Essere transgender: cosa significa?
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Chi è una persona “transgender”?
Una persona transgender è una persona che si identifica in un genere diverso da quello che le è stato attribuito alla nascita (AFAB o AMAB).
Cosa significano gli acronimi AFAB e AMAB?
L’acronimo AFAB significa assigned femal at birth, attribuita alla nascita al sesso femminile; AMAB significa assigned male at birth, attribuito al sesso machile alla nascita. In altre parole, essere stati considerati maschi o femmine al momento della nascita. La decisione di attribuire un sesso o l’altro al neonato si basa sulla osservazione, cioè sul “sesso fenotipico”.
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Cosa significa “sesso fenotipico”?
Il termine viene da “fenotipo” (dal greco phainein, che significa “apparire”, e týpos, che significa “impronta”): è l’insieme di tutte le caratteristiche manifestate da un organismo vivente, quindi la sua morfologia, il suo sviluppo, le sue proprietà biochimiche e fisiologiche. In altre parole i medici, in base a quello che possono osservare sul momento, attribuiscono un sesso o un altro al neonato, e questa attribuzione dura, in genere, per tutta la vita.
Quante persone esperiscono una conformità fra sesso attribuito alla nascita e genere sessuale percepito?
Sono la maggior parte: sono i così detti individui “cisgender”.
Quale è la differenza fra individui cisgender e individui transgender?
A differenza delle persone cisgender, i transgender non si riconoscono nel sesso loro attribuito alla nascita.
I transgender, nel loro sentirsi non conformi al sesso assegnato alla nascita, si sentono automaticamente appartenenti all’altro sesso?
No, non sempre. Le persone transgender possono infatti sentirsi appartenenti all’altro sesso, mentre altre non si riconoscono né in un sesso, né nell’altro. In questo senso, essi dicono di non avere una visione “binaria” del genere.
Cosa significa avere una visione “binaria” del genere?
Significa non considerare il genere sessuale in forma dicotomica (cioè o maschio o femmina, senza alternative).
Come si può definire una “persona non binaria”?
La si può definire come una persona che non si percepisce come esclusivamente e completamente femminile o maschile.
Cosa significano gli acronimi MtF e FtM?
MtF sono persone AFAB che si percepiscono invece come uomini e che vorrebbero essere tali; le FtM sono persone AMAB che si percepiscono invece come donne e che vorrebbero essere tali.
Quante sono le persone transgender?
Premesso che è difficile fare delle stime perché non tutte le comunità scientifiche danno la stessa definizione del termine “transgender”, si pensa che si trovino in questa situazione fra lo 0,1% e l’1,1% degli adulti. (Fonte dei dati: Di Grazia et al, 2021)
Sono più numerosi i casi Mtf o FtM?
I secondi, con un rapporto di 1 a 6. (Fonte dei dati cit)
Quale è la prevalenza nell’età evolutiva?
La varianza di genere interessa dall’1 al 4,7% dei bambini e dall’1,2% al 16.1% degli adolescenti, in cui prevalgono i ragazzi FtM.
L’identità transgender è considerata un disturbo mentale?
No. Infatti, la classificazione internazionale delle malattie proposte dall’OMS (ICD11) ha derubricato l’incongruenza di genere, spostandola dal capitolo Mental and Behavioural Disorders (Disturbi Mentali e Comportamentali) in un nuovo capitolo, Conditions Related to Sexual Health (Condizioni Associate alla Salute Sessuale). Quindi, non più un “disturbo”, ma una “condizione”.
Perché, se non è un disturbo, non è stata completamente tolta dalla classificazione delle malattie?
Perché le persone transgender hanno bisogno di cure mediche e psicologiche e in alcuni Stati, come ad esempio negli Stati Uniti, le assicurazioni non provvederebbero al rimborso delle cure mediche necessarie. In altre parole, non viene considerata una malattia, ma viene riconosciuto che la condizione richiede visite mediche, che devono essere rimborsabili.
Come considera l’identità di genere il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico degli Psichiatri)?
Il DSM-IV prende in considerazione l’identità di genere solo quando comporta una sofferenza. La denominazione utilizzata è “disforia di genere”. Questo per intendere che la sensazione di avere una identità di genere diversa da quella attribuita alla nascita pu anche non produrre sofferenza: in tal caso non è considerata un disturbo psichico.
Quali sono le sofferenze percepite da chi soffre di disforia di genere?
Queste persone soffrono per non poter accedere ai trattamenti medici desiderati e per il non essere riconosciute a livello sociale nel loro sesso di elezione, cioè il genere sessuale cui si pensa di appartenere.
Nel DSM-5 come viene classificato il disturbo?
Nel DSM-5 si parla di “disturbo dell’identità di genere”, sottolineando che la condizione divent di rilevanza clinica quando comporta una sofferenza.
Le persone transgender possono soffrire di altri disturbi psicologici?
Si, a causa della mancata accettazione sociale, le frequenti discriminazioni e violenze agite nei loro confronti. Per questa ragione le persone transgender possono sviluppare ansia e depressione e arrivare a compiere gesti di autolesionismo, uso di stupefacenti o tentativi di suicidio. (Surace et al, 2021, Newcomb et al. 2020, Reisner, 2016).
Cosa è la transnegatività sociale?
La transnegatività sociale rappresenta tutti i gesti di ostilità messi in atto nei confronti delle persone transgender, o semplicemente da loro temute.
Quali sono le politiche ambientali cui si dovrebbe tendere per favorire l’inclusione, la salute e il benessere delle persone transgender?
Ci si può ispirare alle affermazioni della World Association for Sexual Health (WAS, 2008):
Le persone transgender dovrebbero: “Essere in grado di individuare ed esprimere la propria identità di genere, senza stigma, discriminazione, esclusione e violenza”. La salute sessuale viene infatti considerata una dimensione importante della salute, del benessere e del godimento dei diritti umani.
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Fonte: M. Graglia, Buone Prassi per l’Assistenza Sanitaria agli/alle utenti transgender
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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