Emily Dickinson: una biografia
Emily Dickinson, seconda dei tre figli di Edward ed Emily Norcross Dickinson, nacque il 10 dicembre 1830 ad Amherst, nel Massachusetts. Solo due mesi prima, i suoi genitori e il fratello maggiore Austin si erano trasferiti nella Homestead sulla Main Street, per vivere con i genitori di Edward, Samuel Fowler e Lucretia Gunn Dickinson, oltre ad altri fratelli di Edward. Le radici della famiglia risalivano all’Inghilterra (Yorkshire) e a Guglielmo il Conquistatore.
Samuel Fowler Dickinson fu una figura di grande spicco nella cittadina di Amherst: dopo aver costruito nel 1813 la prima casa circondata da un ampio giardino sulla Main Street, si adoperò, anche economicamente, perché fossero fondati la Amherst Academy nel 1814 e poi l’Amherst College nel 1821. Si indebitò poi, fino alla rovina, per aprire nel 1828 una scuola in cui lo studio della scienza si potesse coniugare con quello dell’avvocatura.
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Poco dopo la nascita della sorella minore di Emily, Lavinia, nel 1833, i loro nonni si trasferirono in Ohio, a Cincinnati, dove Samuel trovò impiego come insegnante. A quell’epoca il figlio Edward aveva già tre figli ed era una figura pubblica, impegnata in politica. La famiglia rimase nella Homestead ad Amherst per altri sette anni.
La casa, sempre più affollata, e la crescente carriera come avvocato e politico di Edward richiesero la ricerca di un nuovo alloggio. Fu così che, quando Emily aveva nove anni, la sua famiglia acquistò una nuova abitazione in quella che oggi è North Pleasant Street ad Amherst. Edward era un uomo molto affezionato ai figli, ma poco espansivo.
“Mio padre avrebbe dato la vita per noi tre, ma non ce lo fece mai capire.Non ci fu una sola volta in cui ci avesse augurato buona notte con un bacio”, confesserà la figlia Lavinia.
Emily invece lo ricorderà così: “Mio padre, troppo preoccupato delle difese in tribunale, per accorgersi di quello che facciamo, mi compra molti libri, ma mi supplica di non leggerli, perché ha paura che mi scuotano le mente”.
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I fratelli Dickinson, da bambini, si occupavano del giardino, prendevano parte alle attività della chiesa, leggevano libri, imparavano a cantare e suonare il piano, facevano passeggiate.
L’istruzione formale delle sorelle Dickinson era sicuramente eccezionale per le ragazze vissute all’inizio del diciannovesimo secolo, ma non era affatto insolita per le ragazze ad Amherst, vista anche l’opera culturale svolta dal nonno. Emily, dopo un breve periodo in una scuola del distretto di Amherst, frequentò l’ Amherst Academy per circa sette anni prima di entrare nel Mount Holyoke Female Seminary (ora Mount Holyoke College) nel 1847. Rimase al Seminary per un anno, il periodo più lungo che trascorse lontano da casa. Nel 1848, Emily mostrò disagio nello stare lontana da casa, tanto che il padre, “bravissimo nel somministrarmi medicine, soprattutto se sgradevoli”, decise che la sua carriera scolastica sarebbe terminata a quel punto. Emily poteva studiare a casa, se ci teneva.
Sin da giovane, Emily si allontanò dalla religione: i boschi e la campagna erano la sua vera “chiesa”, tanto che così diceva dei genitori: “… Tutte le mattine si rivolgono a un’Eclissi, che chiamano “Padre”.
Emily ebbe numerose amicizie maschili, fra cui Benjamin Newton, dal quale ricevette la sua amata copia delle poesie di Emerson, e Henry Vaughn Emmons, con il quale condivise alcune delle sue prime poesie, ma soprattutto amicizie femminili, con Abiah Root, Abby Wood , Emily Fowler e Susan Gilbert, che in seguito divenne sua cognata,
Molti studiosi hanno visto l’intensa relazione tra Emily e la futura cognata Susan come una relazione sentimentale, in base alle numerose lettere che le due si scambiarono. In una del 1852 la Dickinson scriveva: “Susie, verrai davvero a casa sabato prossimo e sarai di nuovo mia e mi bacerai come facevi?…Spero tanto per te, e mi sento così impaziente per te, sento che non posso aspettare, sento che ora devo averti – che l’attesa di vedere ancora una volta il tuo viso mi fa sentire accaldata e febbricitante, e il mio cuore batte così velocemente…”.
Gli anni della giovinezza di Emily Dickinson non furono privi di turbolenze. La morte di amici e parenti, inclusa la giovane cugina Sophia Holland, contribuirono a sollevare in Emily domande sulla morte e sull’immortalità. Oltre tutto, dalla casa di Pleasant Street, situata vicino al cimitero cittadino, la Dickinson non poteva ignorare le frequenti sepolture.
La scrittura divenne sempre più importante per lei, che cominciò a distaccarsi sempre più dal mondo. Le lettere della Dickinson al fratello rivelano anche un crescente senso di “differenza” tra lei e gli altri: “Cosa rende alcuni di noi così diversi dagli altri? È una domanda che mi pongo spesso” Questo senso di distinzione dagli altri diventava più forte, man mano che la sua sensibilità poetica maturava.
Sebbene la vocazione di Emily Dickinson per la poesia fosse iniziata già durante l’adolescenza, il periodo in cui riuscì ad esprimere il meglio di sé viene definito dagli studiosi fra il 1858 e il 1865, e che è poi il periodo della guerra civile americana. La sua opera poetica è particolarmente incentrata sui temi della natura, dell’amore e della morte, sulle riflessioni sul senso della vita. Nell’insieme, le sue liriche racchiudono una profonda angoscia esistenziale.
Alla fine del 1855, la sua famiglia decise di tornare nella casa costruita dal nonno, Homestead, che era stata anche il suo luogo di nascita. Suo padre aveva ri-acquistato la casa all’inizio del 1855 e vi aveva apportato importanti lavori di ristrutturazione. Quando il fratello maggiore di Emily, Austin, si sposò con la sua migliore amica, Susan Huntington Gilbert, la coppia costruì una casa accanto a quella di famiglia, che chiamarono Evergreens.
Nel 1857 Edward Dickinson aveva 54 anni, il figlio Austin 28. La carriera politica di Edward subì quell’anno un duro contraccolpo, in quanto non venne rieletto deputato al Congresso di Washington. E’ in questo periodo che il padre di fatto consegnò il futuro della famiglia e il ruolo di primo cittadino al figlio Austin.
La casa di Austin era un punto di ritrovo per la buona società di Amherst e la stessa Emily prese parte a diverse riunioni sociali all’inizio del matrimonio della coppia. I modi cortesi, l’istruzione, la sensibilità e il gusto di Austin, grande collezionista di quadri e raffinato intenditore d’arte, si sposarono perfettamente con il sogno della moglie Susan di diventare prima cittadina di Amherst. In questa casa furono accolti critici d’arte e scrittori del calibro di Wendel Phillips e Ralph Waldo Emerson. La coppia ebbe tre figli: Ned, nato nel 1861, Marta, nel 1866; e Gilbert, nel 1875, i quali portarono molta gioia nella vita della Dickinson.
Edward Dickinson aggiunse in questo periodo un giardino d’inverno all’Homestead, in modo che Emily potesse dedicarsi al suo hobby preferito, il giardinaggio, coltivando anche piante sensibili al clima.
Nel 1858 Emily decise che la riservatezza sarebbe stato il tratto privilegiato della sua personalità e la poesia il suo lavoro a tempo pieno.
Quando Emily compì 35 anni, aveva già composto più di 1100 testi, concisi e potenti, sui temi del dolore, la gioia, l’amore, la natura e l’arte. Circa 800 di queste poesie vennero raccolte in piccoli libretti fatti a mano, che non condivideva con nessuno.
Parte delle poesie furono condivise con la famiglia e amici molto selezionati di cui Emily ammirava il gusto letterario. La cognata Susan Dickinson ricevette più di 250 poesie durante i quarant’anni di amicizia con Emily e a Thomas Wentworth Higginson, autore di un articolo in un numero del 1862 dell’Atlantic Monthly che incoraggiava i giovani a scrivere e pubblicare, la Dickinson inviò circa 100 poesie.
Alcuni eventi della vita di Dickinson durante il suo intenso periodo di scrittura sono difficili da ricostruire. In alcune lettere la poetessa fece riferimento a un trauma: “Ho avuto il terrore – da settembre – di non poterlo raccontare a nessuno“. La causa di quel terrore è rimasta sconosciuta.
Nel 1864 e nel 1865, Emily fu sottoposta a cure per una dolorosa malattia che le colpiva gli occhi (irite?). Dopo le visite a Cambridge per le cure oculistiche, la poetessa scelse di vivere un’esistenza tranquilla e solitaria con i suoi genitori e la sorella, non disdegnando gli incontri con personaggi importanti, come Thomas Wentworth Higginson, che conobbe di persona nel 1870 quando lui le fece visita ad Amherst. A Higginson Emily spiegò cosa intendeva per “poesia”: “Se leggo un libro e questo mi rende tutto il corpo così freddo che nessun fuoco possa riscaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi avessero tolto la parte superiore della testa, so che è poesia. Questi è l’unico modo in cui la conosco. C’è un altro modo?”
A partire dal 1865 Emily iniziò a vestirsi solo di bianco, in segno di purezza.
Nei suoi ultimi anni, la Dickinson ebbe una storia d’amore con il giudice Otis Phillips Lord, un amico di suo padre. Lui e sua moglie erano stati ospiti frequenti all’Homestead. Rimasto vedovo, iniziò a corteggiare Emily Dickinson. Lord viveva a Salem, nel Massachusetts: le bozze di lettere a Lord suggeriscono che la poetessa abbia persino considerato di sposarlo, anche se ciò non avvenne.
La vita successiva della Dickinson è segnata dalla malattia e dalla morte : la morte di suo padre nel 1874, l’ictus di sua madre nel 1875, la morte di suo nipote Gib all’età di otto anni, nel 1883, la morte di Otis Lord nel 1884, la morte di Helen Hunt Jackson nel 1885. La stessa poetessa si ammalò poco dopo la morte del nipote Gib: “La crisi del dolore di tanti anni è tutto ciò che mi stanca”
Rimase in cattive condizioni di salute fino alla morte, all’età di 55 anni il 15 maggio 1886. Il medico curante attribuì il decesso a “malattia di Bright”, che la affliggeva da due anni e mezzo, nome con cui oggi si indica la glomerulonefrite quando sfocia in malattia renale cronica.
Fu sepolta quattro giorni dopo nel cimitero della città, ora noto come West Cemetery. Chiese che il suo corpo fosse portato al cimitero passando attraverso i campi che si stendevano fra la sua casa e la terra dove sarebbe stata sepolta, e non lungo la Main Street o le altre strade che, sulla destra, conducevano al cimitero di Amherst.
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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Sul suo diario Thomas Higginson scrisse: “19 Maggio, Amherst. Per il funerale di quello strano essere umano, raro che è Emily Dickinson. La campagna era stupenda, la giornata perfetta e c’era un’atmosfera molto particolare, curiosa e insieme piacevole, nella casa e nei prati tutto intorno”. Higgins riporta nel diario anche qualcosa a proposito del viso di Emily, ormai morta: “Quanto al viso di Emily, un miracoloso ritorno alla giovinezza. Ha cinquantacinque anni e ne dimostra trenta, non un capello grigio, non una ruga e la pace assoluta sulla bella fronte liscia. Vicino al viso, un mazzolino di viole e un cipripedio rosa”.
Al momento della sua morte la sorella Lavinia scoprì centinaia di poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, tutti contenuti in un raccoglitore. Prima della morte di Emily Dickinson erano stati pubblicati solo sette testi, con varie modifiche apportate dagli editori. Nel 1890 Lavinia, insieme a Mabel Loomis Todd (ufficialmente amica, ma soprattutto amante del fratello Austin), pubblicarono il primo volume di poesie di Emily. Dal 1924 al 1935 vennero pubblicate altre trecento poesie di Emily Dickinson, trovate dalla nipote Martha dopo la morte della madre Susan, a cui erano state affidate in custodia. Diverse poesie furono poi ricavate dalle numerose lettere della Dickinson, nonché dai biglietti che ella scrisse per accompagnare i doni fatti a parenti e amici.
La poetessa americana non ebbe alcun riconoscimento nella sua vita: oggi Emily Dickinson viene considerata una delle poetesse più sensibili e rappresentative di tutti i tempi.
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Concludiamo con alcune sue poesie:
Molta follia è saggezza divina
Molta follia è saggezza divina –
per chi è in grado di capire –
Molta saggezza – pura follia –
Ma è la maggioranza
in questo, in tutto, che prevale –
Conformati: sarai sano di mente –
Obietta: sarai pazzo da legare –
immediatamente pericoloso e presto incatenato.
Chi è amato non conosce morte
Chi è amato non conosce morte,
perché l’amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l’amore fa rinascere la vita
nella divinità.
A un cuore in pezzi
A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di aver sofferto altrettanto.
Morii per la bellezza
Morii per la bellezza, ma ero appena
composta nella tomba
che un altro, morto per la verità,
fu disteso nello spazio accanto.
Mi chiese sottovoce perché ero morta
gli risposi “Per la Bellezza”.
“E io per la Verità, le due cose sono
una sola. Siamo fratelli” disse.
Così come parenti che si ritrovano
di notte parlammo da una stanza all’altra
finché il muschio raggiunse le labbra
e coprì i nostri nomi.
Che sia l’amore tutto ciò che esiste
Che sia l’amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.
Per il nostro sito Clinica della Coppia abbiamo scelto lo slogan: “che l’amore è tutto è tutto quello che sappiamo dell’amore”, ispirandoci ad Emily Dickinson.
Fonti Principali:
Emily Dickinson Museum
Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson, L’alfabeto dell’estasi, Feltrinelli
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
20+ anni di Psicolinea:
oltre 2000 articoli di Psicologia e Sessuologia
Informazioni, Ispirazioni e Supporto
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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