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Il litio nella cura della depressione: caratteristiche e utilizzi
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Il litio è uno dei farmaci più noti e utilizzati in psichiatria, soprattutto per il trattamento dei disturbi dell’umore. Sebbene sia maggiormente conosciuto per il trattamento del disturbo bipolare, ha un ruolo significativo anche nella gestione della depressione, specialmente in quella resistente ad altre terapie. Cerchiamo di saperne di più.
Cos’è il litio?
Il litio (da greco lithos, “pietra”) venne scoperto da Johann Arfvedson nel 1817. Arfvedson trovò il nuovo elemento all’interno dei minerali di spodumene, lepidolite e petalite, che stava analizzando sull’isola di Utö in Svezia. Nel 1818 Christian Gottlob Gmelin fu il primo ad osservare che i sali di litio emettevano una fiamma rosso brillante durante la combustione. Entrambi cercarono, senza successo, di isolare il litio dai suoi sali.
L’elemento non venne isolato fino a quando William Thomas Brande e Sir Humphrey Davy impiegarono l’elettrolisi sull’ossido di litio. La produzione commerciale del litio venne ottenuta nel 1923 dalla compagnia tedesca Metallgesellschaft AG attraverso l’uso dell’elettrolisi sul cloruro di litio e sul cloruro di potassio fusi.
Sembra che il nome “litio” fu scelto perché venne scoperto all’interno di un minerale mentre gli altri metalli alcalini vennero rintracciati nei tessuti vegetali.
Il litio è largamente disponibile, ma non si trova in natura nella sua forma libera; a causa della sua reattività si trova sempre legato ad altri elementi o composti. Si trova in minima parte in quasi tutte le rocce ignee ed anche in molte salamoie naturali.
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, la produzione di litio è cresciuta notevolmente. Il metallo viene separato dagli altri elementi delle rocce ignee, ed è anche estratto da alcune sorgenti di acqua minerale. Lepidolite, spodumene, petalite, e amblygonite sono i principali minerali che lo contengono.
Il metallo, di colore argenteo come il sodio, il potassio e gli altri membri della serie dei metalli alcalini, è prodotto per elettrolisi da una miscela di cloruro di litio e cloruro di potassio fusi.
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Somministrato in forma farmacologica, su quali sistemi del corpo umano agisce il litio?
Agisce su diversi sistemi neurochimici, tra cui:
- Neurotrasmettitori: aumenta la disponibilità di serotonina e noradrenalina, due sostanze coinvolte nella regolazione dell’umore.
- Neuroprotezione: promuove la sopravvivenza delle cellule cerebrali e migliora la plasticità sinaptica, contribuendo a un funzionamento cerebrale più stabile.
- Riduzione dell’eccitabilità neuronale: aiuta a stabilizzare le fluttuazioni emotive e a ridurre i sintomi maniacali e depressivi.
In quali contesti viene utilizzato?
Il litio viene utilizzato soprattutto nei seguenti contesti:
- Depressione maggiore resistente: quando gli antidepressivi tradizionali non producono miglioramenti significativi, il litio può essere aggiunto come terapia adiuvante per potenziarne l’efficacia.
- Disturbo bipolare: il litio è considerato il trattamento di prima linea sia per prevenire gli episodi depressivi che quelli maniacali.
- Rischio suicidario: è uno dei pochi farmaci con evidenze scientifiche significative che mostrano una riduzione del rischio di suicidio, indipendentemente dalla diagnosi di base.
Il litio può essere considerato un antidepressivo?
No, il litio, in genere, non è considerato un antidepressivo, ma piuttosto una sostanza capace di regolare il tono dell’umore,
Posologia e monitoraggio: quali dosi?
La dose di litio varia da persona a persona ed è determinata in base ai livelli nel sangue, che devono essere mantenuti entro un intervallo terapeutico preciso (generalmente tra 0,6 e 1,2 mEq/L). È essenziale monitorare regolarmente i livelli sierici per evitare effetti collaterali o tossicità.
Ci sono effetti collaterali?
Nonostante la sua efficacia, il litio può dare effetti collaterali, tra cui:
- Sete eccessiva (polidipsia) e aumento della produzione di urina (poliuria).
- Tremori fini delle mani.
- Problemi gastrointestinali come nausea o diarrea.
- Aumento di peso.
- Alterazioni della funzione tiroidea (ipotiroidismo).
- Danni renali a lungo termine in alcuni casi.
Precauzioni e controindicazioni: quali?
L’uso del litio richiede attenzione, soprattutto nei seguenti casi:
- Gravidanza: può essere teratogeno, soprattutto nel primo trimestre.
- Compromissione renale: il litio viene eliminato dai reni, quindi una funzione renale ridotta può aumentare il rischio di tossicità.
- Uso di altri farmaci: farmaci come diuretici, FANS e ACE-inibitori possono interferire con i livelli di litio nel sangue.
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Leggi anche: disturbo bipolare
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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