Il caso Uri Geller, la CIA ed i poteri della mente
È di questi giorni la notizia che la Cia ha reso pubblici milioni di pagine e documenti, ormai declassificati, relativi agli anni settanta, in cui si pensava di utilizzare persone con poteri eccezionali della mente a scopo di spionaggio.
(I documenti erano già pubblici da qualche anno, ma potevano essere consultati esclusivamente attraverso i computer siti presso i National Archives del Maryland. Oggi invece le notizie sugli studi dell’Intelligence americana possono essere acquisite tramite un semplice click sul sito della Cia).
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Fra le persone studiate dalla Cia vi è Uri Geller, classe 1946, israeliano. Geller in quel periodo divenne una celebrità come sensitivo, esperto di telecinesi, rabdomanzia e telepatia, ma soprattutto in quanto capace di piegare i cucchiai con la sola forza del pensiero. Geller è ancora vivente, ha un sito Internet e, come si legge sul suo sito, si vanta di aver previsto, con successo, la vittoria di Donald Trump.
Come racconta nella sua biografia, Geller sarebbe venuto a conoscenza dei suoi poteri insoliti quando aveva cinque anni. Un giorno, durante un pasto, il cucchiaio gli si raggomitolò sulla mano e si ruppe, anche se lui, così sosteneva, non aveva applicato alcuna pressione fisica su di esso. I suoi genitori, racconta Geller, rimasero piuttosto scioccati dell’insolito fenomeno e la madre, Margaret Freud, pensò che il figlio doveva aver ereditato questi poteri dal suo avo Sigmund Freud, cui si diceva imparentata.
Ciò nonostante, Geller cominciò a mostrare questo esperimento dei cucchiai solo a partire dal 1969, nei night club e alla tv israeliana. La sua notorietà si diffuse rapidamente in tutto il mondo, grazie alla partecipazione ad alcuni talk in Inghilterra, come esperto di telepatia e psicocinesi.
Naturalmente non tutti ci credevano, molti erano scettici sui poteri di questo “spoonbender”, ma va detto che perfino la Cia, l’agenzia per la sicurezza statunitense, lo prese all’epoca molto sul serio. Nei documenti recentemente resi pubblici (a seguito di una causa legale di due anni contro la Cia promossa dall’organizzazione no-profit MuckRock, che lotta per la libertà di informazione) si possono leggere i risultati di una settimana di esperimenti condotti su Geller nel 1973, durante i quali furono testate le sue abilità di telepatia e chiaroveggenza.
La Cia era interessata allora a esplorare la possibilità di liberare il potenziale del cervello umano e sfruttare i poteri mentali straordinari, attraverso la ricerca di “guerrieri psichici”, capaci di “vedere a distanza”. Il relativo programma di studio e reclutamento su persone che avessero poteri psichici particolari e percezione extrasensoriale si chiamava “Stargate“.
All’inizio degli anni settanta, fonti di intelligence degli Stati Uniti ritenevano che l’Unione Sovietica stesse spendendo 60 milioni di rubli l’anno per la ricerca “psicotronica” (termine coniato nel 1967 per definire la nuova branca che studiava la parapsicologia in termini scientifici, utilizzando la riproducibilità degli esperimenti, ecc.) e che questa stava dando fruttuosi risultati. La Cia rispose con un nuovo programma, lo Scanate (“scan by coordinate”) nello stesso anno.
Nel 1972 la Cia voleva saperne di più sul programma di “visualizzazione a distanza” per cui iniziò la sua ricerca presso lo Stanford Research Institute (SRI) a Menlo Park, California, a opera di due parapsicologi, Russell Targ e Harold Puthoff. In particolare, essi si concentrarono su Uri Geller.
Gli esperimenti su Geller furono condotti tra il 4 agosto e l’11 ago 1973. È possibile leggere di questi esperimenti sul sito di Uri Geller, come descritti dai due ricercatori: per esempio, in un esperimento una persona entrava nel laboratorio sperimentale e collocava un oggetto in una lattina scelta a caso fra dieci lattine di alluminio.
In seguito gli sperimentatori entravano nella stanza insieme a Geller (né gli sperimentatori né Geller sapevano dove fosse l’oggetto da ricercare). In un caso, l’oggetto era un cuscinetto a sfere in acciaio da 4 pollici. Geller non poteva toccare le lattine o il tavolo. Il protocollo sperimentale prescriveva che lo sperimentatore dovesse rimuovere le lattine una alla volta in risposta alle istruzioni di Geller. Rimasero solo due lattine sulla sinistra, e Geller indicò esattamente la lattina che conteneva l’oggetto. L’esperimento fu ripetuto più volte, utilizzando oggetti diversi, Geller fu inoltre in grado di entrare nella stanza, guardare le lattine allineate sul tavolo, e mostrare quella che conteneva l’oggetto.
In un altro esperimento veniva messa dell’acqua a temperatura ambiente in una delle dieci lattine. Solo una persona sapeva quale fosse la lattina, ma poi le lattine venivano spostate da un’altra persona, in modo che solo uno dei ricercatori presenti nella stanza potesse conoscere la posizione esatta della lattina contenente acqua. Geller entrò nella stanza e individuò il barattolo che conteneva l’acqua.
Gli esperimenti continuarono nel tempo: una volta un ricercatore fece un disegno sulla costa orientale degli Stati Uniti e si chiese a Geller di riprodurlo, mentre era nella costa occidentale. Il disegno era di due montagne con un sole in alto a destra. Geller, nella sua stanza isolata, sulla costa opposta degli Usa. disegnò due archi con un cerchio in alto a destra.
Geller sbagliò numerose volte, ma i suoi risultati furono considerati validi, in quanto il sensitivo aveva “dimostrato la sua abilità percettiva paranormale in maniera convincente e inequivocabile.” L’effetto Geller – di piegare i metalli – non è chiaramente causato da frodi,” scrisse il ricercatore John G. Fuller alla Cia, in una nota dai primi anni settanta. L’unica cosa che sembra infastidisse molto il giovane Uri era l’essere osservato da persone diverse dai ricercatori con cui solitamente lavorava.
Dati i risultati apparentemente soddisfacenti di questi esperimenti, il Dipartimento della Difesa americano chiese a Ray Hyman, professore di psicologia presso l’Università dell’Oregon, di andare a controllare quanto stesse accadendo presso lo Sri con Uri Geller. Il rapporto di Hyman al governo fu che Geller era una “completa frode”.
In particolare Hyman si era incuriosito su un particolare: si diceva che Geller avesse preso un anello di uno dei ricercatori, lo avesse posto sul tavolo e, senza toccarlo, l’anello si era rotto a metà e aveva formato una S. Hyman scoprì che nessuno dei ricercatori aveva effettivamente assistito a questo evento, ma ne aveva sentito parlare da altri (che non potevano essere rintracciati).
Entrò allora in campo un altro personaggio, il prestigiatore James Randi, il quale replicò tutti gli esperimenti di Geller, mostrando che si trattava solo di numeri di illusionismo. I contro-esperimenti di Randi furono ripresi anche da Piero Angela in uno storico programma del 1977, molto critico sulla parapsicologia, “Viaggio nel mondo del paranormale”. Come afferma lo psicologo e collaboratore di Piero Angela Massimo Polidoro, del Cicap, Randi “decise di contribuire a smontare il caso visto il preoccupante seguito semi-religioso che Geller stava rapidamente raccogliendo intorno a sé”.
Quando fu chiesto a Hyman di spiegare perché le persone credevano in Geller quando un prestigiatore poteva fare le stesse cose, senza avere poteri paranormali, Hyman rispose: “È una truffa, ma non si può incolpare le persone perché gli credono. Geller è il prodotto di una splendida campagna di pubbliche relazioni. Quello che il pubblico conosce è solo un lato della storia. È stato sorpreso a barare molte volte, ma la gente ancora ci crede”.
I ricercatori parapsicologi Targ e Puthoff persero naturalmente il loro contratto con il governo ed insieme a Geller organizzarono un tour alla ricerca di finanziamenti privati per un ulteriore lavoro di ricerca sul sensitivo israeliano.
Geller ha sostenuto poi che le rivelazioni sui suoi contatti con la Cia rappresentano solo la “punta dell’iceberg” di ciò che gli fu effettivamente chiesto di fare dalla agenzia di Intelligence americana, e dai servizi segreti israeliani, il Mossad, come per esempio la possibilità di innescare una bomba nucleare con la forza del pensiero.
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Il sensitivo israeliano ha raccontato inoltre di essere stato utilizzato per spiare l’ambasciata russa in Messico: doveva cancellare, con i poteri della mente i floppy disk portati dagli agenti russi oppure osservare un maiale fino a fargli fermare il cuore. La Cia sperava forse di trovare il modo per far fermare il cuore dell’odiato Andropov, il capo del Kgb. Questa storia ha poi ispirato il film con George Clooney, “L’uomo che fissa le capre”.
Nel 2013 un documentario della Bbc affermò che Geller aveva prestato a lungo servizio come agente segreto, usando i suoi poteri mentali, per la Cia e il Mossad e che la buffonata del cucchiaio e altre performance simili in TV come intrattenitore televisivo erano solo un ruolo di copertura per nascondere il suo vero lavoro.
I documenti della Cia sono consultabili qui. Quanto a Uri Geller, per giudicarlo senza pregiudizi, ci si potrebbe attenere al modo in cui egli stesso oggi si descrive:
“Non mi prendo sul serio. Sono un uomo di spettacolo, non si capisce? Oggi mi descrivo come un mistificatore. Ho prosperato sulle polemiche, gli scettici hanno involontariamente amplificato la mia carriera. Sono un maestro della pubblicità. Non ho mai usato addetti alle pubbliche relazioni. Non ho mai usato un agente o un manager e sono ancora qui, dopo 42 anni, perché ho saputo plasmare, modellare e torcere la polemica su di me.”
Forse, per la prima volta, Uri Geller ha usato i poteri della mente per dire la verità.
Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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