Interventi di psicologia positiva
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Tutti gli interventi di psicoterapia prevedono un cambiamento da parte del paziente, perché evidentemente la situazione che egli vive nel presente non è ottimale per raggiungere uno stato di maggiore benessere. È tuttavia notoriamente difficile che le persone riescano effettivamente a cambiare completamente, anche dopo una psicoterapia, dal momento che alcuni loro atteggiamenti e comportamenti sono parti relativamente stabili della loro personalità.
Per questa ragione, la psicologia positiva, invece che concentrarsi su qualità e caratteristiche che il paziente fatica ad acquisire, preferisce valorizzare e sfruttare le qualità già esistenti, ovvero i “punti di forza” (Hodges e Clifton 2004). Il miglioramento che ci si attende non si limita ad aumentare le competenze per migliorare il proprio comportamento in determinate attività, ma riguarda soprattutto la sensazione percepita di benessere soggettivo, la soddisfazione per la vita (Lyubomirsky e Della Porta 2010).
Nell’approccio della psicologia positiva, si evita di “riparare” ciò che non funziona, mentre si cerca di individuare, amplificare e consolidare i punti di forza, al fine di superare le debolezze individuali. Per la base della ricerca in psicologia positiva, Seligman (2002) ha delineato una definizione di felicità che riguarda tre componenti fondamentali: il piacere, l’impegno e il significato.
La presenza di queste 3 componenti dovrebbe condurre ad una vita equilibrata, sana e felice. Gli interventi di psicologia positiva partono dunque dall’assunto che, coltivando i propri talenti, si possa aumentare il livello percepito di felicità individuale, ma anche superare i sintomi depressivi. Ricerche condotte negli ultimi anni (Keyes et al. 2010) mostrano in effetti che l’aumento del benessere in una persona porta regolarmente ad un calo dei suoi sintomi depressivi.
La psicologia positiva enfatizza l’importanza dei punti di forza (cfr. Character Strengths and Virtues handbook, Peterson and Seligman 2004): essi contribuiscono a spingere gli individui verso un miglioramento e talvolta è la semplice identificazione di questi punti di forza che aiuta l’individuo a sviluppare una identità basata sui punti di forza (Liau et al 2010; White 2002).
Così facendo, il senso individuale del sé può essere separato dagli eventi negativi della vita di un individuo. Si tratta di una sorta di esternalizzazione, in cui si vedono gli eventi negativi come problemi del mondo esterno, anziché come difetti intrinseci della persona. Sapere che si può gestire le cose a questo livello fornisce un senso di speranza, che incoraggia un maggiore coinvolgimento.
La consapevolezza dei propri punti di forza fornisce un’importante strumento di auto-sviluppo, permettendo di individuare degli obiettivi legati ai propri punti di forza, il che rafforza la convinzione che ciò che si sta facendo sia il meglio che si potrebbe fare (Snyder 2002).
Seligman et al. (2005) hanno testato alcuni degli interventi di psicologia positiva da essi stessi elaborati, mettendoli a confronto con gruppi sottoposti a trattamenti placebo. Risultato: si è visto che due degli esercizi di psicologia positiva mostravano ancora dei miglioramenti a livello significativo ben 6 mesi dopo che gli interventi (durati 1 settimana) erano stati completati, il che dimostra che la speranza di un maggiore e duraturo benessere può realizzarsi attraverso gli interventi di psicologia positiva, nonostante questi ricercatori avessero dei dubbi su questa possibilità, a causa del forte effetto dell’adattamento.
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Nel tentativo di esplorare l’efficacia del lavoro sui punti di forza in ambienti più critici, Seligman et al. (2006) hanno adattato i loro interventi di psicologia positiva in ambito terapeutico, con l’obiettivo di curare la depressione aumentando le sensazioni di benessere percepito, invece che affrontare direttamente il problema dei sintomi depressivi. Essi hanno condotto lo studio su due gruppi: uno con partecipanti poco o moderatamente depressi in un contesto di psicoterapia di gruppo, l’altro con partecipanti che avevano ricevuto una diagnosi di disturbo depressivo maggiore, i quali erano trattati con psicoterapia individuale, con esercizi creati appositamente per loro.
Il primo studio ha scoperto che i sintomi depressivi nella psicoterapia positiva (PPT) di gruppo sono effettivamente diminuiti e che si sono mantenuti nel corso di 1 anno, con poco o nessun cambiamento rispetto al gruppo di controllo, che non aveva ricevuto alcun trattamento.
Questa durevolezza dei benefici raggiunti è apparsa in effetti piuttosto rara, se confrontata con i dati della letteratura in materia, che riporta gli effetti della psicoterapia nella cura della sindrome depressiva, soprattutto in mancanza di sessioni di follow-up. In altre parole, gli interventi positivi sembrano contenere in sé alcune caratteristiche di auto-mantenimento. Significativi risultati positivi sono stati trovati anche nel secondo studio, dove il gruppo trattato con PPT ha ottenuto un punteggio migliore in entrambi i gruppi in trattamento (con e senza farmaci antidepressivi) per tutti i tipi di psicopatologia, fra cui la depressione.
Sin e Lyubomirsky (2009) hanno invece condotto una meta-analisi sull’argomento, che riguarda 51 studi (condotti su un totale di 4266 partecipanti). Studiando gli interventi di psicologia positiva condotti tra il 1977 e il 2008, i ricercatori hanno scoperto che essi hanno prodotto miglioramenti significativi, sia sul senso di benessere, sia nella diminuzione dei sintomi depressivi.
Esaminando lo stato di depressione, e mettendolo a confronto con altri fattori, quali l’età, la durata dell’intervento, il tipo di gruppo di confronto, ecc., i ricercatori hanno scoperto che gli interventi effettuati sono stati particolarmente efficaci tra i partecipanti depressi e motivati del gruppo di età più avanzata (36-59 anni di età) . Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno suggerito di effettuare interventi di questo tipo su base individuale piuttosto che di gruppo, per lunghi periodi di tempo.
Molti degli esercizi di psicologia positiva considerati negli studi di cui sopra si basano sul costrutto della gratitudine, che è diventato un argomento di studio di per sé. Nella loro rassegna della letteratura sulla gratitudine, Emmons e McCullough (2003) hanno osservato un possibile legame tra la gratitudine e una serie di emozioni positive, come la soddisfazione, la felicità, l’orgoglio e la speranza.
Questa forte attivazione di sentimenti positivi che nascono dalla gratitudine, influisce sul senso del piacere e sulo stato di felicità individuale. Un altro modo in cui la gratitudine produce effetti positivi è attraverso l’interpretazione positiva delle esperienze della propria vita quotidiana. Anche questa strategia psicologica può contribuire a migliorare il proprio benessere generale.
Una Conferenza sulla Paura
Emmons e McCullough (2003) hanno condotto tre studi con diversi gruppi di partecipanti, condizioni, tempi e modelli di osservazione. I partecipanti ai “gruppi gratitudine” in tutti e tre gli studi hanno dato valutazioni complessive migliori riguardo alla propria vita, con maggiore ottimismo e minore sensazione di disturbi fisici. Questi risultati indicano che la gratitudine indotta nei partecipanti ha portato a benefici significativi, supportando l’idea che essere grati per ciò che si è migliora il proprio livello di soddisfazione.
Wood et al. (2010) hanno invece esaminato il costrutto della gratitudine in una revisione completa, che comprendeva 12 progetti di ricerca pubblicati sugli interventi di gratitudine (compreso lo studio Emmons e McCullough, di cui sopra), identificando una chiara tendenza dei risultati verso un aumento del benessere.
Furnham e Christoforou (2007) hanno studiato il ruolo della personalità come predittore di felicità. Tra i loro risultati, si è riscontrato che i tratti di estroversione e nevrosi erano positivamente e negativamente correlati con la felicità (rispettivamente). Questo legame specifico tra estroversione e felicità è stato dimostrato anche in numerosi altri studi (Costa and McCrae 1980; Lucas and Fujita 2000; Strack et al. 1991), il che suggerisce che alcuni tratti di personalità possano essere predittivi di un maggiore senso di benessere percepito.
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Fonte:
Konrad Senf e Albert Kienfie Liau, The Effects of Positive Interventions on Happiness and Depressive Symptoms, with an Examination of Personality as a Moderator, Journal of Happiness Studies An Interdisciplinary Forum on Subjective Well-Being 2012
Immagine:
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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