Freud, il caso del presidente Schreber, la paranoia
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Il caso del Presidente Schreber rappresenta uno dei contributi più significativi di Sigmund Freud alla psicoanalisi: è un saggio del 1910, “Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia descritto autobiograficamente”. L’interesse di Freud al caso Schreber non era quello di approfondire la biografia dell’autore del libro, ma di leggere queste memorie in chiave psicoanalitica, per illustrare le sue teorie. In questo senso si è parlato di “patografie” freudiane. Cerchiamo di saperne di più.
- Chi era Schreber
Daniel Paul Schreber (1842-1911) era un eminente giurista tedesco e presidente della Corte d’Appello di Dresda, diventato famoso non tanto per la sua carriera giuridica, quanto per il suo struggente racconto autobiografico della sua battaglia contro la malattia mentale, intitolato “Memorie di un malato di nervi” (1903).
Schreber era nato a Lipsia, in Germania, nel 1842, secondo dei cinque figli di Pauline e Daniel Gottlieb Moritz Schreber (1808-1861). Il padre era un famoso educatore, dalle idee molto rigide. Daniel aveva studiato legge ed era diventato un magistrato molto stimato alla Corte d’Appello di Dresda.
Nel 1893, quando aveva cinquantun anni, lo colpì una grave malattia mentale che lo costrinse a circa dieci anni di internamento in una clinica psichiatrica di Lipsia, seguito dallo stesso direttore dell’Istituto, l’anatomista P.E. Flechsig.
Dopo le dimissioni dalla clinica di Lipsia pubblicò le sue memorie, con il racconto dettagliato dei propri deliri ed il testo dei rapporti legali scritti su di lui dagli esperti.
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- Il libro
Con queste Memorie, Schreber voleva dimostrare di non essere pazzo, a seguito di un suo ricorso in appello contro la sentenza di interdizione. Il ricorso venne sorprendentemente accolto, grazie a questo libro, e Schreber poté riprendere il suo posto.
Il libro era sicuramente interessante per la descrizione della malattia mentale, anche se mancava di dettagli importanti : non venivano infatti rivelati alcuni dati circa la famiglia del magistrato, la sua infanzia, la storia della sua vita prima del ricovero.
Anche la malattia non veniva descritta nel libro nella sua evoluzione cronologica, giorno dopo giorno, ma veniva rappresentata solo nella sua forma finale, quella che aveva provocato la necessità del ricovero.
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- Schreber e le sue allucinazioni
La crisi aveva avuto inizio quando un giorno, nel dormiveglia, il presidente Schreber si era trovato a pensare che dovesse essere «davvero molto bello essere una donna che soggiace alla copula». Da questo momento si sviluppò in lui un lungo delirio, nel quale erano implicati dèi, astri, demiurghi, complotti, catastrofi cosmiche, rivolgimenti politici. Al centro di tutto questo sconvolgimento era la convinzione del magistrato che un Dio doppio e persecutore lo stesse trasformando in una donna.
Schreber racconta dei suoi dialoghi col sole, gli alberi, gli uccelli, immaginandoli come frammenti di anime di persone decedute ed anche dei suoi dialoghi con Dio, il quale si rivolgeva a lui in un tedesco nobile e gli chiedeva di ristabilire l’Ordine del Mondo.
Ogni essere umano era, secondo la mente disturbata del magistrato, attraversato da sottilissimi nervi, posti nel corpo da Dio al momento della nascita. Questi nervi erano destinati a ricongiungersi alla divinità dopo la morte della persona e dunque erano il principio costitutivo dell’intelletto umano e delle sue facoltà spirituali, nonché la sede dell’anima. Le anime erano in comunicazione tra loro: parlavano in una lingua simile al tedesco arcaico, mentre Dio subiva la forza attrattiva di alcuni uomini, tanto da rischiare in questi casi di perdere la sua sopravvivenza.
Schreber descrisse con minuzia queste esperienze, che includevano conversazioni con Dio, angeli e altre entità soprannaturali.
- L’Analisi di Freud
Freud non incontrò mai Schreber di persona; tuttavia, la sua analisi si basò sul testo autobiografico di Schreber, che gli venne proposto da Jung nel 1910. Freud ne fu subito molto impressionato, e scrisse a Jung che Schreber «avrebbe dovuto essere fatto professore di psichiatria». Così nacque il famoso saggio freudiano universalmente noto come «il caso Schreber»
Tra tutti i deliri presenti nel libro, Freud si concentrò su due in particolare:
- il fatto che il magistrato fosse convinto di essere coinvolto in un processo di trasformazione da uomo in donna
- l’aver subito molestie sessuali da parte del suo medico, il Dr. Flechsig, definito
l’ “assassino di anime”.
Freud affermò che le sue fantasie religiose e la convinzione di dover demascolinizzarsi per salvare il mondo facevano parte di una illusione, in base alla quale il magistrato assumeva il ruolo religioso di “redentore”.
Il desiderio di trasformarsi in una donna veniva interpretato come una “fantasia di demascolinizzazione” che soddisfaceva gli innati “impulsi omosessuali” di Schreber. (Per Freud era l’omosessualità rimossa la vera causa della malattia paranoide di Schreber).
Freud propose che la sfiducia di Schreber verso il professore che lo aveva in cura fosse il risultato di un transfert, cioè che i sentimenti provati verso un membro della propria famiglia si erano trasferiti verso la persona di Flechsig. Secondo la sua interpretazione, infatti, primo oggetto d’amore del magistrato era stato il padre, poi lo psichiatra, in seguito Dio. Flechsig poteva infatti rappresentare, per il suo paziente, la figura di Gustav, il fratello maggiore, verso il quale Freud ipotizza che Schreber avrebbe potuto provare sentimenti omosessuali repressi. La sua accusa a Flechsig di essere un “assassino dell’anima” non era quindi diretta verso il professore stesso, ma piuttosto verso suo fratello.
Dato che Schreber avrebbe ritenuto inaccettabile esprimere esplicitamente i suoi sentimenti repressi nei confronti di Flechsig, questo desiderio trovava appagamento in una fantasia: quella di copulare con un terzo, Dio.
Tuttavia, Freud nota che le caratteristiche insolite con cui Schreber descrive Dio somigliavano piuttosto a quelle di una figura paterna, per cui fece una seconda ipotesi: quella dell’attrazione omosessuale del magistrato nei confronti del padre.
In sintesi, Freud riteneva che la psicosi di Schreber fosse il risultato di un conflitto inconscio e di una difesa psicologica contro desideri omosessuali repressi e il delirio di Schreber rappresentava una forma di compromesso tra questi desideri e le sue difese contro di essi.
- La Teoria della Paranoia
Freud utilizzò il caso di Schreber per sviluppare ulteriormente la sua teoria sulla paranoia e sulla psicosi. Egli suggerì che la paranoia fosse una difesa contro desideri omosessuali e che i deliri paranoidi riflettevano temi di persecuzione come risultato della proiezione di questi desideri su altre persone. Nel caso di Schreber, l’idea di essere perseguitato da forze divine o demoniache rappresentava un tentativo di gestire e difendersi contro i suoi desideri inaccettabili.
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- Implicazioni e Critiche
Questa audace incursione freudiana nel campo degli oscuri processi della follia fu poi molto discussa nella letteratura psichiatrica posteriore. Tuttavia, essa non è stata esente da critiche. In particolare, è stata contestata la riduzione dei complessi sintomi di Schreber a un’unica causa psicodinamica: la psicosi, è stato detto, è un fenomeno troppo complesso per essere spiegato interamente da una teoria della sessualità repressa. Nonostante le critiche, il lavoro di Freud su Schreber continua ancora ad essere studiato e discusso.
- Come è andata a finire per Schreber
Dopo la morte di sua madre, avvenuta nel 1907, il Presidente Schreber fu nuovamente confinato in manicomio, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1911.
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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