Ipnosi clinica: cosa è e come funziona Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
L’ipnosi è una condizione psichica che può essere indotta da altri o anche autoindotta (in questo caso si parla di autoipnosi). Lo stato mentale provocato dall’ipnosi è denominato ‘trance’: in esso si possono osservare cambiamenti nelle sensazioni, nelle percezioni, nel pensiero o nel comportamento del soggetto ipnotizzato. Si tratta di una condizione di “intensa concentrazione e assorbimento interiore” (American Society of Clinical Hypnosis, 2010), in cui la persona, pur sperimentando tutto questo, rimane pienamente cosciente.
Storia
La tecnica ipnotica era già conosciuta e praticata dai popoli antichi, ma fu riproposta in Europa da F.A. Mesmer (1779), il quale ipnotizzava le persone pensando di avere un fluido magnetico che egli stesso trasmetteva all’ipnotizzato. Mesmer chiamò questo fluido ‘magnetismo animale’, che però già ai suoi tempi non venne riconosciuto come ‘scientifico’ dall’Accademia delle Scienze e dalla Facoltà di Medicina di Parigi (1784).
Un’importante revisione delle teorie di Mesmer fu proposta dal medico inglese J. Braid (1785-1860) il quale diede un’interpretazione fisiologica al fenomeno studiato e introdusse per primo il termine “ipnosi”, derivato dal greco ypnòs (sonno).
Successivamente se ne occuparono A.A. Lièbeault (1823-1904), un medico di Nancy e H. Bernheim (1837-1919), famoso neurologo parigino, i quali fondarono insieme la Scuola di Nancy. Questa divenne al tempo molto importante, anche perché si oppose, nell’interpretazione dei fatti relativi a questa tecnica, ad un’altra scuola francese, quella di Jean-Martin Charcot (1825-1893) che operava presso l’Ospedale della Salpetrière a Parigi.
Mentre per la scuola di Nancy l’ipnosi era un fenomeno psicologico ‘normale’ e tutte le sue caratteristiche potevano essere spiegate con la suggestione, Jean-Martin Charcot la considerava un fenomeno patologico, una nevrosi isterica artificiale.
J.M. Charcot, distinse i vari stadi dell’induzione ipnotica: letargo, catalessi, sonnambulismo, e le relative modificazioni nel tono muscolare e nei movimenti riflessi. Per un certo periodo, anche Freud si interessò alla tecnica ipnotica: fu infatti allievo di Charcot e, con il collega Breuer, elaborò il ‘metodo catartico’. Con questo metodo, dei pazienti isterici venivano ipnotizzati, allo scopo di far defluire ed abreagire la carica emotiva inibita, impedendole così di cercare altre vie di sfogo nell’organismo, che avrebbero prodotto dei sintomi. Con la morte di Jean-Martin Charcot (1893) e l’inizio della psicoanalisi cominciò per l’ipnosi un periodo di decadenza.
Con Milton Erickson (1901 -1980 ), si sviluppò in America una ipnoterapia (chiamata appunto ipnosi ericksoniana), che permette di comunicare con l’inconscio del paziente. Questo tipo di ipnosi è molto simile ad una normale conversazione (“L’ipnosi non esiste, tutto è ipnosi”, affermava Erickson).
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Ipnosi e sogno
L’ipnosi è paragonata a un sogno ad occhi aperti o al coinvolgimento provato quando si assiste a un film avvincente. In queste circostanze, l’individuo sceglie di “spegnere” o di rivalutare determinati stimoli, per concentrarsi completamente sull’oggetto di attenzione. Teoricamente, questi input consentono un’attivazione della mente subconscia, che supera il precedente comportamento abituale, governato dal pensiero cosciente (Hypnosis Motivation Institute, 2010).
L’ipnosi è uno stato volontario
L’ipnosi è uno stato volontario, in cui si sceglie di essere ricettivi allo scopo di entrare nello stato ipnotico, indipendentemente dal coinvolgimento di un ipnotista. In ogni momento, la persona potrebbe scegliere di disimpegnarsi da quello stato e ampliare la sua sfera di consapevolezza. Sfortunatamente molte idee sbagliate sull’ipnosi, come quella che essa sarebbe una forma di “controllo mentale”, promosse dal mondo dello spettacolo, l’hanno fatta intendere come qualcosa che riguarda comportamenti “involontari” e talvolta imbarazzanti, qualcosa di pericoloso e vicino al mondo della magia. Credenze accurate sull’ipnosi contribuiscono invece ad atteggiamenti più positivi sul suo uso e le tecniche utilizzate, in questo caso, sono molto più efficaci (Capafons et al., 2008). La persona che sperimenta l’ipnosi prova un senso di profondo rilassamento e la capacità di concentrarsi totalmente sui suggerimenti dell’ipnoterapeuta. Lo stato ipnotico sostituisce il normale pensiero con immagini visive e acustiche; la ricettività ipnotica è maggiore nei soggetti che tendono a fare dei sogni ad occhi aperti.
Ipnosi e Ipnoterapia
L’ipnosi e l’ipnoterapia sono termini spesso usati in modo intercambiabile; tuttavia, vi è tra loro una distinzione importante in quanto l’ipnoterapia utilizza le tecniche dell’ipnosi con specifici intenti. L’ipnoterapia (o ipnosi clinica) è una tecnica integrata mente-corpo che utilizza suggerimenti ipnotici per uno specifico scopo terapeutico mutuamente identificato tra un ipnoterapeuta e un paziente. Le indicazioni mediche e non mediche per l’ipnosi sono numerose e includono una varietà di applicazioni, come per la cura delle fobie, la costruzione di migliori capacità nella gestione del tempo, l’analgesia medica e chirurgica, la gestione dei sintomi e molto altro (Montgomery, Schnur, & Kravits, 2012). Durante una seduta di ipnoterapia il respiro diventa più lento e profondo, i battiti cardiaci diminuiscono ed in questo modo si ha una sensazione di completo sollievo dalle ansie del quotidiano. Si è dunque più disponibili a recepire i suggerimenti terapeutici volti al cambiamento e al potenziamento delle proprie capacità e facoltà. Con l’ipnoterapia è inoltre possibile raggiungere un migliore controllo del dolore, attraverso l’amplificazione o la riduzione di sensazioni provenienti dal corpo.
L’ipnoterapeuta
Un ipnoterapeuta è un professionista della salute mentale con una adeguata formazione ed esperienza. Non è un soggetto dotato di capacità eccezionali, tali da provocare uno stato di trance nelle persone (come certi varietà televisivi porterebbero a credere): non va infatti dimenticato che la trance non sarebbe possibile se i soggetti ipnotizzati non acconsentissero ad entrare, volontariamente, in questo stato di profondo rilassamento. L’ipnoterapeuta è quindi un professionista e rappresenta il tramite per cui tutti possono essere ipnotizzati, purché lo vogliano.
Ipnotizzabilità
L’ipnotizzabilità (nota anche come suscettibilità ipnotica o suggestionabilità) è definita come un’abilità caratteristica, che determina quanto un individuo possa sperimentare o trarre beneficio dall’ipnosi, indipendentemente dagli atteggiamenti o dalle aspettative (Barabasz & Perez, 2007). La maggior parte degli esperti afferma che ci sono diversi gradi di suggestionabilità (ad esempio, bassa, media e alta), e che esistono vari approcci terapeutici per consentire l’ipnotizzabilità lungo questo continuum (Barrett, 2010; Dienes & Hutton, 2013; Jaret & Martin, 2004). Sebbene l’ipnosi sia una pratica direttiva, in cui un soggetto si lascia guidare dal terapeuta, egli non perde mai, in nessun momento, la sua capacità critica. Infatti, se l’ipnoterapeuta chiedesse al suo paziente di fare cose contrarie ai suoi principi ed ai suoi voleri, egli uscirebbe immediatamente dal suo stato di trance.
Contro-indicazioni
La terapia ipnotica non funziona con personalità rigide, che non amano rilassarsi profondamente e che temono di perdere il controllo di sé.
Costi
Costa più o meno come le altre psicoterapie, ma è efficace da subito: infatti, gli effetti positivi che si producono, si vedono già in tempi brevi.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
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