Impotenza di coppia e terapia
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Cosa si intende con il concetto di “impotenza di coppia”?
Per ‘impotenza di coppia’ si intende un indebolimento della potenza sessuale, che prescinde totalmente dai rispettivi apparati sessuali dei due partners, ma che riguarda unicamente gli aspetti relazionali della coppia.
E’ un concetto moderno?
Non esattamente. Già nel 1912 Freud scrisse che, dopo l’angoscia, la nevrosi più comune fra i suoi pazienti era quella che egli stesso definì “impotenza psichica”. Allora Freud si riferiva certamente all’uomo (anche perché la sessualità femminile non era all’epoca per nulla considerata), ma è chiaro che l’inibizione della capacità di sostenere il desiderio riguardava, secondo lo psicoanalista, entrambi i sessi.
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Chi ha parlato in Italia, di “impotenza di coppia”?
Ne hanno parlato vari autori, ma in particolare il Prof. Rifelli, il quale insieme a Gabriella Rifelli scrisse il libro Impotenza maschile, femminile e di coppia, 2010 ed. Scione. Nella casistica degli autori questa impotenza veniva riscontrata circa nel 30% delle richieste di consulenza psicologica. Nello stesso senso va intesa l’osservazione di un aumento della domanda di terapia di coppia, rispetto a quella individuale.
Quali sono le cause dell’impotenza di coppia?
Gli eventi che affronta la coppia nel suo percorso non dipendono tutti direttamente e meccanicamente l’uno dall’altro. Al contrario, gli eventi sono tutti concatenati fra loro e producono effetti che sono il risultato di varie componenti.
L’impotenza di coppia può dipendere dai comportamenti o dalla patologia di un unico partner?
In una coppia non ci sono comportamenti o colpe specifiche attribuibili all’uno o all’altro: ciascun partner tende infatti ad assumere un comportamento che in parte gli è proprio, ma che in parte risponde ai comportamenti dell’altro, di cui subisce le influenze.
Ad esempio, se c’è mancanza di desiderio reciproco, questa è una forma di “impotenza di coppia” che non può essere attribuita alle colpe, vere o presunte, di un determinato partner, ma alla coppia o, meglio, alle interazioni fra partners, evidentemente disfunzionali.
Tuttavia è possibile che la patologia o i comportamenti di uno dei due partners possano allargarsi alla coppia.
Come si diagnostica una “impotenza di coppia”?
Per diagnosticare un’impotenza di coppia occorre prendere spunto dalla psicologia sistemica e considerare le interazioni di coppia non come semplici rapporti lineari fra cause ed effetti, ma riferirsi piuttosto alle reazioni circolari, cioè alle azioni-reazioni, che causano dei blocchi della comunicazione e vari fraintendimenti fra i partners.
Come si manifesta l’impotenza di coppia?
Il primo sintomo dell’impotenza di coppia è la mancanza di desiderio, che nell’uomo può essere seguita dalla disfunzione erettile, oppure dal riacutizzarsi di un’ eiaculazione precoce giovanile. Il risultato porta ad una diminuzione dei rapporti, alla comparsa del vaginismo nella donna e alla ripresa della masturbazione, quasi come espressione di riappropriazione della propria sessualità.
In genere il portatore del sintomo, colui o colei che prende l’appuntamento dal sessuologo perché pensa di essere la causa del problema, è una figura passiva, che contiene all’eccesso le proprie rabbie, le ansie, i conflitti: si presenta come la persona ‘buona’, ‘comprensiva’, malgrado le aggressioni verbali o di fatto dell’altro/a. Alla fine questo soggetto non ce la fa più ed esplode.
Dietro una difficoltà della coppia può esserci un sentimento di ostilità?
Si: questa ostilità aggressiva si esprime soprattutto nella sessualità, attraverso comportamenti sado-masochistici, oppure attraverso il tradimento, che assume la connotazione di un’ulteriore aggressione dell’altro.
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Quale è l’obiettivo di una terapia di coppia?
La terapia di coppia in questi casi deve anzitutto mirare ad un miglioramento della comunicazione, evitando che i comportamenti ostili trovino terreno privilegiato d’espressione nella sessualità.
I matrimoni bianchi (quando non ci sono rapporti sessuali) possono essere il risultato di una impotenza di coppia?
Si, perché queste unioni si basano in genere su un’alleanza di coppia: ad esempio, lei pensa che gli uomini siano tutti uguali e tutti mascalzoni, che vogliono solo ‘quella cosa lì’; lui è un tipo rispettoso, che non allunga le mani e “rispetta” la donna (spesso le due persone possono condividere una morale religiosa). Lui si trova bene con lei perché la partner non ha eccessive richieste sessuali, lei si sente compresa da lui perché non si sente aggredita sessualmente e si sente rispettata.
Questa alleanza, questa complicità sono alla base dell’impotenza di coppia: i due partners non si sentono in dovere di mostrare all’altro di ‘essere capace o desideroso di’. Il meccanismo è quello della negazione, dove massicciamente si nega di avere problemi e si resta soddisfatti del solo petting, impedendo a se stessi di vedere una realtà che causa loro dolore. ( In genere questo tipo di problema viene proposto agli operatori dopo diversi anni di matrimonio. Una terapia di 3-6 mesi è in genere risolutiva).
E’ bene che uno dei due partner assuma il ruolo di guida o assuma il ruolo di “terapeuta di coppia”?
Assolutamente no! Se uno dei due partners ha la malaugurata idea di mettersi a fare il ‘terapeuta di coppia’ e l’altro accetta di farsi ‘curare’, la coppia entra in seria crisi, dalla quale risulta difficile uscire. Prima di mettersi in questa condizione dunque, conviene rivolgersi ad un terapeuta ‘vero’, esterno alla coppia. Non si può essere allo stesso tempo curanti e curati, soprattutto quando la “terapia” riguarda anche un’altra persona.
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Esistono coppie impotenti che però hanno rapporti sessuali completi?
Si. Anche quando la coppia è ‘impotente’ l’uomo e la donna possono riuscire a portare a termine il rapporto sessuale, compiendo tutti i movimenti giusti e per la durata necessaria, ma in genere lo fanno senza passione, senza un desiderio intenso verso il/la proprio/a partner.
L’impotenza di coppia può essere dovuta anche alla trasformazione dell’amore in affetto?
Si, accade molto spesso. Perché possa resistere alle insidie del tempo è necessario non trasformare l’amore romantico in un semplice, per quanto grande, affetto: i due partners devono riuscire ad alimentare continuamente il senso del mistero, la tensione, l’avventura, il rischio, senza i quali la passione romantica si trasforma in una sorta di ‘servizio igienico’ che l’uno concede all’altro, per affetto, oltre che per abitudine.
Walter La Gatta
20+ anni di Psicolinea:
oltre 2000 articoli di Psicologia e Sessuologia
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
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