata una fimosi, una patologia per cui il glande del pene è completamente coperto dal prepuzio e questo può essere causa di infiammazioni. Fu deciso di circonciderli.
L’operazione, eseguita il 27 aprile 1966, consistette nella bruciatura (cauterizzazione) dello strato di pelle che causava la fimosi. I medici che se ne occuparono non avevano mai adottato tale tecnica in precedenza. Il primo ad essere operato fu Bruce. Il risultato fu che il suo organo sessuale fu irrimediabilmente danneggiato. I medici decisero dunque di non eseguire la pratica sul fratello Brian, che fu curato in altro modo.
I genitori di Bruce, preoccupati per la futura vita sessuale del figlio, decisero di portarlo in cura negli Stati Uniti. Avevano visto, alla televisione canadese, un’intervista a John Money, nella quale lo psicologo sosteneva la teoria della neutralità di genere, secondo la quale l’identità sessuale si sviluppa in base al contesto sociale (quindi è appresa) nell’infanzia e può essere modificata attraverso opportuni interventi.
John Money aveva una vasta esperienza nel trattamento dei pazienti intersessati. Egli riteneva che i bambini nati con organi sessuali non chiaramente maschili potessero essere indirizzati verso l’altro sesso. Secondo Money tale trattamento poteva essere applicato anche a Bruce Reimer.
Money consigliò dunque ai genitori di modificare chirurgicamente gli organi genitali del bambino, trasformandoli da maschili in femminili, e di crescerlo come se fosse una bambina. All’età di 22 mesi Bruce fu operato da un’équipe di chirurghi del Johns Hopkins: gli furono amputati i testicoli, poi furono suturati il funicolo e i vasi che nell’età adulta avrebbero avuto la funzione di portare lo sperma all’uretra recisa. Nel rinchiudere lo scroto, i chirurghi, collaboratori di Money, modellarono una rudimentale vagina esterna. Successivamente Bruce fu seguito nel suo sviluppo evolutivo secondo un programma di “riassegnazione”: egli doveva imparare a convivere con il suo nuovo genere sessuale. Fu rinominato Brenda ed educato come una bambina. Money visitò il/la paziente una volta all’anno per circa dieci anni.
Il caso di Brenda era particolarmente interessante dal punto di vista scientifico per due motivi: innanzitutto il/la paziente aveva un fratello gemello, Brian. I due fratelli condividevano lo stesso patrimonio genetico, lo stesso ambiente familiare ed erano nati entrambi dello stesso sesso. Si poteva dunque confrontare lo sviluppo psicosessuale di Brian, nato e rimasto maschio, con quello di Brenda. In secondo luogo, questo era il primo caso nella storia della medicina di un riassegnamento di genere condotto non su un soggetto ermafrodita o portatore di malformazioni congenite, ma su un soggetto nato con organi sessuali normali.
John Money, sicuro che il trattamento di questo caso fosse stato un successo, lo citò ampiamente nei suoi scritti come “il caso di John/Joan”.
Il caso infatti sembrava dimostrare perfettamente che la teoria della neutralità di genere era corretta: Brenda aveva sviluppato un’identità femminile. Lo psicologo si basava anche sulle dichiarazioni dei genitori, i quali riferivano di aver notato comportamenti diversi nei due gemelli.
In realtà Bruce/Brenda non riusciva a vivere come una bambina, come testimonia la sua autobiografia, nella quale racconta di aver subito con grande fatica tutte le angherie e i soprusi che subiscono i bambini che non vengono accettati dal gruppo. Neanche gli estrogeni, che gli furono somministrati per fargli crescere il seno, riuscirono a permettere un completo sviluppo fisico al femminile. All’età di 13 anni il ragazzo iniziò a pensare di togliersi la vita ed espresse il desiderio di non vedere più il dottor Money.
Quando i genitori gli raccontarono la verità, Bruce/Brenda decise di assumere un’identità maschile, cambiando il suo nome in David. Aveva allora 14 anni. Il 22 settembre 1990 David si sposò con Jane Fontaine. Nel 1997 completò il ciclo di operazioni, che compresero: iniezioni di testosterone, doppia mastectomia e due interventi di falloplastica. La sua storia divenne conosciuta in tutto il mondo proprio nel 1997, quando una ricostruzione del suo caso fu pubblicata dal sessuologo Milton Diamond.
Successivamente Reimer decise di rendere pubblico il suo vissuto raccontandosi allo scrittore John Colapinto. Ne uscì un vivido ritratto, pubblicato nel dicembre dello stesso anno sulla rivista Rolling Stone. Colapinto scrisse anche un libro, As Nature Made Him: The Boy Who Was Raised as a Girl(Bruce, Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza, 2000).
Nel 2002 Brian Reimer si suicidò con un’overdose di antidepressivi. Nel 2004 anche il fratello David si suicidò con un colpo di fucile, a 38 anni, dopo un periodo di depressione dovuto a un matrimonio difficile e a difficoltà finanziarie.
I genitori dei ragazzi accusarono Money di essere colpevole della morte di entrambi i loro figli. Money si difese da queste accuse sostenendo che il dibattito sui media per questo caso era frutto dei pregiudizi e del movimento antifemminista, che voleva negare l’uguaglianza fra uomini e donne e il condizionamento sociale che li porta ad essere diversi.
Conclusioni
La fobia di molte persone che si avvicinano per la prima volta agli studi sul “gender” senza conoscerli è quella che qualcuno voglia indottrinare le giovani menti dei bambini, sostenendo teorie antropologiche distorte.
Si teme infatti che la fine della discriminazione fra maschi e femmine, fra eterosessuali ed omosessuali, fra perversione e parafilie voglia portare alla equiparazione di ogni forma di unione e di famiglia e alla normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale.
In realtà, come del resto la storia di John Money ci insegna, nessuna seria teoria sul genere sessuale può prescindere completamente dalla considerazione della naturale dotazione genitale con la quale si nasce.
Educare al genere significa semplicemente superare i dogmi relativi agli stereotipi sessuali, ai pregiudizi, e allo sviluppo di una maggiore consapevolezza sui condizionamenti storici sociali e culturali che hanno determinato i ruoli sessuali nelle differenti culture.
L’idea che l’essere umano possa completamente decidere della sua vita senza tenere minimamente conto del sesso alla nascita, come dimostra il caso trattato da John Money, è espressione di un delirio di onnipotenza in cui, come in tutti i deliri, mancano ragione, saggezza, conoscenza e consapevolezza.
Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Pubblicato anche su Huffington Post
Bruce Reimar, Wikimannia
A25/A4
Prima pubblicazione 2015
Aggiornato 2017
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
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