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Immagina la poesia: il mondo di John Lennon
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I Beatles si sono sciolti
Aprile 1970… Il mondo della musica (e non solo) è scosso dalla notizia che i Beatles si sono ufficialmente sciolti. Il gruppo, considerato al momento il più famoso di tutti i tempi (e per molti, ancora oggi lo è), lascia i suoi fans increduli e sotto shock.
È Paul McCartney, in occasione della promozione del suo album da solista di debutto, ad annunciare la sua decisione di lasciare la band. Ormai da due anni però i quattro membri stanno seguendo percorsi separati: George Harrison ha intrapreso un nuovo cammino pubblicando una colonna sonora di musica indiana e un album di sperimentazioni elettroniche, Ringo Starr partecipa a delle sessions con altre band, Paul McCartney sta appunto pubblicando il suo primo album solista…ma anche John Lennon ha già preso la sua strada, annunciando ai suoi compagni l’addio il 20 settembre 1969; inoltre ha trovato il vero amore in Yoko Ono…
Yoko Ono
John scrive “finalmente ho incontrato Yoko e il sogno è divenuto realtà”. Yoko Ono ha un’influenza profonda e complessa sul nostro, sia a livello personale che artistico. Alla fine degli anni ’60, quando John Lennon incontra Yoko Ono, lei sta già sviluppando il suo approccio artistico anticonvenzionale, che mescola arte visiva, musica e performance. La sua visione influenza profondamente Lennon, spingendolo a esplorare nuove idee e a riflettere su temi di pace, amore e giustizia sociale. Nonostante le critiche da parte dei Beatles e dei fan per l’influenza di Yoko su Lennon, la sua spinta alla riflessione lo aiuterà ad affrontare i suoi conflitti interiori. Chi può dire se, senza di lei, “Imagine” sarebbe mai nata?
La tossicodipendenza
Lennon, sempre alla ricerca di risposte, è anche segnato dalla tossicodipendenza. Ha conosciuto per di più Timothy Leary e le sue teorie stravaganti culminate nella convinzione che l’assunzione di LSD in dosi appropriate e in un contesto ambientale ben definito, (preferibilmente sotto la supervisione di un professionista) avrebbe potuto favorire cambiamenti positivi nei comportamenti degli individui. Tra gli obiettivi principali delle sue ricerche ci sono l’individuazione di trattamenti più efficaci per l’alcolismo e la cura e l’educazione dei criminali recidivi. A causa dei suoi atteggiamenti anticonformisti, viene dichiarato da Richard Nixon come “l’uomo più pericoloso d’America“. Vengono approvate severe leggi antidroga e celebrato un processo in cui viene condannato per possesso di droghe.
“Come Together”
Pare che la famosa canzone Come Together! (“Venite insieme!”) dei Beatles sia stata ispirata da una richiesta di Leary, che ne voleva fare il suo lo slogan per la campagna a Governatore della California.
Il motto di Leary, Come together, join the party! (“Venite insieme, unitevi al partito”), suggeriva l’idea di un inno politico, destinato a sostenere i suoi comizi. Tuttavia, la candidatura di Leary, più una provocazione che una reale ambizione politica, si concluse con la vittoria del repubblicano Ronald Reagan e l’arresto dello stesso Leary per possesso di marijuana.
A quel punto, Lennon decise di riutilizzare la canzone, scrivendone un nuovo testo e proponendola ai Beatles, che la registrarono immediatamente. Quando Leary manifestò con garbo il suo disappunto per essere stato messo da parte, Lennon, con la sua tipica ironia, replicò che lui era come un sarto: aveva cucito un vestito per un cliente che poi non ne aveva più bisogno, così lo aveva venduto a qualcun altro.
Il testo, dai toni enigmatici, contiene riferimenti ai membri della band. Lo stesso Lennon spiegò che frasi come He’ one holy roller… (“È un vero tritasassi”) alludevano a George Harrison e alla sua spiritualità, mentre walrus gumboot (“Il tricheco con gli stivali di gomma”) faceva riferimento a se stesso, con un chiaro rimando a I Am the Walrus. Inoltre, l’espressione He got Ono Sideboard richiamava la presenza costante di Yoko Ono nella sua vita.
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Janov e la sua terapia
Mentre John Lennon stava attraversando uno dei suoi periodi più bui, un giorno ricevette una lettera con un libro intitolato “The Primal Scream”, che lo colpì per la parola “scream”, urlo primordiale. Il libro raccontava la storia di un paziente che, sotto la terapia di Arthur Janov***, regrediva emotivamente all’infanzia, urlando come un bambino “Mamma, Papà!”. Un urlo disumano che però sembrava liberarlo di antiche paure.
Quest’esperienza impressionò Lennon, che decise di contattare Janov, sperando di poter avere la possibilità di un urlo liberatorio anche per se stesso. Infatti, nelle sue aspettative, questo grido, che si suppone simboleggi il ritorno al dolore originario vissuto durante l’infanzia, poteva aiutare una persona a fare i conti con emozioni bloccate e a curare traumi psicologici. Il grido diventava così un mezzo per “rompere” le barriere emotive, liberando l’individuo dal dolore nascosto.
Janov era convinto che con questo metodo si potesse curare non solo la nevrosi ma anche l’omosessualità, la tossicodipendenza, l’alcolismo, l’asma, le ulcere e il mal di testa. Per questo aveva inviato una copia del suo libro a John Lennon e a Mick Jagger dei Rolling Stones.
John Lennon accettò una terapia per sei mesi che però rimane incompiuta perché l’Immigration and Naturalization Service si rifiutò di prolungare il suo visto. Tuttavia, anche dopo quattro mesi di terapia, John disse di aver avuto molti benefici da quell’esperienza. Si era infatti ripreso, imparando delle lezioni su se stesso che non avrebbe più dimenticato. Inoltre, grazie a questa esperienza, trovò il materiale per il suo nuovo album. Non a caso ebbe a dire: “La terapia è stata la cosa più importante che mi sia capitata, oltre a conoscere Yoko e a essere nato”.
Il disco “John Lennon/Plastic Ono Band”
Uscì poco dopo il disco “John Lennon/Plastic Ono Band”, realizzato in contemporanea con il debutto discografico di Yoko Ono: “Yoko Ono/Plastic Ono Band”. Non solo i titoli, ma anche le copertine dei due dischi sono speculari: sulla copertina dell’album di Yoko, lei è sdraiata su Lennon, mentre su quella dell’ex Beatle è lui ad essere sdraiato su di lei. Sul retro del disco di Lennon c’è una foto con lui bambino, sul retro del disco di Yoko c’era lei bambina.
Questo album presenta una struttura unica, con 5 canzoni per facciata, che seguono un schema speculare. Ogni canzone della facciata A si alterna con la canzone corrispondente della facciata B, creando una sorta di dialogo musicale tra le tracce. In questo modo, la prima canzone della facciata A si rispecchia nella prima della facciata B (1A con 1B), la seconda della facciata A si specchia nella seconda della facciata B (2A con 2B), e così via per tutte le tracce dell’album. Questo gioco di specularità conferisce un ulteriore livello di profondità all’ascolto, quasi come se le canzoni fossero specchi riflettenti l’una dell’altra.
Il meglio di questo disco (… Secondo me!)
A mio avviso questo disco rappresenta la vetta più alta della carriera di Lennon in quanto l’artista si è immerso profondamente nell’esplorazione della propria anima. È un disco che non può non impressionare, caratterizzato da parole dirette e una strumentazione essenziale: piano, chitarra, basso e batteria. L’album inizia e si conclude con due canzoni dedicate alla madre: “Mother” e “My Mummy’s Dead”.
Fin dalle prime note, siamo catturati da un senso di sgomento, accentuato dal suono di campane funebri; Lennon esprime in Mother il suo “primal scream”… un ritorno alla sua infanzia: “Mother, you had me but I never had you” e prosegue “Father, you left me but I never left you”. Invita poi i bambini a non fare come lui: “Children, don’t do what I have done, I couldn’t walk and I tried to run.” Gli ultimi due minuti si chiudono con un crescendo di grido (un vero e proprio “primal scream”) ripetuto dieci volte, sempre in modo più disperato e angosciante, fino a svanire con un gemito di estrema sofferenza: “Mama don’t go, daddy come home”… Ci immaginiamo Lennon sdraiato a terra che si contorce in una disperazione che, pur dolorosa, lo condurrà alla liberazione. In sintesi, “Mother” può essere vista come un “grido primordiale” musicale, un tentativo di Lennon di esorcizzare i suoi demoni interiori. È una canzone che fa venire i brividi.
Il lato B dell’album si apre con Remember, una canzone che si sviluppa in modo speculare. Qui, John Lennon suona il piano, accompagnato da Ringo Starr alla batteria, in un arrangiamento dal ritmo “staccato”. Il brano invita l’ascoltatore a riflettere sul passato: “Ti ricordi quando eri giovane? Ricordi quando gli uomini ti lasciavano a mani vuote? Ricorda quando eri piccolo e come ti sembravano alte le persone!” Lennon prosegue, parlando di come i suoi genitori speravano che lui diventasse una stella del cinema. Poi l’artista lancia un messaggio di speranza: “Bene, se tu dovessi cambiare idea e lasciarti dietro il passato, ricorda, ricorda oggi! Non ti rattristare per come è andata, non ti preoccupare di ciò che hai fatto.” A questo punto, si sente il suono di un’esplosione, un riferimento alla notte del 5 novembre, celebrata in Gran Bretagna con fuochi d’artificio in onore di Guy Fawkes. La canzone, come tutta l’opera, si configura come un viaggio tra riflessione, rimpianto e, infine, accettazione.
Proseguendo con le canzoni delle due facciate, troviamo la traccia 2A, Hold On, e la 2B, Love. Dopo aver attraversato la terapia dell’urlo e della riflessione sul passato, si giunge finalmente a un senso di liberazione dalle paure e si è pronti ad amare. In Hold On, Lennon esorta se stesso e gli altri a resistere: “Hold on, John, and you’ll see that everything will be fine, you’ll win the fight.” È un messaggio di speranza e di fiducia, che contrasta con la disperazione delle tracce precedenti. In Love, il concetto di amore viene esplorato in modo quasi infantile nella sua semplicità: “Love is real, real is love, Love is emotion, emotion is love, Love is wanting to be loved, asking to be loved,” e così via. La strumentazione si riduce ulteriormente, diventando minimalista: solo chitarra o poco altro, lasciando lo spazio alla purezza delle parole.
Le tracce successive, le terze di ciascun lato, si caratterizzano per un ritmo più incalzante, quasi da hard rock, con un predominio di batteria e basso e la voce di Lennon che esplode in urla potenti. I Found Out (3A) inizia con Lennon che allontana da sé qualsiasi “aspirante guru”, rifiutando chiunque cerchi di influenzarlo. Il brano prosegue con la sua riflessione sul fatto che le risposte che aveva ricevuto dai vari “guru” si sono rivelate illusorie, suggerendo che è meglio credere in se stessi. In Well, Well, Well (3B), Lennon racconta un giorno della sua vita quotidiana, fatto di eventi semplici come mangiare con Yoko e fare una passeggiata. Tuttavia, nel brano emergono anche temi più complessi, come la “rivoluzione” e la “liberazione delle donne”. Alcuni critici hanno anche individuato nel testo riferimenti sessuali abbastanza espliciti, che aggiungono una dimensione provocatoria alla canzone.
Arriviamo ora alle quarte canzoni di ogni facciata. Nel lato A troviamo “Working Class Hero”, mentre nel lato B c’è “Look at Me”. Per quanto riguarda la Dylaniana Working Class Hero, suonata solo con chitarra, merita di essere riportato tutto il testo:
“Appena nati vi fanno sentire piccoli,
non vi danno tempo, invece dovrebbero darvelo tutto,
finché il dolore è così grande che non sentite più nulla.
A working class hero is something to be (2 volte).
Vi fanno soffrire a casa, vi picchiano a scuola,
vi odiano se siete intelligenti e vi trattano da stupidi,
finché diventate così fottutamente pazzi
che non riuscite più a seguire le loro regole.
A working class hero is something to be (2 volte).
Quando vi hanno torturato e messo paura per quasi venti anni,
poi si aspettano che facciate carriera,
quando sapete benissimo che non riuscite a funzionare
perché siete pieni di paure.
A working class hero is something to be (2 volte).
Vi tengono drogati con la religione, il sesso e la TV,
e pensate davvero di essere bravi, senza classi e liberi,
ma per quanto posso vedere siete solo dei fottuti cafoni.
A working class hero is something to be (2 volte).
Continuano a dirvi che potete andare più in alto,
ma prima dovete imparare a sorridere mentre uccidete,
se volete essere come i “folks on the hill” (i politici dell’Irlanda del Nord).
A working class hero is something to be (2 volte).
Se proprio volete essere degli eroi,
dovete seguire me (2 volte).”
Alcune parole del testo vengono censurate con asterischi che sostituiscono la parola “fucking”. I commenti su questa canzone sembrano superflui: Lennon ha trovato una via di fuga da una società che impone un unico modo di vita e ci spinge a seguirlo per superare le difficoltà. Guardiamolo… e impariamo, sembra voler dire in Look at Me (4B), suonata anch’essa con la sola chitarra e la tecnica del finger-picking… Parole d’amore rivolte alla propria amata.
“Isolation” è l’ultima traccia del lato A, scritta quando Lennon aveva appena lasciato i Beatles e una pioggia di critiche si abbatté su di lui, accusandolo per il suo nuovo rapporto con Yoko Ono. Questa situazione portò la coppia a una forte crisi, ma fu anche fonte di ispirazione per la canzone. A un certo punto, Lennon alza la voce quasi gridando:
“Non mi aspetto che voi capiate dopo che mi avete causato così tanto dolore.
Dopo tutto, non siete da incolpare, perché siete solo umani
e quindi vittime della follia generale…”
L’ultima canzone dell’album, non considerando “My Mummy’s Dead”, che chiude effettivamente l’album, è “God“. “Dio è un semplice concetto con cui misuriamo il nostro dolore”, un messaggio forte che Lennon ripete due volte. È un rinnegare tutto il passato: John elenca una serie di “dèi” e “fedi” in cui dichiara di non credere più:
“Io non credo in” (ripetuto ogni volta davanti a, nell’ordine): la magia, l’I-Ching, la Bibbia, i Tarocchi, Hitler, Gesù, Kennedy, Buddha, i Mantra, la Gita (testo sacro indiano), lo Yoga, i Re, e persino gli idoli della sua adolescenza: Elvis Presley, Bob Dylan e, addirittura, i Beatles!
Che cosa rimane? “Credo solo in me, in Yoko e in me, e questa è la realtà”.
“Il sogno è finito. Cosa posso dire? Il sogno è finito. Ieri ero il tessitore di sogni
ma ora sono rinato, Ero il tricheco (riferimento alla famosa canzone dei Beatles I’m the Walrus),ma ora sono John e così, cari amici, dovete solo andare avanti.
Il sogno è finito.”
Terapeuti di Psicolinea:
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Il suo assassino
Dieci anni dopo, il suo assassino, Mark Chapman, un fanatico religioso cristiano, giustificherà la sua azione dicendo di aver ascoltato John Lennon/Plastic Ono Band nelle settimane precedenti l’omicidio e di essersi infuriato con Lennon per aver dichiarato di non credere in Dio… e neppure nei Beatles.
L’album si conclude con My Mummy’s Dead, una traccia che sembra essere suonata su un vecchio giradischi, donando alla chiusura un’atmosfera di malinconica desolazione. È un finale che amplifica ulteriormente il tema di perdita e liberazione che permea l’intero lavoro, lasciando l’ascoltatore con una sensazione di vuoto e introspezione.
“La mia mamma è morta,
non riesco a mettermelo in testa,
anche se sono passati così tanti anni.
La mia mamma è morta.
Non posso spiegare
tanto dolore,
non potrei mai mostrarlo.
La mia mamma è morta.”
Per concludere…
John Lennon, come abbiamo scritto all’inizio, riduce la sua poesia al più crudo e nudo dei linguaggi limitando la musica al minor numero di strumenti per dare più rilievo a parole semplici ma veramente forti e dense di significato.
Lanfranco Bruzzesi
***
Arthur Janov (Los Angeles, 21 agosto 1924 – Malibù, 1º ottobre 2017) psicoterapeuta, è famoso per aver creato una nuova terapia, conosciuta come “teoria dell’urlo primario”. Janov fu direttore dell’istituto di psicoterapia Primal Center a Santa Monica e autore di numerosi libri, il più importante dei quali è The Primal Scream, nel quale afferma che i disturbi mentali possono essere curati tramite una terapia che comporti l’espressione di vissuti legati all’infanzia. Tra i suoi pazienti più famosi John Lennon e Yoko Ono.
Esperto musicale, collabora con psicolinea per la stesura di biografie di personaggi famosi, in particolare nel mondo della musica. Lanfranco Bruzzesi è inoltre il principale ispiratore dell’Associazione Culturale Ankon Cultura, che ha sede ad Ancona e che organizza conferenze, viaggi ed altri eventi culturali.