Figli adolescenti: come gestirli
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Adolescenza: perché è un periodo difficile?
Per la maggior parte delle famiglie, gli anni dell’adolescenza rappresentano un momento notoriamente difficile, sia per i genitori, sia per i figli.
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Quale periodo della vita riguarda l’adolescenza?
L’adolescenza comincia nel periodo della pubertà, ma la sua conclusione tende ad essere spostata sempre più in avanti: fino ai 30 anni circa.
Questo spostamento in avanti è un fenomeno più socio-culturale che biologico. L’atteggiamento psicologico adolescenziale rimane infatti fino a che l’individuo non raggiunge l’autonomia, il che oggi avviene, appunto, intorno ai trenta anni.
Se la società primitiva era molto vicina al fatto biologico (come un cucciolo, che diventa adulto quando può riprodursi), la complessa società attuale rispetta canoni del tutto diversi da quelli dettati dalla natura.
Quali sono i cambiamenti tipici durante l’adolescenza?
L’adolescenza è un periodo che presenta molti cambiamenti nel corpo, nel modo di relazionarsi con gli altri, nelle amicizie. I ragazzi in questo periodo avvertono un forte bisogno di indipendenza e questo comporta molte insicurezze e malumori. La caratteristica principale del comportamento degli adolescenti sono i loro particolari rituali, i luoghi di ritrovo, i gerghi, i segni di riconoscimento del gruppo cui appartengono. Sono comportamenti che hanno lo scopo di costruire una identità personale più sicura e al tempo stesso differente da quella dei genitori o dell’ambito familiare.
Che relazioni ci sono con gli amici in questo periodo?
Sebbene nell’adolescenza si possano vivere molti episodi di bullismo, la solidarietà fra gli amici è in genere molto forte e questo aiuta i ragazzi in questo percorso di cambiamento, che comporta il distacco dalla famiglia e dal senso di protezione cui erano abituati.
Quanto conta l’esperienza scolastica?
La scuola media difficilmente viene ricordata con affetto dalla maggior parte delle persone: la scuola superiore è invece vissuta in modo migliore, anche perché quando i ragazzi frequentano le superiori i tempi sono ormai maturi per iniziare veramente a definire se stessi nella relazione con i pari e con gli insegnanti. I più maturi iniziano già in questo periodo a contemplare realisticamente dei possibili progetti di vita.
Quali competenze vengono acquisite in questo periodo?
Nell’adolescenza si acquisiscono le competenze che rendono la persona adulta; in particolare si iniziano a padroneggiare le abilità sociali, sviluppando relazioni interpersonali che diventano sempre più profonde.
Come è in questo periodo il rapporto genitori-figli?
In genere è piuttosto turbolento. Durante l’adolescenza, tuttavia, i ragazzi hanno bisogno dei loro genitori più che mai. Ai genitori è richiesta, dunque un po’ di pazienza, affinché, nonostante gli scontri sulle opinioni o sui comportamenti, i ragazzi possano continuare ad avere piacevoli attività familiari, ma soprattutto poter contare sui genitori ogni volta che ne avranno bisogno.
Quali sono le varie fasi dell’adolescenza?
- 12-15 anni
Appaiono le caratteristiche sessuali secondarie: crescono i peli del corpo, aumenta la sudorazione e la produzione di grasso nei capelli e nella pelle.
Ragazze – sviluppo del seno e delle anche, inizio delle mestruazioni;
Ragazzi – crescita dei testicoli e del pene, “sogni bagnati”, abbassamento della voce, aumento di altezza e peso.
– Preoccupazione per i cambiamenti fisici e critica dell’aspetto (dismorfofobia);
– Ansia su cambiamenti sessuali secondari;
– I pari utilizzati come punti di riferimento (confronto tra sé e coetanei)
- 15 – 18 anni
Appaiono le caratteristiche sessuali secondarie:
Si raggiunge il 95% dell’altezza degli adulti;
La crescita fisica rallenta nelle ragazze, continua per i maschi
La pubertà è completata.
– Minore preoccupazione per i cambiamenti fisici, ma maggiore interesse per l’estetica personale;
– Attività fisica molto intensa, alternata a letargia.
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Quali sono i comportamenti errati dei genitori?
Non è sempre facile rapportarsi con i giovani e l’adulto che abbia in mente di farlo, deve anzitutto lavorare su se stesso, per evitare che il rapporto con l’adolescente faccia scattare in lui dei meccanismi controtransferali, dovuti al ricordo e alle ambiguità tuttora irrisolte del proprio vissuto adolescenziale.
I più comuni comportamenti errati, contrapposti fra loro, sono due :
- Svalorizzare l’adolescente, cioè trattarlo da incompetente: questa è una forma di autoritarismo dovuto ad ansia e insicurezza personale;
- Fare il complice dell’adolescente. L’adolescente non ama gli adulti che si atteggiano a ragazzoni non cresciuti ed in genere vive queste figure come patetiche, esigendo una certa distanza da loro.
Quali sono i bisogni degli adolescenti?
Il maggior bisogno degli adolescenti è sentirsi normali, cioè come gli altri ragazzi della propria età. I genitori possono essere d’aiuto, svolgendo con attenzione il proprio ruolo, di rassicurazione e di indirizzo.
Quali comportamenti devono svolgere i genitori in questo periodo?
I principali compiti del genitore di figli adolescenti sono :
1. Aiutare i ragazzi nel loro distacco, facendo il possibile per non farli sentire in colpa per questo loro bisogno di allontanamento;
2. Rassicurarli (dilatando gli elementi di sicurezza già presenti);
3. Fornire loro sempre tutte le informazioni di cui hanno bisogno, anche sulla vita sessuale;
4. Prestare sempre ascolto, consigliandoli senza giudicare.
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Quali sono le tecniche di comunicazione da utilizzare nel cercare di aiutarli?
A volte i genitori vorrebbero fare qualcosa per i figli, ma si sentono respinti.
Ecco qualche suggerimento di comunicazione ben posta quando l’adolescente pone un problema:
1. Spiegami bene … Cominciare così perché l’adolescente si spieghi anche con se stesso. La chiarezza dell’eloquio è spesso anche chiarezza di idee e progetti. L’effetto del parlare è quello di guardarsi dentro, operazione che gli adolescenti non sono ancora abituati a fare molto spesso, e che gli servirà per crescere come persone.
2. Cosa si potrebbe fare per risolvere il tuo problema? Insegnare al ragazzo ad esplorare tutte le vie possibili per la soluzione del problema, per poi soffermarsi sulle ipotesi più praticabili, cercando insieme le strategie di azione.
3. Tu cosa vorresti fare ? Questa domanda serve per far capire all’adolescente che si vuole tenere conto anche delle sue opinioni e si è pronti a discuterne insieme.
4. Evitare di proporsi come esempio di saggezza vivente. Occorre aiutare l’adolescente a capirsi meglio, per accrescere la stima di sé e trovare il coraggio di risolvere i suoi problemi da solo ed in modo efficace. Non ha alcun senso proporsi come persona che non sbaglia mai, rafforzando i sensi di inadeguatezza dell’adolescente;
5. Evitare che i consigli diventino imposizioni. Lasciare ragionare l’adolescente sul proprio problema, sostenerlo, aiutarlo per quello che è possibile, lasciando però che cominci a prendere le sue decisioni da solo, assumendosene le responsabilità.
Questi consigli possono aiutare a migliorare il clima familiare e mettere l’adolescente nella condizione di sentire di potercela fare da solo, il che accresce la sua autostima e gli/le permette di crescere come persona, non solo in termini di età.
Dr. Walter La Gatta
Autori: Giuliana Proietti – Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
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