Frine, la escort ateniese
Frine è stata una delle etere più celebri dell’antica Grecia. La sua figura è circondata da racconti leggendari, che hanno alimentato miti e controversie, rendendola un simbolo della bellezza femminile, del potere seduttivo e della libertà personale, concetti che nell’antica Grecia erano riservati quasi esclusivamente agli uomini. Cerchiamo di conoscerla meglio.
Le etere nell’antica Grecia
Nell’antica Atene le mogli erano confinate alla gestione della casa e alla sfera domestica. Poi c’erano le pornai (prostitute del tempo, da cui deriva la parola “pornografia”) che vendevano il loro corpo per denaro, lavorando per la strada o all’interno di bordelli. Le etere erano invece per lo più ex-schiave provenienti da altre città: esse erano particolarmente belle e sofisticate: oltre alle prestazioni sessuali sapevano offrire una buona compagnia, tanto da esercitare una notevole influenza sui personaggi frequentati.
A differenza delle prostitute comuni, le etere erano spesso educate, colte e affascinanti; per molti uomini rappresentavano un ideale di compagnia che andava oltre i limiti imposti dal matrimonio. Esse potevano gestire autonomamente i loro averi e, al contrario delle donne da marito, potevano uscire a loro piacimento, avere una vita pubblica, coltivare libere frequentazioni e prender parte ai simposi (raduni conviviali, con feste, danze, giochi, ecc.), dai quali le donne comuni di allora erano invece escluse. Oggi le etere sono paragonabili alle escort di lusso.
Frine
Una delle etere più famose dell’antica Grecia fu Frine (Phryne), il cui vero nome era Mnesarete: era bellissima ed aveva una particolare carnagione giallastra, che le valse il nomignolo di Frine (rospetto).
Era nata a Thespiae, in Beozia (360 a. C.) ma poi era andata a vivere ad Atene. Le fonti storiche ci dicono che Frine era una donna ricchissima, tanto che si offrì di ricostruire con i suoi soldi le mura di Tebe (che erano state distrutte da Alessandro Magno nel 336 a.C.), a condizione che su quelle mura fosse stato scritto: “distrutte da Alessandro, restaurate da Frine, la cortigiana“. Le autorità di Tebe però rifiutarono l’offerta.
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La fama di Frine
Frine divenne famosa non solo per la sua avvenenza, ma anche per la sua intelligenza e la sua abilità nel coltivare relazioni con personaggi influenti dell’epoca. Tra i suoi amanti si dice vi fosse il grande scultore Prassitele, che si narra abbia scolpito ispirato dalla sua bellezza. Secondo alcune fonti, la celebre “Afrodite Cnidia“, una delle prime statue greche di una dea completamente nuda, fu modellata prendendo Frine come musa, rappresentandola nella sua figura ideale e consacrandola come incarnazione della bellezza divina. In occasione della festa di Poseidone a Eleusi, si racconta che ella depose le vesti, si sciolse i capelli, e scese nuda in mare al cospetto del popolo. Questa scena suggerì al pittore Apelle di dipingere un grande quadro di Afrodite Anadiomene (Venere sorgente dalle acque) nel quale la Dea aveva le fattezze di Frine.
Il processo di Frine
Uno degli episodi più celebri della vita di Frine riguarda il processo per empietà che affrontò ad Atene. Accusata di aver profanato i misteri religiosi, rischiava una condanna a morte. Secondo il racconto storico, il suo avvocato Iperide (390-322 a.C.), perorando la sua causa, adottò un metodo tanto drammatico quanto provocatorio: scoprì il corpo di Frine davanti alla corte, mostrando ai giudici la sua bellezza straordinaria, che si dice fosse paragonata a quella di una dea. Colpiti dalla visione della sua bellezza, i giudici avrebbero interpretato la sua avvenenza come un segno del favore divino e decisero di assolverla. Questo episodio, sebbene non verificato storicamente, rappresenta uno dei racconti più emblematici del potere dell’immagine e della bellezza nell’antica Grecia. (kalokagathìa, identità fra ciò che è bello e ciò che è buono)
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Frine come simbolo di libertà femminile
Frine è stata spesso interpretata come una figura simbolica, rappresentando la libertà, il potere di seduzione e l’autodeterminazione femminile in una società patriarcale. La sua vita mostra come le etere avessero una certa libertà rispetto alle donne ateniesi comuni, godendo di uno status che permetteva loro di influenzare la cultura e persino le decisioni politiche della città. In un’epoca in cui le donne erano confinate nella sfera domestica e raramente avevano accesso all’educazione o alle arti, Frine rappresenta un’eccezione straordinaria.
Eredità e mito
La figura di Frine ha ispirato molte opere artistiche e letterarie nei secoli successivi. Dipinti, sculture e scritti letterari hanno contribuito a mantenere vivo il mito di questa etera ateniese, spesso enfatizzando la sua bellezza e l’episodio del processo. Artisti del XIX secolo, come Jean-Léon Gérôme, dipinsero la famosa scena del tribunale, mostrando la potenza simbolica del suo gesto e la vulnerabilità associata all’esposizione della propria bellezza come arma di difesa.
Dr. Giuliana Proietti
Immagine: Jean-Léon Gérôme, 1861
Frine davanti all’Aeropago,da Wikimedia
Video Trasposizioni cinematografiche
Il processo di Frine, di Vittorio De Sica, con Gina Lollobrigida, dove per la prima volta fu detto il termine “maggiorata”, 1952
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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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