I bambini riconoscono le parole già a 9 mesi di vita
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La capacità dei bambini di riconoscere le parole è più sofisticata di quanto si è fin qui pensato.
Infatti, un nuovo studio condotto presso la New York University, Dipartimento di Psicologia, pubblicato di recente sulla rivista Developmental Psychology, dimostra che i bambini, già a nove mesi di vita, possono fare distinzioni tra parola e suoni non verbali, emessi da esseri umani, o da animali.
“I nostri risultati mostrano che la percezione infantile è elastica e flessibile”, ha spiegato Athena Vouloumanos, assistente alla New York University e autrice principale dello studio. “Questo significa che il riconoscimento del linguaggio verbale è già abbastanza sviluppato in età precedenti rispetto a quelle che abbiamo fin qui pensato”.
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I ricercatori hanno esaminato le risposte dei bambini, di circa nove mesi di vita, al linguaggio verbale e paraverbale (suoni, sospiri, riso, ecc.) emesso da una voce femminile adulta e da un pappagallo.
Le parole, pronunciate dalla donna e dal pappagallo comprendevano i termini: “camion”, “curare”, “cena” e “due”. I suoni non verbali umani erano fischi e schiarimenti di gola, mentre i suoni non verbali emessi dal pappagallo erano strida e cinguettii.
I suoni del pappagallo erano registrati ed appartenevano ad Alex, un pappagallo grigio africano che aveva capacità di parlare e di ragionare ed i cui comportamenti sono stati studiati dalla ricercatrice Irene Pepperberg.
Dal momento che i neonati non possono comunicare verbalmente il loro riconoscimento del parlato, i ricercatori hanno utilizzato un metodo comunemente usato per misurare l’interesse e l’attenzione: poiché quello che i bambini ritengono interessante ed insolito viene da loro osservato più a lungo, si possono fare su questo tempo di osservazione delle valutazioni.
Secondo questo metodo, mostrare attenzione più a lungo ad uno stimolo sonoro e visivo proveniente dall’ambiente può essere interpretato come un riflesso di riconoscimento. In questo studio, i suoni sono stati associati con una serie di immagini: una immagine tipo scacchiera, volti adulti femminili, e una tazza.
I risultati hanno mostrato che i neonati hanno ascoltato di più il linguaggio verbale rispetto al linguaggio paraverbale umano, indipendentemente dello stimolo visivo, rivelando così la capacità di riconoscere il parlato umano indipendentemente dal contesto.
I loro risultati in materia di linguaggio non-umano sono stati più sfumati, nel senso che i neonati sono stati in grado di distinguere il linguaggio verbale dal paraverbale del pappagallo, ma solo in alcuni contesti (a seconda dei diversi abbinamenti con lo stimolo visivo).
Del resto, il linguaggio del pappagallo è diverso da quello umano, anche se vi è una comprensibile imitazione delle parole. E così infatti conclude la ricercatrice Vouloumanos:
“Il linguaggio del pappagallo è diverso dal linguaggio umano, quindi i risultati mostrano che i bambini hanno la capacità di rilevare diversi tipi di linguaggio verbale, anche se hanno bisogno di segnali visivi per aiutare questo processo”
Dr. Giuliana Proietti
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Fonte:
Infants’ recognition of speech more sophisticated than previously known, NYU researchers find, Eurekalert
Immagine:
Pexels
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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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