Freud era nevrotico (per autodiagnosi)
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Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, ha spesso usato la propria esperienza personale per sviluppare e illustrare le sue idee. Una delle affermazioni più intriganti di Freud è stata la sua autodefinizione di soggetto “nevrotico”. In questo articolo cerchiamo di capire cosa intendeva Freud con questa affermazione, le prove a sostegno della sua auto-diagnosi e il contesto in cui essa avvenne.
Quando Freud si descrisse come un soggetto “nevrotico”?
Freud si descrisse come nevrotico in varie occasioni. Egli credeva, del resto, che la nevrosi fosse una condizione comune e quasi inevitabile nella società moderna, caratterizzata da conflitti inconsci, ansie e sintomi psicologici vari. Definirsi nevrotico non era dunque, per lui, un’ammissione di debolezza, ma piuttosto un riconoscimento dell’universalità delle forze psichiche che descriveva nella psicoanalisi, e dunque una condizione umana molto comune.
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In quali contesti Freud ha parlato della sua nevrosi?
Freud ha parlato in vari modi della sua nevrosi. Ne ricordiamo alcuni:
- Nelle lettere con i suoi amici e colleghi, come Wilhelm Fliess, Freud rivela molto sulla sua vita interiore. In queste lettere, Freud discute apertamente delle sue ansie, paure e sogni, che analizza secondo le sue teorie psicoanalitiche. In un momento particolare, nel 1896, quando morì il padre (anni dopo Freud avrebbe detto: ‘La sua morte mi ha rivoluzionato l’anima’) ci furono giorni in cui non riusciva assolutamente a lavorare: era chiuso, letargico e indifferente. Così descriveva la sua situazione all’amico Fliess:”Strani stati, incomprensibili alla coscienza, pensieri subliminali, dubbi confusi a stento illuminati ogni tanto da un barlume di coscienza“.Disorientato, riusciva a stento a continuare la sua attività lavorativa
“Non riesco ancora a capire che cosa mi stia succedendo. Dal più profondo recesso della mia nevrosi qualche cosa si oppone al benché minimo passo avanti nella comprensione delle nevrosi stesse, e in un modo o nell’altro c’entri anche tu” scrisse un giorno a Fliess.
La loro amicizia durava da dieci anni e cominciava a mostrare le prime crepe.
- Freud utilizzò, inoltre, i propri sogni come materiale per sviluppare la sua teoria sull’interpretazione dei sogni.
Ne “L’interpretazione dei sogni” (1900), Freud analizza molti dei suoi sogni, rivelando i conflitti interni e le ansie che li generavano. Questa autoanalisi mostra come Freud applicasse le sue teorie anche a se stesso. Freud cominciò a ripercorrere i momenti della sua infanzia, esplorando il suo inconscio attraverso l’analisi dei sogni ed in questo modo cercava di uscire dalla depressione. Allo stesso tempo metteva a punto quei concetti che un giorno l’avrebbero fatto diventare il padre della psicoanalisi. Lo psicoanalista scoprì in se stesso un sentimento di ostilità nei confronti della figura paterna, che aveva posseduto sua madre. Fu costretto così a constatare in sé il desiderio sessuale del bambino per la propria madre, così come alla base della sua primissima esperienza sessuale fu riconosciuto il rapporto con la vecchia e brutta bambinaia che gli parlava di Dio e dell’inferno. Il rapporto con il nipote, di un anno più vecchio di lui, fu considerato il modello del lato nevrotico delle sue amicizie successive.Ricordò la gelosia per il suo fratellino ed i successivi sensi di colpa dopo la sua morte. Diede sempre maggiore importanza alla resistenza, considerata come persistenza di caratteristiche infantili.
“Scavo fino alle radici di molti dolorosi segreti dell’esistenza” scriveva “e scopro le basse origini di gran parte dell’orgoglio o dei privilegi. Certe volte mi trascino affranto perché non riesco a capire nulla del sogno, della fantasia, dello stato d’animo di quella giornata: ritrovo allora in me, ma in terza persona, tutto ciò che avevo sperimentato con i miei pazienti“.
Freud soffriva anche di vari sintomi fisici che considerava di natura psicosomatica, come mal di testa, problemi digestivi e disturbi cardiaci. Egli interpretava questi sintomi come manifestazioni fisiche di conflitti psicologici interni.
Era molto preoccupato per la sua salute psichica: “Il malato che oggi più mi preoccupa sono io stesso” scrisse a Fliess il 14 Agosto 1897 ed aggiunse che la sua autoanalisi era più difficile di ogni altra.
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347 0375949Con il passare dei mesi Freud cominciò a chiedersi se le tematiche che poteva rintracciare in se stesso potessero essere generalizzabili a tutti gli esseri umani. Arrivò alla conclusione che la sua storia era universale, anche perché poteva confrontarla con quella dei suoi pazienti.
Nella lettera del 3 Ottobre 1897 Freud scrisse a Fliess: “Non posso darti un’idea della bellezza intellettuale del lavoro”.
Freud scrisse anche su piccoli errori e lapsus come manifestazioni di processi inconsci. I suoi studi sui propri lapsus e atti mancati sono un altro esempio di come riconosceva che la sua stessa mente fosse soggetta a dinamiche nevrotiche. Alcuni episodi si possono leggere in Psicopatologia della vita quotidiana.
Perché Freud ci teneva a rappresentarsi come nevrotico?
Autodefinendosi nevrotico, Freud riconosceva di essere soggetto agli stessi processi psicologici che studiava nei suoi pazienti. Questo riconoscimento gli dava credibilità come terapeuta, dimostrando che aveva esperienza diretta con i fenomeni che cercava di studiare e curare.
Freud, Lettere a Wilhelm Fliess in Donn, Freud e Jung, Leonardo
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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