Il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) è una condizione psicologica debilitante che può svilupparsi dopo aver vissuto o assistito a eventi traumatici estremi. La guerra, con la sua crudele realtà di violenza, perdita e distruzione, è uno degli scenari più comuni in cui il DPTS emerge. Ne parliamo in questo articolo.
Comprendere il Disturbo Post Traumatico da Stress
Il DPTS è caratterizzato da una serie di sintomi che possono manifestarsi dopo l’esposizione a un trauma. I principali sintomi sono i seguenti:
– Rivivere il trauma attraverso flashback, incubi o pensieri intrusivi ricorrenti.
– Evitamento di luoghi, persone o attività che ricordano l’evento traumatico.
– Sentirsi costantemente in allerta, avendo difficoltà a dormire, irritabilità o scoppi d’ira.
– Sentimenti di colpa, vergogna, distacco dagli altri, e perdita di interesse in attività ritenute precedentemente piacevoli.
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Guerra e DPTS
La guerra rappresenta un’esperienza traumatica intensa che può lasciare cicatrici profonde nella psiche dei soldati e dei civili. I fattori che contribuiscono allo sviluppo del DPTS nei contesti bellici riguardano in primis l’esposizione alla violenza: ad esempio testimoniare o partecipare a combattimenti, vedere amici e commilitoni feriti o uccisi, infliggere violenza ad altre persone.
Inoltre, la mancanza di sicurezza, le condizioni di vita precarie, l’isolamento dalle famiglie e dalle comunità, l’incertezza per il pericolo imminente e la costante vigilanza, necessaria per sopravvivere, possono portare a un’iperattivazione persistente del sistema nervoso e influire sulla salute mentale della persona esposta a tutto ciò.
Come curare i sintomi specifici nei Veterani di Guerra?
I veterani di guerra possono manifestare sintomi di DPTS che includono incubi ricorrenti delle battaglie vissute, flashback che li fanno sentire come se stessero rivivendo gli eventi traumatici e un’acuta sensibilità ai rumori forti o agli improvvisi cambiamenti nell’ambiente, che possono innescare risposte di panico.
Affrontare il DPTS richiede un approccio integrato che combina terapie psicologiche, interventi farmacologici e supporto sociale. Alcune delle principali modalità di trattamento includono:
– La terapia cognitivo comportamentale, che aiuta i pazienti a identificare e modificare i pensieri negativi e le credenze distorte legate al trauma.
– Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari (EMDR): questo approccio utilizza i movimenti oculari per aiutare i pazienti a elaborare e integrare i ricordi traumatici.
– La terapia di esposizione prolungata: che consiste nell’esporre gradualmente i pazienti ai ricordi traumatici in un ambiente sicuro e controllato, per ridurre la loro paura e ansia.
– Farmacoterapia: Gli antidepressivi e gli ansiolitici possono essere utilizzati per gestire i sintomi di DPTS, anche se non sono una cura definitiva.
– Supporto sociale e gruppi di sostegno: il legame con altri veterani o individui che hanno vissuto esperienze simili può fornire un senso di comunità e comprensione, fondamentale per il recupero.
Si può prevenire il DPTS in guerra?
La prevenzione del DPTS nei contesti bellici è complessa ma cruciale. Programmi di addestramento che includono la preparazione psicologica, il supporto durante il servizio e l’assistenza immediata post-trauma possono ridurre l’incidenza e la gravità del DPTS. Inoltre, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la comprensione del DPTS per aiutare a ridurre lo stigma associato a questa condizione e incoraggiare più veterani a cercare aiuto per i loro problemi.
Infine, non va dimenticata la selezione: molti soldati sviluppano la sindrome perché hanno delle precedenti fragilità psicologiche, dovute ad altre cause, che evidentemente non sono state riconosciute.
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L’importanza della selezione dei soldati
Nel 2013 Bruce Dohrenwend e colleghi della Columbia’s Mailman School of Public Health and del New York State Psychiatric Institute hanno scoperto che, alla base della sindrome del disturbo post traumatico da stress nei soldati, vi sono sicuramente le esperienze traumatiche della guerra, ma anche altri fattori, come una pre-esistente vulnerabilità psicologica di base.
I ricercatori hanno riesaminato i dati da un subcampione di 260 veterani uomini del National Vietnam Veterans Readjustment Study. Tutti i veterani del subcampione erano stati sottoposti a degli esami diagnostici circa l’insorgenza del disturbo e la sua persistenza, 11 a 12 anni dopo la fine della guerra.
Dohrenwend e colleghi si sono concentrati sui ruoli dei tre fattori primari:
- severità dell’esposizione a scene di guerra (esperienze o eventi traumatici durante il combattimento),
- vulnerabilità psicologica pre-guerra (ad es. abuso fisico nell’infanzia, storia familiare di abuso di sostanze)
- coinvolgimento nel provocare danni a civili e prigionieri.
I dati hanno indicato che per l’insorgenza della sindrome del DPTS è necessaria l’esposizione a scene di guerra stressanti (il 98% dei veterani che avevano sviluppato la sindrome aveva sperimentato uno o più eventi traumatici), ma queste esperienze da sole non sono sufficienti per generare il disturbo post traumatico da stress: la prova è che molti soldati esposti a scene drammatiche di guerra, non hanno sviluppato il disturbo.
Infatti, dei soldati che avevano sperimentato esposizioni potenzialmente traumatiche al combattimento, solo il 31,6% aveva sviluppato la sindrome di DPTS. Quando i ricercatori hanno limitato la loro analisi ai soli soldati che avevano sperimentato le esposizioni traumatiche più gravi, si è visto che c’era ancora una quota abbastanza consistente — circa il 30% — che non aveva sviluppato la sindrome. Questo suggerisce che vi siano altri fattori e altre vulnerabilità coinvolte che portano allo sviluppo del DPTS.
Tra questi fattori, di grande importanza sono le esperienze di abuso fisico nell’infanzia, o disturbi psichiatrici pre-esistenti.
Anche l’età ha un ruolo importante: gli uomini che avevano meno di 25 anni quando si sono trovati per la prima volta in un teatro di guerra avevano sette volte maggiori probabilità di sviluppare il DPTS rispetto agli uomini più anziani. I ricercatori hanno anche scoperto che i soldati che hanno inflitto danni a civili o prigionieri avevano maggiori probabilità di sviluppare il DPTS.
Questi risultati sottolineano la necessità di far si che i soldati più vulnerabili siano tenuti lontano dalle più gravi situazioni di combattimento.
Dohrenwend e colleghi ritengono utile che vi siano delle inchieste che permettano di capire cosa realmente i soldati si trovano a dover fare ai civili e ai prigionieri. Tale ricerca potrebbe fornire indizi importanti, anche per prevenire le devastanti violazioni delle regole della guerra.
Fonte principale:
Why Some Soldiers Develop PTSD While Others Don’t, Health Canal
Dr. Walter La Gatta
Pixabay
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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